Garlasco, chiuso l’incidente probatorio: Stasi a sorpresa in tribunale assediato dai cronisti - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:11

Garlasco, chiuso l’incidente probatorio: Stasi a sorpresa in tribunale assediato dai cronisti

Dna, perizie e criticità: l’udienza sull’incidente probatorio è stata un processo anticipato, con le parti che hanno presentato le loro deduzioni sulle prove scientifiche che saranno "cristallizate" in vista dell'eventuale rinvio a giudizio di Sempio

Di Giorgio d'Enrico

Garlasco, chiuso l’incidente probatorio: Stasi a sorpresa in tribunale assediato dai cronisti

Si è conclusa attorno alle 14 l’udienza che ha chiuso l’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi, nel procedimento che vede Andrea Sempio indagato per concorso nel delitto. Nessuna decisione era attesa, ma il clima, fin dal mattino, è stato quello di un processo anticipato. In aula, davanti alla giudice Daniela Garlaschelli, sono entrate esclusivamente le prove scientifiche, a partire dalle analisi genetiche, mentre sono rimaste fuori le attività investigative tradizionali.

Il protagonista inatteso: Alberto Stasi presente in aula

A catalizzare l’attenzione, più di ogni altro, è stato però Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata. Stasi ha ottenuto un permesso dal Tribunale di Sorveglianza per lasciare il carcere di Bollate ed essere presente in aula, in una giornata che potrebbe rivelarsi decisiva anche in chiave di una futura richiesta di revisione. All’uscita dal Palazzo di giustizia di Pavia, Stasi è stato accerchiato da giornalisti e telecamere. Non ha rilasciato dichiarazioni, limitandosi a poche parole mentre cercava di farsi strada: “Abbiate pazienza” e poi “così non andiamo da nessuna parte”, prima di allontanarsi insieme ai suoi difensori.

L'avvocato Bocellari: “Per Stasi era importante esserci, la vita è la sua”

A spiegare la presenza di Stasi è stata la sua storica avvocata, Giada Bocellari. “È venuto perché questa è una giornata importante: sono 11 anni che noi parliamo di questo dna e finalmente è arrivata la perizia. Era importante per lui esserci in questo momento”, ha dichiarato. “Lui ha sempre partecipato al suo processo, è sempre stato presente a tutte le udienze e ci teneva ad esserci. Questa giornata ha un significato particolare per la difesa e per lui in prima persona perché la vita è la sua”. Stasi non ha potuto intervenire in aula. “Il Tribunale della Sorveglianza glielo ha concesso ma non potrà parlare”, avevano chiarito i difensori.

Tizzoni: "Vedere Alberto Stasi? Non mi ha fatto nessun effetto"

"Vedere Alberto Stasi non mi ha fatto nessun effetto, non ho motivi per provare qualsiasi tipo di emozione". Lo afferma Gian Luigi Tizzoni, da sempre legale della famiglia di Chiara Poggi. I consulenti della famiglia stanno facendo alcuni approfondimenti su alcuni oggetti (cavigliera, orecchini) che Chiara Poggi indossava il giorno del delitto. "Depositeremo gli esiti degli esami sugli oggetti di Chiara. Non siamo ingenui, nonostante qualche mio collega lo ritenga, per cui abbiamo la legittima disponibilità degli oggetti e trarremo le nostre conclusioni" conclude Tizzoni. 

Angela Taccia: "Più che soddisfatti, vorremmo dire di più perchè si chiarirebbe ulteriormente la posizione di Sempio"

"Non si può arrivare a un punto fermo" per stabilire l'identità del Dna trovato sulle unghie di Chiara Pioggi ed è per questo che la Difesa di Andrea Sempio è "ancor più soddisfatta" dopo l'incidente probatorio concluso oggi.  "Prima eravamo soddisfatti, ora ancora di più perché la dottoressa Albani ha spiegato in modo molto puntuale ancora meglio il significato delle sue verifiche - ha aggiunto l'avvocato Taccia -. Oggi vorremmo dirvi di più perché si chiarirebbe ulteriormente anche mediaticamente la posizione di Andrea Sempio". Il tutto parte da un database che "non è particolarmente probante", secondo il collegio difensivo di Andrea Sempio. E sull'assenza di Sempio Taccia ha commentato: "Sarebbe potuto venire con un'autorizzazione ma in ogni caso non avrebbe potuto parlare. E' indifferente la sua presenza. Il dna non e' consolidato, non c'e' alcuna certezza contro Sempio. Il software usato dalla perita non e' completo, anzi e' molto scarno, non si puo' arrivare a nessun punto fermo". 

La difesa di Sempio: “Quel dna è inutilizzabile”

Sul fronte di Andrea Sempio, la linea difensiva resta netta. “Il dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi non vale né come indizio né come prova”, ha dichiarato l’avvocato Liborio Cataliotti prima dell’udienza. “La perita Albani ha fatto il possibile e lavorato in modo egregio, ma il dato emerso è giuridicamente inutilizzabile”. Secondo la difesa, la traccia genetica sarebbe compatibile con una contaminazione indiretta. “Sempio frequentava la casa e riteniamo che la traccia di dna sia mediata dal contatto con oggetti che erano in casa”, ha spiegato Cataliotti, sintetizzando l’esito atteso dell’incidente probatorio come un “suggello” sulle prove scientifiche.

I Poggi: “Ben vengano gli approfondimenti, ma così si rovinano le vite delle persone innocenti”

Di segno opposto la posizione della famiglia Poggi. L’avvocato Francesco Compagna, entrando in Tribunale, ha dichiarato: “Ben vengano gli approfondimenti, li abbiamo fatti e i risultati sono questi. Io sono convinto della colpevolezza di Stasi. Il nostro ordinamento dà una strada che è quella della revisione. Così, però, si rovina la vita delle persone innocenti”.

Nel corso della giornata, Compagna è tornato anche sull’attenzione mediatica che circonda il caso. “La famiglia di Chiara Poggi non ne può più di questa attenzione morbosa in cui ciascuno in qualche modo strumentalizza una vicenda processuale per sostenere le proprie tesi”, ha detto. “Una maggiore riservatezza, una maggiore tutela delle persone coinvolte sarebbe auspicabile, ma vediamo che non è possibile. Io stesso ricevo sui social insulti e attacchi”.

La perizia Albani al centro dell’udienza

L’incidente probatorio, celebrato a porte chiuse, è entrato nel vivo con l’illustrazione della perizia della genetista Denise Albani sul dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. La poliziotta scientifica ha spiegato metodo, passaggi ed esiti delle analisi, rispondendo poi alle domande della Procura, delle difese di Sempio e Stasi e della parte civile. La discussione sulla parte genetica si è conclusa poco dopo le 13. Successivamente, l’udienza è proseguita con l’esame delle analisi dattiloscopiche.

La giudice Garlaschelli non è chiamata a decidere. L’obiettivo dell’incidente probatorio è cristallizzare le prove, rendendole utilizzabili in eventuali fasi successive del procedimento. A valutare il peso investigativo di quanto emerso sarà, eventualmente, un giudice per le indagini preliminari, che dovrà decidere se archiviare la posizione di Sempio o procedere con una richiesta di rinvio a giudizio, in un caso che, a quasi vent’anni dal delitto, continua a dividere tribunali, difese e opinione pubblica.

 

Il genetista Capra: “L’unico elemento davvero inedito è il dna di Stasi sull'Estathé”

“L’unico elemento realmente interessante e inedito è il rilievo del dna di Stasi sull’Estathé trovato nel sacchetto della spazzatura la mattina del delitto”, ha sostenuto il genetista Marzio Capra in una relazione di dodici pagine. Gli altri esiti, secondo l’esperto che affianca la famiglia della vittima insieme a Dario Redaelli, sono in linea con quanto già emerso nella lunga vicenda giudiziaria. Capra segnala anche un possibile “inquinamento” da parte del personale sanitario di una garza presente nella bocca della ragazza durante l’autopsia.

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Nella sua relazione, Capra evidenzia che durante la perizia firmata da Francesco De Stefano nel 2007, in appello bis, vennero effettuate le repliche degli esami sul materiale genetico, circostanza non condivisa da Albani. Alla perita del Tribunale di Pavia viene inoltre imputato di non aver analizzato i “dati grezzi” e di aver utilizzato un software del 2005 per l’analisi biostatistica, calibrato su un database europeo e non italiano. Anche gli indici di probabilità sulla compatibilità del dna con la linea paterna di Sempio, basati su una tabella del 1998, vengono ritenuti sovrastimati rispetto a parametri più recenti.

La relazione della difesa di Sempio: "Dna parziale, misto e non consolidato"

Anche la difesa di Andrea Sempio, con gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia e i consulenti Marina Baldi e Armando Palmegiani, ha depositato una relazione che esprime perplessità sull’attribuzione del dna, descritto come “parziale, misto e non consolidato”, e sul metodo biostatistico utilizzato. Viene inoltre messa in dubbio la possibilità di stabilire se il dna sia da contatto diretto, elemento decisivo per ipotizzare un’aggressione.

Secondo la difesa, il materiale genetico potrebbe essere stato trasferito indirettamente sulle unghie della vittima. Tra gli oggetti indicati figurano la tastiera del computer, il telecomando del televisore, l’asciugamano del bagno e alcune superfici della cucina, luoghi di possibile contatto.

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