Gelmini: "Per salvare i nostri giovani serve un 'patto educativo' aperto alle famiglie" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:35

Gelmini: "Per salvare i nostri giovani serve un 'patto educativo' aperto alle famiglie"

A Milano il confronto sul disagio giovanile promosso da Mariastella Gelmini (Noi Moderati) con anche la psicoterapeuta Maria Rita Parsi

di Roberto Servio

Gelmini: "Per salvare i nostri giovani serve un 'patto educativo' aperto alle famiglie"

A Milano ha preso piede una generazione inquieta di giovani. Non passa giorno che le cronache non riportino notizie di aggressioni e violenze, frutto di un disagio crescente. Sono i giovani delle periferie ma non solo, perché la generazione web cresce davanti al computer e non certo per studiare. 

Oggi a Milano confronto promosso dalla senatrice Mariastella Gelmini (Noi Moderati), al quale ha partecipato anche la psicoterapeuta Maria Rita Parsi.Emerge con chiarezza l’urgenza di ricostruire un patto educativo di corresponsabilità tra scuola, famiglia e territorio. Un patto reale, vissuto nella quotidianità, in cui nessuno venga lasciato solo: né i genitori nel loro ruolo, né gli insegnanti nella gestione delle complessità scolastiche, né i ragazzi nel cammino emotivo che attraversano. Educare non è mai un atto individuale: è un’alleanza. 

E ci vogliono, pertanto, “linee guida” ben chiare, competenti, scientifiche ed umanistiche da divulgare ed attivare attraverso tutti i linguaggi per la comunicazione e l’integrazione sociale”. Già. L’integrazione sociale, una scommessa per le periferie milanesi dove molti giovani vivono uno stato di difficoltà preludio all’abbandono scolastico. 

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Gelmini: "Scuola o famiglia da sole non possono risolvere la situazione"

“Solo in Lombardia, lo scorso anno, sono stati presi in cura 150mila ragazzi con disturbi neuropsichiatrici e neurologici. Limitarsi ad analizzare le diverse sfaccettature del disagio giovanile o parlarne soltanto di fronte all’ennesimo caso di cronaca non è sufficiente, servono delle risposte. Per questa ragione – spiega Gelmini - Noi Moderati, questa mattina a Milano, ha voluto mettere attorno a un tavolo gli attori che possono intervenire per alleviare questa condizione di disagio. Si parte innanzitutto dalla scuola e poi le famiglie, le associazioni dei genitori, il mondo dello sport, del Terzo settore e degli oratori. Reputo sbagliato puntare il dito contro la scuola o contro la famiglia, pensando che ci sia un attore capace, da solo, di risolvere la situazione. La vera sfida è ricostruire le comunità educanti, per questo sto preparando anche un disegno di legge in merito da presentare in Senato". 


"Costruire una comunità: ognuno deve fare la propria parte"

"Questo significa rafforzare l'alleanza tra la scuola e la famiglia, perché delegittimare gli insegnanti è un errore, e recuperare un nuovo senso di comunità passa anche da questa grande alleanza che va ripristinata tra scuola e famiglia, perché nel tempo il dialogo si è assottigliato. Non coinvolgere la famiglia per esempio sull'insegnamento dell’educazione sessuale sarebbe un'invasione di campo perché è un tema che deve essere affrontato in classe, ma con il consenso e la collaborazione della famiglia. E poi servono i consultori familiari che sul territorio, attraverso esperti e professionisti, possano supportare quelle famiglie che vivono ogni giorno un equilibrio precario, per innumerevoli ragioni. Dobbiamo costituire una comunità e ognuno deve fare la propria parte. Non ci sono soluzioni da calare dall'alto, ma c'è un'alleanza dal basso che deve essere ripristinata e ricostruita”, ha concluso Mariastella Gelmini.

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