Milano
Assolombarda, Biffi: “Nasce progetto ‘ForgIA’ per rendere l’IA motore dell’industria"
Al Teatro Dal Verme a Milano l’Assemblea Generale 2025 di Assolombarda. La relazione integrale del presidente Alvise Biffi, che presenta il progetto ReThinking Industry e ForgIA

Alvise Biffi
Assolombarda, Biffi: “Nasce progetto ‘ForgIA’ per rendere l’IA motore dell’industria"
Al Teatro Dal Verme a Milano l’Assemblea Generale 2025 di Assolombarda. L’assise, dal titolo “ReThinking Industry”, è stata dedicata alla produttività e all’impatto dell’innovazione e, in particolare, dell’intelligenza artificiale sulle imprese. Di seguito la relazione del presidente Assolombarda Alvise Biffi.
“NODO PRODUTTIVITÀ, NEGLI ULTIMI 10 ANNI ITALIA RIMASTA FERMA MA IL TERRITORIO RIMANE LOCOMOTIVA”
“La produttività è da un trentennio il nodo alla base della scarsa crescita economica del nostro Paese. Negli ultimi dieci anni, la crescita media annua della produttività in Italia è stata pari a zero. Se si scompone il decennio in due periodi, l’andamento complessivo si mantiene stagnante, con una lieve progressione del +0,1% in media annua per il primo quinquennio 2014-2019 e una leggera flessione del -0,1% dalla pandemia a oggi. Tutto questo mentre, nello stesso arco temporale, l’Unione Europea cresceva di circa +0,7% annuo e gli Stati Uniti avanzavano al passo del +1,3%. In altre parole: noi siamo rimasti fermi, quando contemporaneamente i nostri partner correvano. Eppure, il nostro territorio continua a essere la locomotiva del Paese: la prima regione d’Italia per imprese (965 mila), per occupati (3,9 milioni) e per PIL (503 miliardi di euro annui). E gran parte di questi numeri si concentra nel Quadrilatero di Assolombarda: 516 mila aziende, 2,1 milioni di lavoratori, 299 miliardi di euro di ricchezza prodotta ogni anno, circa un settimo del PIL nazionale”.
“PIL LOMBARDO, RITMI MODESTI: NON ACCONTENTARSI DI UNA CRESCITA PROSSIMA ALLO ZERO-VIRGOLA”
“Ma attenzione: anche la locomotiva, se non accelera, rischia di essere superata. Per quest’anno si prevede che il PIL lombardo cresca ancora, ma di un magro +0,6% e le aspettative per il prossimo anno restano contenute al +0,8%. Ovviamente l’instabilità globale pesa sui risultati delle imprese, in particolare sulla manifattura, e questo è evidente negli indicatori più recenti: in primavera la produzione industriale indulge su un debole +0,6% annuo e la domanda estera flette in valore del -0,3%. Per il nostro Quadrilatero – Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia – si prospetta una progressione maggiore, con un PIL in espansione al +1,2% nel 2025. Sono ritmi troppo modesti per chi vuole restare protagonista. Non si può tornare ad accontentarsi di una crescita prossima allo zero-virgola”.
“ALLARME DAZI E CAMBIO EURO-DOLLARO: A RISCHIO 900 MILIONI DI EURO DI VENDITE ESTERE NEL TERRITORIO, UNA CIFRA CHE PUÒ TRIPLICARE”
“Rischiamo di essere frenati da ostacoli esterni. Si pensi ai dazi imposti dall’amministrazione americana: nuove barriere che colpiscono proprio i settori dove l’Italia è più forte e che rischiano di trasformare in zavorra ciò che dovrebbe spingerci avanti. Nel breve periodo l’impatto sulle imprese italiane è di oltre 7 miliardi, una perdita che rischia di essere ben più dolorosa nel lungo periodo, perché il pericolo reale è che i nostri prodotti vengano sostituiti. Guardando al nostro territorio, oggi sono a rischio 900 milioni di euro di vendite estere, ma nel lungo termine questa cifra può quasi triplicare. Queste stime tengono conto dell’impatto diretto dei dazi, ma anche dell’attuale debolezza del dollaro sull’euro che agisce come un ‘dazio implicito’ per le nostre imprese. E allora serve una visione chiara, che vada oltre la logica dei ristori. È urgente investire in innovazione e qualità per rendere sempre più strategico il Made in Italy e il Made in Lombardy nelle catene globali. E occorre diversificare i mercati – dal Mercosur all’India, fino al Golfo Persico, passando dal Canada – per ridurre le dipendenze e cogliere le opportunità della nuova geografia economica. Questo vale soprattutto in tempi di turbolenze geopolitiche e revisione delle strategie localizzative delle imprese. L’obiettivo, infatti, deve essere quello di rendere il nostro Paese, con i nostri territori in prima linea, un’area straordinaria dove produrre e investire”.
“PIÙ INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO: MANCANO 9 MILIARDI PER PAREGGIARE LE RISORSE DEI COMPETITOR”
“È proprio in momenti come questi che bisogna guardare avanti e investire per accrescere il potenziale economico. In Lombardia vengono canalizzati in ricerca e sviluppo l’1,19% del PIL, meno di 6 miliardi di euro, mentre regioni europee comparabili sono già oltre il doppio. Il nostro obiettivo deve essere il 3% e mancano circa 9 miliardi per arrivarci. Una cifra elevata, ma non impossibile, che dovrebbe essere considerata nelle valutazioni sui contenuti della Legge di Bilancio”.
“FONDI DI COESIONE: NON INDEBOLIRE LO SVILUPPO DEI TERRITORI, CONSEGUENZE SAREBBERO SU SISTEMA ITALIA”
“Per quanto riguarda i Fondi di Coesione, continua a essere prioritaria un’allocazione delle risorse che tenga conto delle specificità locali valorizzando la capacità di progettare, attrarre e realizzare investimenti trasformativi. Al contrario, va scongiurata l’uniformità forzata dei diversi bisogni, il rallentamento delle tempistiche, l’indebolimento delle leve locali di sviluppo, perché si andrebbero a penalizzare le aree più dinamiche del Paese – come il nostro territorio – con un danno che si ripercuoterebbe sull’intero sistema Italia”.
“AIUTIAMO LE MICROIMPRESE A DIVENTARE PIÙ PRODUTTIVE: LEVE L’INNOVAZIONE, L’IA, LE COMPETENZE E L’ENERGIA”
“Il problema della produttività è che troppo spesso si corre con i freni tirati a causa della burocrazia, delle lentezze infrastrutturali, della generale frammentazione dei mercati, ma soprattutto perché, come Paese, si investe poco in digitale, tecnologia e capitale umano. Una circostanza che si riverbera sulle microimprese. Esse rappresentano il 95% delle imprese italiane, ben più di quanto accade in Germania o in Francia. Dovrebbero essere la nostra forza diffusa, ma non lo sono perché da sole non hanno la capacità di innovare e investire come servirebbe. Se si scompone per dimensione aziendale, nell’industria e nei servizi di mercato il gap italiano di produttività è interamente riconducibile alle microimprese, che hanno un valore aggiunto per addetto inferiore di un terzo a quello delle analoghe tedesche: 36.400 euro contro 56.600 euro. Questo vale anche per il nostro territorio, il Quadrilatero di Assolombarda, e per la Lombardia nel complesso. Difatti, anche qui le microimprese hanno un ritardo di produttività del lavoro, seppur più contenuto e pari al -16% in termini di livelli rispetto alle tedesche (47.700 euro contro 56.600 euro). Viceversa, le piccole e le medie aziende lombarde battono ampiamente i competitor tedeschi, con un’efficienza superiore di circa almeno il +20%. Per fortuna, la nostra bassa produttività non è una condanna. Le leve su cui lavorare per aumentarla sono l’IA e l’innovazione, le competenze e l’energia”.
“IA OPPORTUNITÀ: MERCATO IN CRESCITA IN ITALIA MA TRA LE PICCOLE SOLO IL 7% L’HA ADOTTATA”
“L’IA rappresenta un’opportunità per far crescere la produttività. Già oggi, l’intelligenza artificiale generativa si sta affermando come uno dei fattori tecnologici più trasformativi per il mondo industriale, aprendo nuove prospettive per l’organizzazione della conoscenza, l’ottimizzazione dei processi e la valorizzazione del capitale umano. In Italia, nel 2024, il mercato dell’IA ha raggiunto quota 1,2 miliardi di euro, trainato prevalentemente dalle soluzioni di IA generativa che da sole rappresentano il 43% degli investimenti. Ancora una volta, però, l’adozione riguarda soprattutto le grandi imprese: tra le medie solo il 15% ha già avviato progetti in questa direzione e la percentuale scende al 7% se allarghiamo lo sguardo alle piccole”.
“UN’ALLEANZA SULL’INNOVAZIONE PER IL FUTURO DELLE IMPRESE: OGGI FIRMIAMO ‘RETHINKING INDUSTRY’”
“Insieme a Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale per l’Industria, Italian AI Factory for Leading Innovation AI e il Politecnico di Milano, Assolombarda firma oggi un importante accordo sull’innovazione: ‘ReThinking Industry’. Un’iniziativa resa possibile anche grazie alla collaborazione delle istituzioni del nostro territorio, Regione Lombardia e Comune di Milano, e alla partnership di sistema con Unione Industriali Torino. Si sono avviati dialoghi con altre territoriali di Confindustria. Con ‘ReThinking Industry’ si vuole trasformare una piramide – quella dell’innovazione, oggi in parte costruita ma disgiunta e frammentata – in un organismo unico e operante: connessioni solide in basso, infrastrutture potenti, piattaforme aperte, applicazioni AI di valore. È da questa sovrapposizione armonica che emergerà il pieno potenziale della nostra industria”.
“NASCE ‘ForgIA’ PER RENDERE L’IA MOTORE DELL’INDUSTRIA: UN ECOSISTEMA DI DATI PER ‘FORGIARE’ SOLUZIONI DI IA”
“Il cuore di ‘ReThinking Industry’ è la nascita di ‘ForgIA’, il primo di 42 progetti promossi da Assolombarda. Si tratta di un ecosistema aperto, ma tutelato, basato sul principio della sovranità del dato, che permette di creare una dinamica nella quale imprese concorrenti collaborano tra loro in alcune aree strategiche continuando a competere in altre. In sostanza, si coopera per sviluppare tecnologie, standard comuni, infrastrutture o mercati, mentre si compete su prodotti, servizi o quote. Immaginate una piramide dell’innovazione fatta non di pietre, ma di dati, infrastrutture e applicazioni intelligenti. Oggi i dati sono un patrimonio da cui dipende la competitività del nostro sistema produttivo: sono il motore dell’innovazione e della sostenibilità nel lungo periodo. Le parole d’ordine sono ‘condivisione’ e ‘aggregazione’ dei dati per anticipare i cambiamenti, ottimizzare i processi e rispondere con agilità alle crisi. Con ForgIA si vuole costruire un ecosistema di dati condivisi dalle filiere e dai distretti industriali, messi a disposizione per forgiare soluzioni di intelligenza artificiale. La sua nascita consente di organizzare, valorizzare e rendere accessibili i dati industriali, con l’obiettivo di aumentare la produttività del manifatturiero e favorire la trasformazione digitale delle imprese”.
“CON UN +10% DI PRODUTTIVITÀ DELLE PMI, IL TERRITORIO GENERA 2,4 MLD. A LIVELLO NAZIONALE IL BENEFICIO PUÒ ARRIVARE A 9 MLD”
“ForgIA è un asset di straordinaria competitività che può generare benefici a livello locale e nazionale. Un aumento della produttività del 10% delle micro, piccole e medie imprese industriali nel nostro territorio può generare un incremento di 2,4 miliardi di euro di valore aggiunto, pari a una maggiore crescita di PIL di 0,8 punti percentuali per l’intera economia del Quadrilatero. Considerando anche Torino, grazie alla partnership con Unione Industriali, il valore aggiunto incrementale sale a 3,2 miliardi. L’iniziativa è una piattaforma aperta a cui può aderire l’intero sistema produttivo nazionale: anche solo ipotizzando una crescita della produttività delle micro, piccole e medie industrie pari al +5% in media, il beneficio potrebbe arrivare a quasi 9 miliardi di euro, generando uno stimolo pari allo 0,4% del PIL italiano”.
“LEGGE DI BILANCIO, SERVE PIÙ CORAGGIO: IL MOMENTO È ADESSO, LE RISORSE SIANO DESTINATE ALL’INNOVAZIONE”
“Sul tema della Legge di Bilancio serve più coraggio: il momento è adesso. Ci aspettiamo di più da parte del Governo sul fronte innovazione: è fondamentale spostare tutte le risorse possibili per generare investimenti su una partita chiave per competitività e crescita. Nel 2024 il governo tedesco ha dedicato 44,9 miliardi di euro a ricerca e sviluppo, noi appena 13,5: una spesa per abitante più che doppia, in Germania pari a 538 euro, in Italia 229. Dobbiamo cominciare a colmare questo gap”.
“TRANSIZIONE 5.0 TROPPO COMPLICATA E INDUSTRIA 4.0 DEPOTENZIATA: NON È QUESTA LA STRADA”
“Negli anni scorsi, con Industria 4.0, l’Italia ha dimostrato che quando gli strumenti sono semplici ed efficaci le imprese rispondono, investono e crescono. Poi, con l’ultima legge di bilancio, l’impatto di Industria 4.0 si è molto ridotto e, contemporaneamente, il Piano Transizione 5.0, pur ricco di ambizioni, ha visto la sua forza vanificata dall’estrema complessità delle procedure: su 6,3 miliardi, le stime più aggiornate dicono che se ne utilizzeranno solo 3. Non è questa la strada”.
“SERVE UN NUOVO STRUMENTO CHIARO E FACILE DA USARE PER VALORIZZARE SOFTWARE, SERVIZI E BENI IMMATERIALI”
“Per la prossima Legge di Bilancio serve con urgenza uno strumento chiaro, con risorse vere per l’innovazione e facile da usare. Solo così le imprese potranno sprigionare il proprio potenziale e diventare più produttive. Al di là del nome, alcuni punti sono imprescindibili: che sia immediatamente applicabile, come l’originale 4.0, per evitare – come per Transizione 5.0 – mesi di ritardi e incertezze; che preveda aliquote premiali almeno al 45%, perché alcune categorie di investimenti, ad esempio le soluzioni sperimentali di IA, vanno sostenute in maniera convinta; che attribuisca un ruolo centrale a software, servizi e beni immateriali, anche per sostenere lo sviluppo di applicazioni e personalizzazioni legate alle imprese del nostro territorio”.
“SERVONO PIÙ RISORSE PER L’INNOVAZIONE: RAFFORZARE PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL”
“Per stimolare l’innovazione servono risorse pubbliche e private, e servono strumenti che le mettano in moto. In Italia gli investimenti in private equity e venture capital sono ancora poco diffusi e quantitativamente ridotti: appena lo 0,4% del PIL nel 2024, contro lo 0,9% in Francia. In valori assoluti la distanza è ampia: 9 miliardi in Italia contro 26 in Francia. Una mancanza di investimenti che si traduce nella difficoltà a generare startup realmente scalabili, internazionali e perfino unicorni”.
“QUESTO TERRITORIO DISPONE DI INTELLIGENZA UMANA, INVESTIAMOCI DAVVERO”
“Dietro ogni innovazione ci sono donne e uomini in carne e ossa: competenze, creatività, capacità di immaginare soluzioni nuove. C’è l’Intelligenza Umana. Il territorio di Assolombarda è campione di risultati: qui si produce il 17% degli articoli scientifici nazionali di maggiore qualità e il 29% dei brevetti italiani. È un hub che crea conoscenza complessa: 9 università con 265mila studenti, 12 ITS, 18 IRCCS, 1 istituto di studi superiori avanzati; 2 fondazioni nazionali che promuovono ricerca d’avanguardia (life science nell’area metropolitana a nord di Milano e design dei circuiti integrati a Pavia); numerosi laboratori privati e d’impresa; 2.700 startup innovative, il 22% di quelle italiane. Il tema non è se esista questa ‘Intelligenza Umana’, ma come metterla nella condizione di esprimersi. Non manca il talento: manca il coraggio di investirci e di abbracciare il cambiamento”.
“COMPETENZE CRUCIALI PER L’INNOVAZIONE: SERVE UN PIANO NAZIONALE”
“Serve qualcosa di più ambizioso e stabile: non un aiuto una tantum, ma una struttura permanente per sostenere le imprese nell’investimento in formazione, ricerca e lifelong learning. Il richiamo alla politica è chiaro: non basta una misura estemporanea, serve un piano nazionale strategico delle competenze, con crediti d’imposta robusti e impegni pluriennali, così che le imprese possano contare su un sostegno prevedibile e duraturo. Intelligenza Umana e Intelligenza Artificiale sono compagne di viaggio: ogni innovazione, prima di essere tecnologia, è un’idea di una persona”.
“IL 47,2% DEI CANDIDATI CHE RICERCANO LE IMPRESE LOMBARDE RISULTA INTROVABILE: COLMARE IL MISMATCH”
“Va potenziata l’alleanza integrata tra scuole, università, centri di ricerca, ITS e imprese per sviluppare le competenze digitali – tecniche e trasversali – necessarie alla crescita. Assolombarda ci lavora da anni. Solo così si supererà il mismatch tra domanda e offerta, un problema che riguarda il 47,2% dei profili ricercati dalle imprese lombarde e che risultano introvabili, soprattutto figure specializzate e professioni emergenti, necessarie per la trasformazione digitale e l’adozione efficace e responsabile dell’IA”.
“L’ALTO COSTO DELL’ENERGIA PREOCCUPA: PAGHIAMO 3 VOLTE DI PIÙ RISPETTO AI COMPETITOR”
“Il costo dell’energia rimane un concreto e pericoloso squilibrio competitivo. In Europa le nostre imprese pagano fino a tre volte di più rispetto ad altre grandi economie. A settembre 2025 il prezzo medio dell’energia elettrica (PUN) in Italia era 109,08 euro/MWh, contro 34,81 in Francia, 83,51 in Germania e 61,04 in Spagna. Il divario è dovuto al fatto che il prezzo dell’energia elettrica nell’UE è legato al prezzo del gas naturale utilizzato per la produzione e l’Italia è più penalizzata perché usa più gas degli altri Paesi. È urgente un approccio programmatico e sistemico di politica industriale: una strategia che consideri tutte le tecnologie e che costruisca un mix energetico capace di ottimizzare competitività, sicurezza energetica e sostenibilità ambientale. Dalla forza della nostra energia dipenderà la forza del nostro futuro. E non c’è futuro senza industria”.
“ENERGIA, NEL BREVE TERMINE ACCELERARE SULLE RINNOVABILI. PUNTARE SU GAS VERDI E NUCLEARE”
“Nel breve termine si deve accelerare su fotovoltaico ed eolico, superando criticità come vincoli infrastrutturali, lentezze autorizzative e limitata disponibilità di superfici. Nel medio-lungo periodo bisogna guardare a tutte le tecnologie in grado di garantire energia a prezzo competitivo: gas verdi – biometano e idrogeno – per avviare la decarbonizzazione dei settori hard-to-abate; e nucleare di nuova generazione, oggi più sicuro e sostenibile. Serve un mix bilanciato ed efficace, aumentare la produzione da rinnovabili e integrare secondo i principi della neutralità tecnologica, senza pregiudizi”.
“L’ENERGIA AL SERVIZIO DELL’INNOVAZIONE: GUARDARE A NUOVE SOLUZIONI COME IL TELERISCALDAMENTO”
“Consumare bene e meglio energia seguendo le logiche dell’efficientamento: ridurre sprechi, innovare i processi, utilizzare tecnologie avanzate. Fare efficienza significa consumare meno, anche attraverso recupero e circolarità. Un esempio è il teleriscaldamento alimentato da calore di recupero, come quello dei data center, portando calore a case e imprese e facilitando il rinnovo di impianti obsoleti. Nel mondo si contano 10.332 data center, oltre 2.200 in Europa e 168 in Italia: la Lombardia emerge come polo in rapida crescita, con il Quadrilatero che ne concentra 74 e Milano che da sola copre il 46% della potenza nazionale. In uno scenario di pieno sviluppo, un’applicazione integrata consentirebbe in Italia un risparmio di 5,7 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno, con un beneficio economico stimato di circa 1,7 miliardi di euro”.
“‘IA DIVIDE’ PUÒ DIVENTARE NUOVA FRATTURA NELL’EPOCA DELLA VELOCITÀ. SERVE PATTO GENERAZIONALE E ALLEANZA TRA IMPRESE”
“Il banco di prova più grande si gioca sul ritmo del cambiamento. Oggi la competizione non è più solo tra imprese o Paesi, ma tra velocità diverse. Viviamo in un’epoca in cui ogni innovazione si misura in mesi. Un’idea può cambiare un settore e un algoritmo un’economia. Qui si apre un nuovo confine: tra chi saprà correre dentro il cambiamento e chi resterà ai margini. Dopo il digital divide arriverà l’AI divide: il divario tra chi saprà comprendere, applicare e governare l’IA e chi la subirà. Non si misura in megabyte o connessioni, ma in capacità di adattamento: può diventare la nuova linea di frattura. Serve un patto generazionale per unire visione del domani ed esperienza di ieri: i giovani portano velocità e linguaggi digitali, le generazioni più esperte portano visione d’insieme e capacità di trasformare il cambiamento in valore. Serve anche un’alleanza tra grandi e piccole imprese, perché la forza delle une diventi opportunità per le altre. Solo insieme possiamo affrontare la velocità del nostro tempo”.