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Après-coup Milano riapre con la mostra di Bhajju Shyam

Après-coup Milano riapre con la mostra di Bhajju Shyam

Il luogo, la casa più eclettica della città riapre dopo il lockdown. Après-coup Milano, via Privata della Braida 5. Riaprono le porte del bistrot e della Galleria d’Arte Contemporanea, giovedì 28 maggio alle ore 18 con la mostra di Bhajju Shyam – La giungla in città, grazie a Galleria ArteUtopia e Après-coup Arte Contemporanea. "Quando il tuo sguardo incontra una bella immagine è segno che quel giorno la fortuna ti sorride", dichiara Luigi Pedrazzi, direttore di ArteUtopia. In questi giorni difficili, dove molte delle nostre certezze si sono rivelate illusioni, dove abbiamo scoperto la fragilità delle nostre città e dove abbiamo ritrovato la consapevolezza dei nostri limiti, l’arte di Bhajju Shyam è un messaggio di speranza e di gioia, dove la natura e l’uomo si mescolano nei colori e nei simboli della vita in comunione con il mondo che ci ospita con la magica semplicità di una fiaba. La mostra rimarrà aperta fino al 12 luglio.

“Abbiamo atteso ancora qualche giorno per essere pronti ad accogliere i nostri clienti, i nostri amici, nel modo più sicuro possibile -dichiara David Ponzecchi, direttore di Après-coup - e questo sarà garantito anche grazie alle poche, semplici regole che chiederemo di rispettare. Non potremo ancora stringerci nei forti abbracci che vorremmo condividere tutti ma questo non ci impedirà di tornare a passare ore piacevoli in compagnia”.

In questa fase cambieranno gli orari di apertura e chiusura mentre i giorni di apertura resteranno dal martedì al sabato inclusi:

Après-coup Bistrot dalle 18:00 alle 02:00
Galleria ArteUtopia | Après-coup Arte Contemporanea dalle 16:30 alle 22:00

LA MOSTRA

Il lungo viaggio di queste opere comincia quando Bhajju Shyam lascia il suo villaggio Patanghar e la sua gente, i Gond, per trasferirsi in cerca di fortuna in una grande città, Bhopal, dove trova lavoro come apprendista nella bottega di un pittore gond.

I gond hanno una tradizione visiva molto singolare, che svolge un ruolo di primo piano nella vita delle comunità. Le capanne in cui vivono sono letteralmente coperte di immagini che raffigurano i soggetti più disparati, dai miti della creazione al pantheon tribale e poi animali, alberi, diagrammi simbolici e scene di vita quotidiana.

Il suo talento non passa inosservato e viene ingaggiato come illustratore da Tara Book, una delle più importanti case editrici indiane, per trasferirsi poi a Londra, dove lavora per editori e gallerie. Viene invitato a Parigi, per una collettiva organizzata dal Musee des Arts Decoratifs e da allora i suoi lavori sono stati esposti in Inghilterra, Germania, Olanda e Russia. "L’arte esposta nelle sale non ha nulla a che vedere col realismo o con la resa prospettica o tridimensionale - spiega Luigi Pedrazzi - Esprime significati e trae la sua energia da linee fluttuanti, da intricati motivi geometrici e dai simboli che collegano gli esseri umani alla fabbrica del cosmo. Per i gond l’arte è una forma di preghiera. Il valore attribuito alla pittura è dunque altissimo, oltre il senso commerciale".

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