Milano
Delitto di Garlasco, tutte le verità sui graffi sull'avambraccio di Alberto Stasi
Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, ha recentemente definito "fantasie" i ricordi che nel 2014 due carabinieri riferirono relativamente a dei graffi sull'avambraccio del giovane. Ma nel 2007 lo stesso Stasi parlò di segni lasciati dal suo cane

Antonio De Rensis e la foto ad Alberto Stasi il giorno del delitto (fonte: Zona Bianca / Quarto Grado)
Tornano al centro del caso Garlasco i graffi sul braccio di Alberto Stasi, notati il 13 agosto 2007 da due carabinieri e mai fotografati nel dettaglio. L'avvocato De Rensis parla di ricordi distorti. Nel 2014 se ne parlò molto ed emerse anche la versione che ne diede Stasi nei giorni di avvio delle indagini. Dettagli che furono ad ogni modo completamente ignorati. Anche perchè il paramedico che visitò Stasi non ravvvisò segni compatibili con una colluttazione
I graffi su Stasi: ricordi, smentite e una foto dimenticata
Riemerge nel dibattito sulle nuove indagini legate al delitto di Garlasco uno dei tanti dettagli irrisolti: quello dei graffi notati sul braccio di Alberto Stasi il giorno del ritrovamento del corpo di Chiara Poggi, il 13 agosto 2007. Due carabinieri, ascoltati nel 2014 nel processo d’Appello bis, li descrissero come “veri, freschi, senza crosta”, compatibili con una colluttazione. Ma quei segni non finirono all'epoca delle prime indagini mai in un verbale ufficiale e nessuno li avrebbe fotografati nel dettaglio.
Il legale di Stasi nega: “Non c’erano graffi, solo ricordi immaginari”
L’avvocato Antonio De Rensis, legale di Stasi, è tornato sulla vicenda pochi giorni fa durante la trasmissione Zona Bianca, parlando apertamente di “fantasie”: “Non è passato il postino che ha visto i graffi – ha detto ironicamente – qui dei carabinieri hanno immaginato di ricordare dei graffi che non c’erano”. Per rafforzare la tesi, De Rensis ha ricordato che Stasi fu visitato da un paramedico, il quale avrebbe escluso la presenza di lesioni compatibili con una colluttazione.
Le immagini pubblicate nel 2014 dell'avambraccio di Stasi
Eppure, della presenza di segni sull'avambraccio di Alberto Stasi se ne parlò nel corso del processo bis del 2014, in verbali e ricostruzioni che riferirono addirittura le spiegazioni che di quei segni sul braccio diede lo stesso imputato nel 2007. Andiamo con ordine.

Nel settembre 2014, la trasmissione Quarto Grado mostrò in esclusiva delle fotografie scattate proprio il 13 agosto 2007 da un carabiniere della stazione di Garlasco. Nell'immagine c'è Alberto Stasi a figura intera. Non quindi un dettaglio dell'avambraccio. Ma sarebbero stati visibili dei segni che alcuni esperti ritennero compatibili con una possibile reazione difensiva da parte della vittima. Questa immagine fu quindi acquisita dagli inquirenti e vagliata nel processo di Appello bis, nel 2014.
Garlasco, la versione di Stasi: segni provocati dal cane
Nonostante delle immagini - per quanto non nel dettaglio - dunque esistano, nessuna perizia ufficiale fu mai disposta su quei segni. I due carabinieri avevano chiesto ai loro superiori di procedere con rilievi fotografici, ma la richiesta – come confermato nel 2014 – cadde nel vuoto. Il dettaglio venne ignorato nelle fasi iniziali dell’inchiesta e riemerse solo anni dopo, quando ormai era troppo tardi per una verifica diretta. In aula, la parte civile sostenne che Stasi giustificò quelli che potevano apparire dei graffi parlando di un incidente con il proprio cane. Ma la spiegazione, nella concitazione di quel giorno, non venne nemmeno messa a verbale.

"I carabinieri oggi hanno confermato di avere notato dei graffi freschi, nella parte interna del braccio sinistro, sotto la manica della maglietta - spiegò in quei giorni Paolo Reale, consulente informatico della famiglia Poggi, parlando coi cronisti al termine di una udienza a porte chiuse - erano graffi senza croste, quindi freschi. Hanno chiesto a Stasi come se li fosse procurati e lui li ha attribuiti a un contatto col suo cane". Reale ha aggiunto che i carabinieri hanno spiegato di non avere fatto nessuna foto alle braccia e neanche di avere verbalizzato la risposta sul cane, che si sarebbero limitati a riferire ai loro superiori in grado. Nel frattempo intervenne il paramedico menzionato da De Rensis, che escluse che questi segni - se presenti - potessero essere attribuibili ad una collutazione.
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Perchè nel 2007 non furono fatte foto nel dettaglio ai segni sul braccio di Stasi
"I militari - concluse Reale -hanno affermato che nel momento in cui hanno visto i graffi erano davanti alla villetta di via Pascoli e decisero di scattare le foto una volta arrivati in caserma perche' li' c'erano troppi giornalisti, ma poi in caserma le foto non vennero scattate". Si trattava di “segni rossi, evidenti rispetto alla carnagione chiara di Alberto”, ha aggiunto Reale. Una circostanza, quella dei graffi, che nel 2007 non fu dunque “messa a verbale”. Dei segni “non esistono foto” perché le istantanee scattate dopo il delitto ad Alberto “non fanno vedere i graffi, che si trovano all’interno del braccio, ma solo la formazione pilifera sulla maglietta di Stasi”.
Come altri elementi del caso Garlasco – la bicicletta, l’impronta, i capelli – anche i graffi sul braccio di Stasi riemergono ciclicamente con le contraddizioni che si portano dietro. E i dubbi sulle modalità con cui 18 anni fa furono avviate le indagini.
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