Neoplasie, arriva il Dna Frankenstein: amico dei tumori
Se i tumori si sviluppano è colpa del dna Frankenstein, un’anomalia biochimica che moltiplica i geni malati: la scoperta arriva da uno studio australiano. Lo studio condotto da un gruppo di ricercatori coordinato da David Thomas e Tony Papenfuss, dell'istituto australiano Garvan di Sidney, in collaborazione con il Peter MacCallum Cancer Centre e il Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research di Melbourn rivela che la sopravvivenza dei tumori dipende dal dna Frankenstein, che riesce a mettere sotto sequestro e moltiplicare i geni utili al suo sviluppo.
Secondo quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista Cancer Cell, in alcune forme di tumore sono presenti enormi molecole di Dna chiamate 'neocromosomi' che nascono dall'assemblaggio di diversi frammenti del genoma. Presenti nel 3% di tutti i tumori, questi ammassi anomali di geni sono facilmente rintracciabili nei liposarcomi, nei sarcomi e in alcuni tumori del sangue e del cervello.
I ricercatori del Peter MacCallum Cancer Centre, del Walter ed Eliza Sala Institute of Medical Research e del Garvan Institute of Medical Research, hanno mostrato la formazione di 'bombe cromosomiche spontanee" e le catastrofiche "esplosioni" che porterebbero alla formazione dei neocromosomi.
Per far luce sul meccanismo, Thomas e Papenfuss, hanno mappato i neocromosomi dei liposarcomi, servendosi poi di modelli matematici capaci di rendere conto della sequenza di avvenimenti all'origine della loro formazione. Una specie di scavo archeologico nel dna, commentano i ricercatori, ''dove, setacciando le rovine di un evento catastrofico del passato, si riesce a capire cosa sta accadendo nel presente''.
"Abbiamo dimostrato che il cromosoma 12 si frantuma e dai suoi resti si forma un anello di Dna in maniera casuale", spiega Papenfuss. Da questa frantumazione nasce poi il dna Frankenstein, ma da questa scoperta arriva anche un’importante indicazione per una possibile terapia in grado di fermare il cancro. "Quando gli oncogeni chiave che sono stati massicciamente amplificati nelle cellule tumorali sono stati bloccati, le cellule tumorali sono morte", spiega il dottor Thomas.