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Paytech, dominano gli Usa: corre il cashless ma il contante resiste

Paytech, i primi cinque player sono Usa: transazioni cashless a quota 785 miliardi di dollari

Nel 2020 il giro d’affari complessivo delle 25 PayTech internazionali con ricavi superiori al miliardo di euro ammontava a €140 mld. In generale, la pandemia ha influito negativamente sui bilanci di queste società che però hanno mostrato una buona resilienza, riuscendo a contenere il calo del fatturato aggregato (-2% sul 2019).

Tra la rivoluzione dell’Open Banking, contesti macroeconomici in continua trasformazione e un’economia sempre più digitale, lo scenario globale dell’industria dei pagamenti ha cambiato radicalmente volto e ora vede i colossi bancari competere con nuove piattaforme tecnologiche, banche challenger e BigTech. Le transazioni cashless hanno toccato i massimi storici nel 2020, raggiungendo, a volume, quota 785 miliardi (rispetto ai 389 miliardi nel 2014). La loro crescita è però passata dal +16,5% del 2018/19 al +7,8% del 2019/20, risentendo degli effetti della pandemia.

I primi cinque player a livello mondiale sono tutti statunitensi e sviluppano il 59,2% del fatturato aggregato. Dominio che si allarga fino all’88% del totale se si considera la somma dei ricavi delle 15 società con sede negli Usa. Seguono i Gruppi europei e brasiliani che determinano, rispettivamente, il 10% e il 2%. Per quanto riguarda la composizione del giro d’affari, il 57% è sviluppato dal comparto “scheme cards & global payments” (in calo del - 4,5% sul 2019 a fronte delle minori transazioni cross border), il 36% dalle imprese attive nell’acquiring e nel processing (+2,3% sul 2019) e il 7% dalle società specializzate nel “fleet management, welfare & remittance” che risentono delle minori rimesse internazionali e delle limitazioni alle trasferte lavorative (-8,8% sul 2019).

Passando agli altri principali indici di conto economico, l’incidenza del Mon sui ricavi si attesta al 26,2% (-4,6 p.p sul 2019), il rendimento del capitale investito è pari al 10% (-3 p.p.) mentre il Roe segna il 14,5% (-4 p.p.). Le PayTech statunitensi primeggiano anche per redditività: il loro Ebit margin si attesta al 28% (rispetto al 16,3% dell’europee), grazie anche al fatto che negli Usa risiedono tutte le più profittevoli società del comparto “scheme cards & global payments” (Ebit margin aggregato del 43,8%).

In Europa, la francese Worldline (€4,8 mld su base pro-forma) che ha acquisito nel 2020 la connazionale Ingenico, occupa il primo posto per ricavi, seguita dalle divisioni europee di MasterCard (€4,4 mld) e Visa (€3,1 mld), con l’italiana Nexi, protagonista nel luglio 2021 dell’acquisizione della danese Nets e in attesa di concludere l’integrazione di Sia, in quarta posizione (€2,9 mld pro-forma).

Segnali positivi dai primi 9 mesi del 2021, che hanno riportato le PayTech sulla via della crescita. I ricavi si attestano a quota €110,6 mld (+14,4% sui primi nove mesi 2020, di cui +14,5% le statunitensi e +11,6% le europee), mentre il risultato operativo è migliorato del 17%, con i gruppi europei in accelerazione (+24,1%).

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