Dall'Ue siluro contro il Gafa. Ora i colossi del Web tremano
Francia e Germania hanno indirizzato una lettera a Bruxelles, secondo Les Echos, nella quale reclamano la creazione di una legge per imporre una maggiore trasparenza nell'accesso ai siti internet dei quattro giganti, soprannominati i Gafa (Google, Amazon, Facebook e Apple). E Bruxelles approva...
Google ora è davvero nell'occhio del ciclone. Parigi e Berlino, senza mai citare i nomi della società di Mountain View e degli altri colossi chiamati in causa, definite come "piattaforme indispensabili" della Rete, reclamano un "trattamento trasparente e non discriminatorio" dei siti. Il tutto in seguito alle accuse di pratiche anti concorrenziali di cui Google è oggetto. Per Parigi e Berlino, gli utilizzatori dovrebbero avere il controllo sulla propria vita digitale e "la libertà di scelta per l'utilizzo delle applicazioni o dei servizi su queste piattaforme".
"Questo quadro si dovrebbe applicare a tutte le imprese che offrono veni e servizi a cittadini dell'Unione Europea", affermano i due Paesi. E proprio questo vogliono chiedere a Bruxelles di lanciare nel 2015 una consultazione pubblica, una misura che che la Commissione europea sarebbe pronta a prendere. "Le richieste dei due paesi sono legittime", risponde Gunther Oettinger, il commissario in carica per l'economia. "Non andremo contro gli Stati membri".
"Bisogna dare una risposta a una situazione di abuso di posizione dominante" dice il segretario di Stato al bilancio Axelle Lemaire. La mozione avanzata da Francia e Germania, prima di tutto simbolica, ha l'obiettivo di separare i motori di rcerca del gigante americano della Rete agli altri servizi commerciali a lungo termine. "E' responsabilità degli Stati di stabilire le regole".