Niente fusione tra Publicis e Omnicom: gli screzi Lévy-Wren dietro lo stop
Il matrimonio finisce prima ancora di cominciare. Omnicom e Publicis hanno deciso di abbandonare il progetto di fusione. Non nascera quel colosso da 35 miliardi di dollari di fatturato che avrebbe costituito la prima azienda al mondo nel settore pubblicitario.
La motivazione ufficiale rifuarda i nodi normativi: "Le sfide che ancora restavano da superare, oltre alla lentezza dei progressi, hanno creato un livello di incertezza pregiudizievole per gli interessi di entrambi i gruppi, i loro dipendenti, i clienti e gli azionisti". La fusione, dopo il via libera dell'Ue e in attesa di quello cinese, ha incontrato un problema che il numero uno di Omnicom, John Wren, aveva definito "del tutto inaspettato": lo stop da parte delle autorità fiscali olandesi. Fonti vicino alla vicenda avrebbero però definito "superabili" i problemi legali.
L'addio alle nozze andrebbe quindi ricercato altrove, nell'idea di una fusione alla pari che ha creato un conflitto diretto tra i ceo Wren e Lévy. Meglio rinunciare alle nozze che vivere una vita di coppia litigiosa.