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Milano
Bergamo, Gori ci riproverà. Ma non senza tentazioni sul Pd...
Giorgio Gori

di Fabio Massa

Pare proprio che ormai il dado sia tratto: Giorgio Gori dovrebbe ricandidarsi a Bergamo, come sindaco. La corsa in Regione non è andata bene, e le percentuali pare non giustifichino un impegno nel partito a livello nazionale: ma chissà, c'è anche chi gli consiglia, nel vuoto pneumatico che si è creato tra i riformisti orfani di Renzi, di provarci comunque. Ad oggi non si sa. Si sa però che il fronte opposto, quello della Lega, pur tra tutte le sue liti e contraddizioni interne, è assai forte. A sinistra si augurano che valga per Bergamo la legge di Brescia, dove Del Bono ce l'ha fatta malgrado il forte vento di destra. Che però, nel frattempo, si è fatto fortissimo. Violentissimo. Dunque, Lega sugli scudi, almeno nei sondaggi. Anche perché il candidato possibile e pure probabile dovrebbe essere Giacomo Stucchi, ex presidente del Copasir. Uno che è bravo in mezzo alla gente, e che potrebbe dare filo da torcere per la ricandidatura. Intanto, fa discutere sotto la Madonnina, e precisamente in consiglio regionale, il fatto che proprio Stucchi sarebbe stato "assunto" da Fontana. "Un paracadute", mormorano i maligni. Stando alle carte, Stucchi è titolare di un rapporto di collaborazione con il governatore. L'oggetto? "Trasparenza, legalità e cyber security". Costo annuo euro 40mila. L'incarico è stato attribuito nella giunta del 17 maggio: non è difficile però intuire che sarà uno dei primi "casi" della prossima campagna elettorale. Che sarà dura. Anzi, durissima.

fabio.massa@affaritaliani.it

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