Coronavirus: Lombardia, coda dell'epidemia. Data chiave riapertura l'8 giugno
Gallera: "Non è finita assolutamente. Oggi sappiamo qual è il nostro nemico, a febbraio siamo stati presi alle spalle da tutto quello che è successo"
Coronavirus: Lombardia, coda dell'epidemia. Data chiave riapertura l'8 giugno
"C'e' un governo, ci sono degli indicatori raccolti a livello nazionale, lavoriamo tutti insieme. Io dico che ci vuole ancora prudenza per capire se siamo in una fase nuova e diversa oppure no". A dirlo, l'assessore regionale lombardo al Welfare, Giulio Gallera, riferendosi alla possibile 'riapertura dei confini' tra Regioni il 3 giugno, sottolineando che "per fare una valutazione complessiva su quella che e' la diffusione" dei contagi dopo nel riaperture della fase 2, "la data cardinale e' l'8 giugno". "Io ho sempre ritenuto che la prudenza sia un elemento fondamentale. Una data sognificativa sara' l'8 di giugno. Noi abbiamo avito una settimana di riapertura, anche il week end scorso e l'8 sara' assolutamente fondamentale per capire se c'e una ripresa del contagio oppure no. Quindi c'e' ancora una settimana di grandissima attenzione per capire qual'e' lo scenario", ribadisce Gallera. "L'8 avremo un dato consolidato. Dopodiche' gli indicatori ci sono, se l'Iss e il Ministero ritengono che oggi ci sono le condizione" per la riapertura dei confini regionali "tocca a loro farlo, e lo devono fare loro", aggiunge. Quanto alla riapertura della Lombardia, "gli indicatori che abbiamo sono di una riduzione complessiva dei ricoverati e dei positivi. Quindi e' una situazione in netto miglioramento, abbiamo una sorveglianza solida. Adesso chiaramente valutiamo. Riteniamo che avere una indicazione generale per tutto il Paese sia la cosa piu corretta, poi che sia il 3 o l'8..."
"Il virus secondo me non è meno aggressivo, ma quella che stiamo vedendo è la coda di un'epidemia che ha visto la parte centrale e peggiore dell'epidemia stessa essersi già espressa. Abbiamo una situazione della malattia meno potente non perché si sia indebolito il virus, ma perché si sono selezionati nel tempo i pazienti". A dirlo è Massimo Galli, primario infettivologo al Sacco di Milano, in un'intervista a Sky Tg24. Ora, spiega, "l'85% abbondante delle persone che hanno questa infezione ce l'hanno a casa loro con sintomi che vanno dal decisamente fastidioso all'assenza di sintomi e in una condizione di questo genere è difficile poter dire che quelli che non hanno avuto una malattia conclamata abbiano un virus attenuato e quelli che invece hanno avuto la malattia conclamata abbiano un virus cattivo. Probabilmente è molto diversa la risposta individuale di ognuno, legata all'età e a numerosi altri fattori individuali".
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