Hiv: trapianto di organi al via tra pazienti Hiv positivi
Donazione di organi tra pazienti Hiv positivi: al via in Italia al trapianto tra pazienti positivi al virus dell'Hiv
TRAPIANTI DI ORGANI: VIA LIBERA ALLA DONAZIONE DI ORGANI TRA PAZIENTI POSITIVI ALLʼHIV
Hiv, a breve sarà dato il via libera ai trapianti tra pazienti positivi al virus: “È in corso la pubblicazione in Gazzetta del protocollo che permette la donazione di organi da parte di pazienti Hiv-positivi. Ancora 2 o 3 giorni di attesa e sarà norma. Per la prima volta un provvedimento prende atto di come, data la capacità diagnostica e terapeutica di cui disponiamo, sia possibile prevedere l'utilizzo di donatore Hiv-positivo per ricevente sempre Hiv-positivo, con la previsione di un successo terapeutico".
Lo ha annunciato il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, a margine della terza edizione degli Stati generali della Rete trapiantologica italiana che si stanno svolgendo a Roma.
AL VIA DONAZIONE DI ORGANI TRA PAZIENTI POSITIVI ALL'HIV
"L'importanza - spiega - è soprattutto sociale, perché toglie un fattore di discriminazione al soggetto Hiv, ovviamente senza modificare la sicurezza con la quale viene effettuato un trapianto. Il ricevente deve essere necessariamente Hiv-positivo", tiene a precisare il numero uno del Cnt, e "il donatore deve rispondere a determinate condizioni, ovvero deve essere un soggetto seguito che non porta fattori di rischio aggiuntivo. Di fatto - ribadisce - anche per il virus Hiv è ora possibile utilizzare pienamente il donatore con patologia, come già avviene per donatore Hcv".
VIA LIBERA ALLA DONAZIONE DI ORGANI TRA PAZIENTI HIV POSITIVI
La 'due giorni' romana è anche l'occasione per presentare la rete dei progetti recentemente approvati, come "i nuovi criteri di autorizzazione dei centri trapianto, che introducono una forte novità, ovvero dicono che l'attività trapiantologica è un programma di trapianto gestito dall'azienda con un direttore del programma nominato dal direttore dell'azienda stessa.
Inoltre - continua Nanni Costa - è previsto un meccanismo 'hub and spoke' tra gli ospedali della regione che devono mandare pazienti al centro trapianti".
Ancora, "con il nuovo Piano trapianti la donazione non è più problema della Rianimazione, ma dell'intero ospedale. Nell'ospedale viene costituito un comitato donazioni analogo al comitato per la raccolta sangue. Il piano è stato approvato a gennaio da un accordo Stato-Regioni e sarà implementato nei prossimi mesi".
"Quanto agli ospedali dove vengono eseguiti i trapianti - precisa il direttore del Cnt - in Italia abbiamo un'attività concentrata in 42 strutture. C'è stato un processo di concentrazione dovuto alla complessità. Questo è un dato positivo. Nel 2017 rispetto al 2015 i trapianti sono cresciuti del 20%, c'è un aumento del 20-30% dei donatori a cuore fermo. Abbiamo un buon livello di donazioni pediatriche, per le quali i tempi di attesa, soprattutto per il fegato sono inferiori grazie allo split. Infine - conclude Nanni Costa - abbiamo poi introdotto nuovi criteri per una autorizzazione specificatamente pediatrica".