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MediaTech
“SanPa”, la docu-serie Netflix su San Patrignano accende la polemica

In seguito all'uscita della serie Netflix "SanPa: luci e tenebre di San Patrignano", dello scorso 30 dicembre, che ripercorre la storia della comunità terapeutica per tossicodipendenti di Coriano nell'Italia di fine anni ’70 (il 1978 fu l'anno della fondazione) e inizio anni ’80, gli anni di piombo, compresi i processi che videro imputati il suo fondatore Vincenzo Muccioli e alcuni collaboratori, prima per i suoi metodi terapeutici e poi per un omicidio commesso da un caporeparto, si è riaperto il dibattito sulla comunità e sul 'metodo Muccioli', di quel Muccioli che Piero Villaggio, figlio del comico Paolo, come si legge su Huffpost, definisce "carismatico" e che nella serie altri intervistati associano a "un’aura messianica, una carica spirituale che andava ben al di là della norma. Non è un caso che Muccioli stesso abbia ammesso di essersi appassionato al mondo dell’occulto. Nella serie si vede il fondatore ammettere candidamente di considerarsi un medium, di aver studiato parapsicologia e di aver partecipato a sedute spiritiche". Continua pertanto a incalzare anche la polemica contro la serie, dalla comunità odierna di San Patrignano che prende le distanze dalla produzione Netflix, a Vittorio Feltri che "giù le mani da Muccioli", ne sottolinea l'importanza dell'opera "terapeutica e anche economica". 

La comunità di San Patrignano si dissocia dalla serie Netflix

La comunità San Patrignano, tramite una nota, fa sapere che si dissocia completamente da SanPa, la docu-serie messa in onda da Netflix. "Il racconto che emerge - si legge nella nota - è sommario e parziale, con una narrazione che si focalizza in prevalenza sulle testimonianze di detrattori, per di più, qualcuno con trascorsi di tipo giudiziario in cause civili e penali conclusesi con sentenze favorevoli alla Comunità stessa, senza che venga evidenziata allo spettatore in modo chiaro la natura di codeste fonti''.

"Per trasparenza e correttezza abbiamo ospitato per diversi giorni la regista della serie la quale è stata libera di parlare con chiunque all'interno della comunità, e abbiamo inoltre fornito l'elenco di un ampio ventaglio di persone che hanno vissuto e tuttora vivono a San Patrignano e della quale conoscono bene storia passata e presente, in modo da poterle dare gli strumenti necessari per una ricostruzione oggettiva e informata. Tale elenco è stato totalmente disatteso, ad eccezione del nostro responsabile terapeutico Antonio Boschini, preferendo lasciare spazio ad un resoconto unilaterale che paia voler soddisfare la forzata dimostrazione di tesi preconcette''.

''Avevamo espresso fin dall'inizio la preoccupazione per gli effetti che un prodotto televisivo di ricostruzione delle vicende trascorse all'interno della comunità, se non ricostruite e presentate in maniera equilibrata e adeguatamente contestualizzate, poteva avere sulla odierna realtà di San Patrignano, con i suoi oltre 1000 ospiti. Purtroppo, ci troviamo a constatare che i timori erano assolutamente fondati''.

''Siamo molto preoccupati per gli effetti negativi e destabilizzanti che potrebbero ricadere sull'oneroso lavoro di recupero, reinserimento e prevenzione, ai quali la comunità San Patrignano è con dedizione da decenni impegnata. Le spettacolarizzazioni, drammatizzazioni e semplificazioni presenti in un prodotto chiaramente costruito per scopi di intrattenimento commerciale,più che di seria ricostruzione documentaria che rispetti i canoni di oggettività per essere chiamata tale, potrebbero altresì colpire le purtroppo numerosissime persone e le loro famiglie che affrontano il grave problema della tossicodipendenza, oggi ancora emergenza nazionale".

Vittorio Feltri: "Giù le mani da Vincenzo Muccioli. La sua opera è fuori discussione"

Nel dibattito sulla comunità di San Patrignano interviene anche Vittorio Feltri. "Mi sembra che l'opera che Muccioli ha fatto con San Patrignano sia fuori discussione. Quindi, giù le mani da Vincenzo Muccioli!" commenta in un'intervista all'Adnkronos. "Che siano successi, in tutti gli anni di vita di San Patrignano, alcuni fatti isolati esecrabili, non toglie nulla ai risultati ottenuti da Muccioli. E al gran numero di ragazzi che ha salvato, insieme alle loro famiglie. Creare un'organizzazione simile, con tanti tossicodipendenti recuperati e reinseriti in una situazione che è diventata anche una importante realtà produttiva oltre che terapeutica, è un merito di Muccioli, che non si può non riconoscere. Per carità, esistono anche altre comunità terapeutiche che hanno fatto molto bene ma non una realtà della dimensione, anche economica, di San Patrignano. L'opera di Muccioli è sotto gli occhi di tutti", conclude.

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