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Radio Deejay punta sugli eventi e lancia podcast in stile Netflix

"Se un ascoltatore partecipa alla festa di una radio e si ricorda quale cantante famoso si è esibito ma non quale emittente ha organizzato, allora più che una festa è bene ideare momenti d'incontro, di aggregazione" così Linus, conduttore e direttore artistico di Radio Deejay, racconta a ItaliaOggi come è nata l'idea di Party like a Deejay in occasione del 37esimo anno dalla nascita della radio.

Un obiettivo specifico: "segnare una svolta rispetto a tutti gli altri eventi, più classici, messi in piedi dalla concorrenza. Peraltro, il nostro compleanno cade il 1°febbraio...".
"Non volevo puntare sul formato che alterna in modo seriale cantante-presentatore-cantante...", spiega a ItaliaOggi lo stesso Linus. "Ecco perchè abbiamo ideato qualcosa che assomigliasse maggiormente a un incontro con tutti i personaggi di Deejay".

Party like a Deejay è un evento che è stato costruito su più piani o, meglio, palchi a partire da quello dedicato ai giovani con artisti tra cui Capo Plaza, The Kolors e Tish, e dall'altra parte le voci di Deejay Alessandro Cattelan, La Pina e il Trio Medusa hanno animato lo speaker corner.
Di sera il palco centrale ha ospitato Achille Lauro, Ghali, Mahmood e Thegiornalisti.
Area sportiva con circuito per la corsa, spazio food e per il merchandising sono stati cornici dell'evento tenutosi, sabato scorso, al Mind Milano innovation district-Area Expo. Dettaglio: l'ingresso era a pagamento (costo 39,5 euro per gli ascoltatori che hanno voluto anchecompetere nella corsa, altrimenti 33 euro).

34 mila hanno seguito dal vivo la lineup e l'evento, durato circa 12 ore, che sui social ha avuto un grande riscontro in fatto di pubblico. Su Instagram la copertura nella settimana dell festa ha coinvolto 485 mila utenti, generando 17 milioni di impression.
"Un evento di questo genere permette pure di ampliare il pubblico di riferimento", prosegue Linus, "perchè ognuno si porta un amico o, spesso, i figli". A chi chiede se un evento di tale portata abbia soddisfatto le attese economiche lo speaker risponde: "Quest'anno abbiamo quasi del tutto coperto le spese, intorno ai 2 milioni di euro, grazie agli sponsor e al pubblico" e, ci tiene a precisare, "l'elemento che davvero fa la differenza e segna una svolta, nella serie di eventi che ormai ogni emittente organizza, è la personalità della radio che deve permeare l'evento. E' un po lo stesso discorso che va fatto per la radio digitale. Va bene moltiplicare online l'offerta ma, sempre, ti serve un marchio ombrello forte per attirare ascoltatori". "Ogni radio ha un suo naturale bacino di utenza. Il nostro è quello giovane-adulto sui 35 anni".

Prende così vita una nuova generazione di eventi per le radio e il conduttore decide di investire e di attribuire importanza ai podcast, "in Italia ancora un po' indietro ma, a differenza del video, la serialità dei podcast può piacere ai giovani, un po' come se fosse una Netflix radiofonica" spiega ad ItaliaOggi.
Nasce quindi la domanda sulla necessità o meno di mantenere i canali tv delle radio.
"Si tratta d'iniziative economicamente impegnative. Servono budget importanti, se si vuole emergere. E poi i giovani guardano i video su YouTube così come, se vogliono ascoltare una canzone, vanno su Spotify. Insomma, i canali tv delle radio è meglio averli che non il contrario, ma non sono la strada da percorrere per il futuro, a differnza di quello che in molti credevano".
Obiettivo perseguito da Linus? Rimanere sopra i 5 milioni di ascoltatori. "Noi abbiamo il nostro posizionamento mentre altri sono più trasversali. Anche se alla fine" ci tiene a precisare "noi fatturiamo di più...".

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