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Realiti, oltraggiata memoria di Falcone e Borsellino. Rai nella bufera

La Rai ha annunciato che sarà aperta un'inchiesta sul caso delle minacce ricevute dal consigliere della Regione Campania Francesco Emilio Borrelli nel corso della puntata del programma Realiti, su Rai 2 lo scorso 5 giugno, durante il quale è stata anche oltraggiata la memoria dei giudici Falcone e Borsellino. A minacciare Borrelli, con un video pubblicato su Facebook e mandato in onda nel corso del programma, il cantante Nico Pandetta.

Borrelli, che aveva condannato la condotta e lo stile di vita dei cantanti neomelodici, aveva commentato così le dichiarazioni di Pandetta e il contenuto delle sue canzoni: "Il mio sistema nervoso è saltato quando ho sentito uno dei due esaltare lo zio camorrista al 416 bis, quando hanno insultato la memoria di Falcone e Borsellino, sono delinquenti e così li ho chiamati pubblicamente senza paura e senza vie di mezzo". Successivamente, il consigliere aveva ricondiviso il video con le minacce, in cui Pandetta sventagliava una pistola d'oro e nominando più volte il suo nome, denunciando l'azione: "L’autore dell’intimidazione, Nico Pandetta, è un neomelodico catanese, che ha trascorso quasi 10 anni in prigione e che non si vergogna dei reati che ha commesso e che anzi omaggia in alcune canzoni uno zio che è recluso in carcere al 41 bis. Questo video conferma che questi soggetti non raccontano uno spaccato sociale ma sono organici sia nei metodi che nei trascorsi alla criminalità organizzata. L’intimidazione non mi fa paura. Abbiamo segnalato il video alla Procura della Repubblica".

M5S, "CHIEDIAMO SEVERI PROVVEDIMENTI PER IL PROGRAMMA REALITI"

"Siamo allarmati da quanto è successo all'esordio della trasmissione 'Realiti' su Rai2. Chiediamo provvedimenti rapidi e severi", così in una nota i parlamentari M5S in Vigilanza Rai. "È avvilente -si legge- assistere alla sfacciata ignoranza di personaggi, come il cantante neomelodico 'Scarface', che per cercare visibilità arrivano ad offendere la memoria di Falcone e Borsellino"."La Rai è un servizio pubblico e tale è il servizio che si dovrebbe rendere, invece di dare spazio a chi usa i soldi dei cittadini per vendere qualche disco".

"Inoltre-continuano i parlamentari del MoVimento- bisogna tenere conto del potere  estetizzante della TV.  In generale, ma a maggior ragione in Rai, non si dovrebbero realizzare programmi con artisti o personaggi anche solo  lontanamente assimilabili alla mafia,  perché il loro messaggio raggiunge tanti giovani, che oltre a subirne il cattivo esempio, finiscono inevitabilmente per 'normalizzare' un fenomeno pericoloso come Cosa Nostra", così in una nota i parlamentari del MoVimento 5 Stelle in Vigilanza Rai.

"La condanna da parte della Rai rispetto a quanto accaduto nel corso della puntata del programma Realiti e l'avvio di un'istruttoria interna per accertarne le responsabilità sono misure doverose, ma non sufficienti - dice in una nota il presidente della Vigilanza Rai, Alberto Barachini - La grave offesa arrecata alla memoria di due esempi luminosi della lotta alla mafia si configura come un evidente omesso controllo da parte della governance del servizio pubblico, alla quale richiedo formalmente un controllo più rigoroso dei contenuti e degli ospiti delle trasmissioni".

Lucci: "Non cerco scuse, il risultato è stato pessimo"

Nel frattempo, dopo l'inchiesta interna della Rai, al programma tutto cambierà e non solo in seguito a questo grave fatto. Non ci sarà più la diretta e Realiti verrà spostato in seconda serata (veniva trasmesso alle 21.20), complici gli ascolti non esattamente buoni, 428.000 telespettatori con il 2,45% di share. "Sottrazione e focalizzazione" saranno quindi le due parole chiave del 'restyling' a cui sta lavorando: da mercoledì prossimo, 12 giugno, durerà meno della metà della prima puntata. "Non cerco scuse", ha confessato il conduttore Lucci, "il risultato è stato pessimo e ci siamo messi tutti in discussione per rettificare, sgrossare, pulire e ritrovare il focus del racconto, che è la gara tra i protagonisti dell'attualità social. La prima puntata è stata di una lunghezza estenuante. Gli ingredienti di fondo rimarranno gli stessi ma i 'concorrenti' scenderanno da sette a cinque e il ritmo sarà molto più serrato. Stiamo facendo tesoro di tutte le critiche che ci sono arrivate, tutte costruttive, affettuose e giustamente spietate", sottolineando che "l'idea del programma di Umberto Alezio rimane valida ma il racconto era troppo sfilacciato, c'era dentro troppa roba, era un mostro a dieci teste".

Sulla difficoltà di esordire nella prima serata del mercoledì con la concorrenza fortissima di programmi come quelli di Barbara D'Urso e di Federica Sciarelli, Lucci, senza tergiversare, dice: "Sicuramente la serata era difficile ma non cerchiamo attenuanti. Noi non puntavamo alla vittoria ma certamente a un risultato più dignitoso. Se un programma va così male, vuol dire che si è sbagliato. Il verdetto è stato chiarissimo. Però trattandosi di un programma sperimentale, sapevamo che potevamo trovarci a dover cambiare in corsa. E la seconda serata ci permette di essere più protetti", conclude, ricordando che i programmi completamente nuovi "richiedono un po' di tempo anche per capire se possono funzionare".

"Ho invitato un neomelodico non un mafioso"

"Davanti a me non c'era mica Riina ma un pischello, gli ho detto di studiare". Lo afferma il conduttore di Realiti, Enrico Lucci, in un'intervista a La Stampa, commentando la tempesta mediatica nata dalle parole su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino pronunciate da due ospiti della puntata di Realiti, andata in onda ieri su Rai2 in diretta. Lucci smentisce che il programma gli sia sfuggito di mano. "Ma quando mai - dichiara - la bufera è scoppiata perchè nessuno ha visto la trasmissione che si chiama 'Realiti' e appunto affronta temi caldi, quello che avviene nello show umano mondiale. Ho invitato un neomelodico, un pischelletto che prima di entrare mi ha detto 'io non sono mafioso ma dicendolo ho più follower'". Il conduttore precisa inoltre che "io questo devo far vedere, anche se va detto io non sono l'autore. Gli ho chiesto quali sono i suoi miti e poi gli ho consigliato di studiare, gli ho detto che non conosceva la storia. Gli dico che la mafia è merda e cerco di trattarlo da padre, in fondo non avevo davanti Riina ma un ragazzetto ignorante".

 

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