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MediaTech
SheCall, il bracciale che lancia l'allarme se vieni aggredita

La trovata è già nel nome: SheCall. Una chiamata al femminile. Un bracciale che lancia l'allarme quando chi lo indossa è in pericolo. Senza la necessità di digitare un numero o pigiare un bottone: a segnalare il rischio ci pensa il battito cardiaco.

L'idea è nata in provincia di Brescia, dopo un'esperienza non certo piacevole vissuta da Daniele Treccani, fondatore e ceo di Dares Technologies, la startup che ha sviluppato SheCall. Prima con soldi propri, poi con l'aiuto di alcuni imprenditori: 300 mila euro in tutto. E la volontà di crescere nell'ampio mercato che lega sicurezza personale e wearable.

L'INTERVISTA

Daniele Treccani, Come funziona SHECALL?
SHECALL utilizza avanzati biosensori per rilevare la frequenza cardiaca di chi lo indossa e, basandosi su una serie di test iniziali di autoapprendimento, definisce delle soglie oltre le quali viene automaticamente avviato l’allarme. Il concetto alla base è legato agli istinti innati delle persone. Quando ci si trova in una situazione di forte pericolo, dove la nostra vita è a repentaglio, il nostro istinto di sopravvivenza si manifesta a livello fisiologico. Sostanzialmente è il nostro stesso corpo a evidenziare la situazione di pericolo, il compito di SHECALL è ascoltarlo e reagire al bisogno.

Come è nata l'idea?
Ci fu un fatto principale, accaduto nel 2013, che mi portò a riflettere sull’aspetto della sicurezza personale: un tentativo di aggressione ai danni di mia cugina al quale assistetti in prima persona. Per nostra fortuna non successe nulla di grave, ma ne rimasi molto turbato. Questo avvenimento mi spinse a cercare online dei prodotti per la sicurezza personale che avrei voluto fare come regalo. Trovai svariati prodotti che però decisi di non acquistare in quanto veniva, in tutti i casi, richiesta un’azione da parte dell’utilizzatore. Semplice o complessa, pensai che difficilmente in quella situazione avremmo potuto eseguirla. Un giorno, mentre ero impegnato in tutt’altro, mi arrivò l’idea: “Se il panico è tipico in situazioni di forte pericolo forse possiamo utilizzarlo per rilevarle automaticamente evitando che venga richiesta un’azione all’utilizzatore”. La reazione dei primi medici a cui ne parlai fu molto positiva e questo mi diede il coraggio per iniziare il percorso di sviluppo e di crescita.

Che cos'è SHECALL di diverso rispetto ad altri dispositivi che puntano sulla sicurezza?
La differenza principale è legata al metodo di avvio. SHECALL inverte completamente la funzione del bottone – fisico o in app – il quale non è più necessario per avviare l’allarme ma, al contrario, per interromperlo. Tra le due cose penso vi sia una chiara differenza. Se ci troviamo in una situazione di pericolo è molto più probabile non riuscire a premere quel bottone piuttosto che il contrario. Di conseguenza l’allarme viene inviato. Se invece la situazione di pericolo non si concretizza, possiamo tranquillamente interrompere l’allarme cliccando il bottone in quanto niente ce lo impedisce.

SHECALL distingue l'emergenza in base a un solo parametro: il battito cardiaco. Come fa a non confondersi con altri episodi traumatici?
In realtà un episodio traumatico, in quanto tale, denota una situazione di rischio e di conseguenza un potenziale bisogno di aiuto. Qualora non si desideri che l’episodio causi l’invio delle richieste di aiuto si dovrà semplicemente interrompere l’allarme mediante l’applicazione.

Chi ha investito in SHECALL? Quanto?
Quando SHECALL era solo un post-it ho investito personalmente, per quanto nelle mie limitatissime possibilità, facendo bootstrapping. Per riuscire a mantenermi facevo due lavori cercando di spendere il meno possibile per me stesso e investendo ogni prezioso euro nel progetto. Aggiungo che senza l’importante contributo datomi dalle tante persone che avevano sposato fin da subito l’iniziativa, verso le quali nutro un grande rispetto e senso di gratitudine, non sarei riuscito a superare quel primo periodo. L’obiettivo era di effettuare le prime fasi di analisi al fine di poter pianificare lo sviluppo realizzando un piano il più completo possibile. Successivamente abbiamo trovato industriali e medici bresciani che hanno creduto nell’iniziativa decidendo di investire. In totale l’investimento, considerando la fase di bootstrapping e la successiva, è stato di oltre 300 mila Euro.

Come avete fatto a conquistare gli investitori?
Abbiamo fin da subito prestato attenzione agli aspetti che tipicamente un investitore reputa fondamentali prima di procedere ad un investimento in startup. Così facendo abbiamo preparato con largo anticipo le risposte svolgendo analisi mirate e/o modifiche progettuali dove necessario. Presentarsi avendo buona parte delle risposte già disponibili e quindi anticipando le domande degli investitori credo aiuti molto e denoti attenzione verso ciò che si sta facendo e proponendo.

Quando è previsto il lancio sul mercato?
Attualmente siamo alla ricerca di un nuovo investimento e di conseguenza il lancio dipende dal suo ingresso. Premesso questo, puntiamo ad avviare il preorder tra ottobre-novembre 2016, per poi effettuare le prime consegne tra dicembre e febbraio 2017. Il prezzo sarà di 180 euro e comprenderà un bracciale completo, l’app, un cavo di ricarica magnetico.

Quali sono i programmi per il 2016?
Nel 2016 miriamo a far conoscere il progetto perché l’apprezzamento da parte delle persone è fondamentale per poter proseguire e portare l’iniziativa allo stadio successivo. Unitamente a questo prevediamo di completare lo sviluppo del bracciale e dell’applicazione Android nonché sviluppare l’applicazione iOS.

Il nome (SHECALL) si rivolge chiaramente alle donne. Ma il meccanismo potrebbe valere anche per altri situazioni di emergenza. È una delle espansioni cui state pensando?
Certamente si. I campi di applicazione di SHECALL sono ampi e, applicando lo stesso meccanismo in altri prodotti, si aprono svariate nuove possibilità. Alcune di queste le abbiamo già chiare in mente e le abbiamo quindi previste nel piano, altre invece sono ancora nebbiose e richiedono analisi approfondite.

Tags:
shecalldaniele treccanisicurezza personaleapp





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