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Medicina
Il medico? No, meglio il farmacista: tre italiani su 4 hanno quello di fiducia

Quando si hanno dolori, traumi e fastidi spesso si salta la ‘tappa’ dal medico di cura. Per diverse ragioni: pigrizia, mancanza di tempo o perché ci fidiamo del farmacista.  Tre quarti dei cittadini hanno una propria farmacia di fiducia dove sono soliti recarsi; parimenti elevata (73%) è la percentuale di coloro che sono a conoscenza che da alcuni anni ormai le farmacie sono abilitate ad erogare nuovi servizi per i cittadini; considerevole è anche la popolazione. E’ questo il quadro che emerge dall’indagine condotta da Cittadinanza attiva in collaborazione con Federfarma e con il contributo non condizionato di Teva, presentato oggi a Roma e che ha riguardato il 10% delle farmacie presenti sul territorio.

Il Rapporto, al quale hanno contribuito 1915 farmacie, evidenzia una serie di barriere che ancora ostacola il pieno passaggio dalla farmacia "di fiducia" alla farmacia "dei servizi", tra cui: un limitato coinvolgimento delle farmacie (27%) in campagne di prevenzione e screening promosse dalle istituzioni; lo scarso coinvolgimento delle farmacie (solo il 20%) nel processo di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico; una insufficiente condivisione, ai fini del supporto all'aderenza terapeutica, dei dati telematici tra il gestionale della farmacia e i sistemi informativi sia del Ministero della Salute/AIFA (34%), sia soprattutto dei MMG (solo il 12% delle farmacie risulta interconnesso con i medici di famiglia); la necessità di rafforzare dialogo e collaborazione a livello locale con le realtà dell'associazionismo civico impegnate nella tutela della salute come bene comune.

"L'essere destinataria di tanta fiducia è un ottimo presupposto per poter giungere compiutamente a quella farmacia dei servizi verso cui, con il tanto atteso accordo in seno alla Conferenza Stato-Regioni, si è finalmente tracciata la strada per passare da sperimentazioni regionali e locali ad una messa a regime su base nazionale. Inoltre, la Farmacia rappresenta un importante presidio di salute nelle aree interne del Paese, un importante strumento da utilizzare nelle strategie e azioni contro le disuguaglianze nella salute”, dichiara Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva. 

 

“Questo secondo Rapporto conferma che le farmacie stanno potenziando la prevenzione e il monitoraggio della terapia dei pazienti e che i cittadini hanno nella farmacia e nel farmacista una enorme fiducia.   Dalla analisi emerge anche che manca ancora un impegno strutturato della parte pubblica e che lo sviluppo della farmacia viaggia in modo disomogeneo sul territorio.  La sperimentazione della Farmacia dei Servizi - le cui linee guida sono state recentemente approvate dalla Conferenza Stato Regioni e per la quale è già previsto un finanziamento - può essere il punto di svolta per invertire questa tendenza” osserva Marco Cossolo, presidente Federfarma.  

“Dal Rapporto emerge che anche le farmacie rurali e delle zone disagiate svolgono un lavoro egregio sul territorio malgrado le mille difficoltà e la scarsità di spazi risorse e strumentazioni. Servono segnali specifici in favore delle piccole farmacie che costituiscono un presidio capillare, essenziale per la salute della collettività” commenta Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar. Peculiarità di questa seconda edizione è il diretto contributo di informazioni apportato dai cittadini, infatti ad una survey dedicata ai farmacisti e alle farmacie se ne è abbinata una dedicata ai cittadini in quanto fruitori dei servizi delle farmacie: hanno risposto 1265 persone di tutte le regioni d'Italia, in leggera prevalenza le donne (56%).

Il 65% dei cittadini afferma che quando ha di fronte il farmacista è consapevole di avere a che fare con un professionista che dispensa consigli importanti per la salute, e non certo con un addetto alla vendita di farmaci e presidi sanitari. A detta delle persone che hanno preso parte alla survey, nel 41% dei casi il farmacista conosce il medico di famiglia o l'eventuale specialista che ha in cura la persona, sa quali farmaci la persona prende abitualmente (42%), è prodigo di consigli in merito ai dosaggi o alle modalità di assunzione quando consegna i farmaci (42%).

Pressoché unanime il giudizio positivo che i cittadini espimono in merito alla loro partecipazione alle campagne di prevenzione in farmacia: per il 70% è valutata molto utile, mentre per il 26% è ritenuta abbastanza utile. Anche per quanto riguarda il supporto attivo delle farmacie all’aderenza terapeutica va rimarcato che - al di là di quale sia stata l’azione di supporto posta in essere dalla farmacia - il beneficio in termini di miglioramento della propria aderenza alla terapia risulta molto significativo per il 33% delle persone e abbastanza significativo per un altro 51%. Poco significativo lo hanno valutato il 13% delle persone. 

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