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MediaTech
Soros chiede la rimozione di Zuckerberg e Sandberg dalla guida di Facebook

L'imprenditore e attivista George Soros chiede di rimuovere Mark Zuckerberg dal suo ruolo il ceo di Facebook, perché colpevole, a suo dire, di “oscurare i fatti” e di “essere impegnato in una sorta di accordo di assistenza reciproca con Donald Trump che lo aiuterà a essere rieletto”.

La richiesta è contenuta in una breve lettera pubblicata dal Financial Times, quasi in risposta all’intervento che Zuckerberg ha fatto ieri sulle pagine dello stesso giornale.

Secondo Soros, Zuckerberg “dovrebbe smetterla di offuscare i fatti sostenendo con religiosa devozione di essere a favore di una regolamentazione del governo” americano sulle Big tech. “Facebook non ha bisogno di aspettare per una normativa governativa che impedisca loro di accettare ogni pubblicità politica nel 2020 fino al termine delle elezioni del 4 novembre” negli Stati uniti, continua la lettera, “se c’è un dubbio sul fatto che una pubblicità sia politica dovrebbe mantenersi cauto e rifiutare di pubblicarla. Ma è improbabile che Facebook segua questa procedura”.

“Quindi – scrive Soros – ripeto la mia proposta: Zuckerberg e Sheryl Sandberg (chief operating officer di Fb, ndr) dovrebbero essere rimossi dal controllo di Facebook”. “Va da sè, rimarca Soros, che io supporti una regolamentazione del governo sulle piattaforme online”.

Soros: "La società di social media farà rieleggere Trump, perché fa bene agli affari".

Non è la prima volta che Soros attacca i giganti del web e in particolare Facebook. Solo qualche settimana fa, dalle colonne del Nyt, aveva chiesto di togliere a Zuckerberg il controllo del social.

Durante una cena della scorsa settimana a Davos, in Svizzera, mi è stato chiesto se pensavo che Facebook si stesse comportando in modo più responsabile oggi rispetto alle elezioni presidenziali del 2016.

"Niente affatto", ho risposto. "Facebook ha aiutato Trump a essere eletto e temo che farà lo stesso nel 2020". Ho spiegato che esiste una legge di vecchia data - Sezione 230 del Communications Decency Act - che protegge le piattaforme di social media dalla responsabilità legale per diffamazione e reclami simili. Facebook può pubblicare dichiarazioni deliberatamente fuorvianti o false da parte di candidati a cariche pubbliche e altri, e non si assume alcuna responsabilità in merito.

Ho continuato dicendo che sembra esserci "un'operazione informale di mutua assistenza o un accordo in via di sviluppo tra Trump e Facebook" in cui Facebook aiuterà il presidente Trump a essere rieletto e il signor Trump, a sua volta, difenderà Facebook dagli attacchi da regolatori e media.

 

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