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Medicina
Takeda investe 16 milioni di euro nello stabilimento di Pisa

Takeda, colosso delle malattie rare, approva un investimento di 16 milioni di euro per lo stabilimento di Pisa: al via l’introduzione di una nuova linea di produzione dell’albumina secondo i più alti standard tecnologici, con l’obiettivo di raddoppiare la capacità produttiva nei prossimi anni

Essere vicini ad un più alto numero di pazienti nel mondo, incrementando la produzione di albumina: questa la visione strategica di Takeda ed in particolare della Business Unit dedicata alla produzione di plasma derivati, che ha annunciato in questi giorni di voler investire nello stabilimento di Pisa circa 16 milioni di euro nei prossimi anni, per aggiornare la linea di produzione dell’albumina con una nuova tecnologia innovativa detta Isolator Technology.

“L’obiettivo è ambizioso: raddoppiare la capacità produttiva nei prossimi anni” dichiara Massimiliano Barberis, Direttore degli stabilimenti produttivi Takeda in Italia “e il nuovo investimento da 16 milioni di euro permetterà di raggiungere questo traguardo grazie all’aggiornamento della linea di produzione dell’albumina con una tecnologia d’avanguardia chiamata Isolator Technology che sostituirà gradualmente a partire dal 2024 l’attuale tecnologia”.

La sfida è storica, sostenuta da importanti investimenti economici, a testimonianza di quanto Takeda creda nell’Italia e nello stabilimento toscano: elemento di fondamentale importanza visto che, nel contesto globalizzato, la competitività di una Nazione non si valuta solo dai beni che è capace di produrre ma anche dai capitali che è in grado di attrarre.

“Si tratta di un risultato straordinario” continua il Direttore Barberis “che riconosce il valore della manifattura in Italia e garantisce un futuro per lo stabilimento almeno per i prossimi 20 anni. L’impianto, oltre ad includere svariati miglioramenti tecnologici, sarà anche grado di raccogliere e gestire flussi dati di processo, in linea con le recenti innovazioni del campo della digitalizzazione (Industria 4.0). Tutto questo significa riuscire a garantire una migliore fornitura di farmaci salva vita per i nostri pazienti di tutto il mondo. L’albumina, infatti, come noto, copre un ampio spettro di patologie o di stati fisiologici, quali insufficienza epatica, sindrome nefritica, ipovolemia, difficoltà respiratorie e shock”.

L’introduzione della nuova linea produttiva rappresenta un passo fondamentale per rendere ancora più all’avanguardia lo stabilimento di Pisa in termini di caratteristiche informatiche, impiantistiche e di digitalizzazione, in vista del forte aumento di domanda di farmaci plasmaderivati previsto in tutto il mondo che rispecchia la necessità di trattare un più alto numero di pazienti, non trattati o non diagnosticati. L’aumento di capacità produttiva avrà risvolti anche dal punto di vista occupazionale con un incremento che si stima in decine di nuovi ingressi e riguarderà sia personale specializzato che personale operativo.

Con oltre 30 anni di esperienza, lo stabilimento di Pisa impiega più di 150 persone ed è dedicato esclusivamente al trattamento di albumina umana, a seguito del frazionamento del plasma effettuato nel sito produttivo di Rieti. A Pisa vengono eseguite le fasi di riempimento asettico e ispezione visiva. Grazie al recente aumento dei Paesi raggiunti (completato con la Cina), Pisa è ora il principale fornitore di Albumina per i paesi RoW (Resto del mondo).

Inoltre da settembre 2020 lo stabilimento di Pisa, assieme a quello di Rieti, è fortemente coinvolto nel trasformare in farmaci salvavita tutto il plasma donato nelle strutture trasfusionali delle Regioni Toscana, Marche, Lazio, Campania, Molise e Ispettorato Generale della Sanità Militare, con l’ambizioso obiettivo di rendere l’Italia autosufficiente nella disponibilità di farmaci emoderivati.

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