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L'uomo di Fs, Catella e gli scali. Il consigliere Gentili chiede chiarimenti

L'uomo di Fs, Catella e gli scali. Il consigliere Gentili chiede chiarimenti

Nelle "esibizioni multiple" il gran maestro di scacchi muove i pezzi su più scacchiere, passando da una all'altra. E vince, vince sempre. A Milano, oggi come ieri, la partita che più conta in campo immobiliare è quella degli scali ferroviari. Paragonabile solo al progetto per il nuovo San Siro di Milan e Inter, al futuro di area Expo e alle Olimpiadi invernali del 2026. All'interno di questo gioco, uno degli attori, ovvero Manfredi Catella, si è assicurato un vero e proprio campione, ovvero Enrico Leopardi. Chi è Enrico Leopardi? Ingegnere, ex Direttore Area Lombardia di FS Sistemi Urbani (FSSU) e uomo chiave sulla vicenda scali. Che una volta lasciato l'incarico in Ferrovie ha accettato un posto come “senior advisor” per Coima Sgr, la società leader del settore che gestisce 22 fondi di investimento immobiliari con oltre 5 miliardi di euro di investimenti a regime, guidata dall'asso pigliatutto del mattone milanese. Appunto: Manfredi Catella. Che sulle ex aree ferroviarie abbandonate e destinate a cambiare l'urbanistica del capoluogo lombardo per sempre, gioca invece la sua di partita. Con interessi che partono allo Scalo Farini e finiscono in quello Romana. Quest'ultimo meta prescelta per la realizzazione del Villaggio Olimpico 2026. Per quanto riguarda Enrico Leopardi, si tratta di una consulenza durata sei mesi “dal 2 settembre 2019 al 26 febbraio 2020” fa sapere la società sentita da Affaritaliani.it Milano parlando di un ruolo come “consulente tecnico” per “il progetto di riqualificazione dell'area Valtellina”. Si tratta di un'area della superficie di 60mila metri quadrati, porzione strategica dello Scalo Farini, adiacente a Porta Nuova e Porta Garibaldi, che rientra nel programma di riqualificazione urbana dei sette scali ferroviari promosso dal Comune di Milano e dalle Ferrovie dello Stato Italiane SpA. Area rilevata da Coima nel 2018.

Le vite di Catella e Leopardi si sono incrociate negli anni. Seduti assieme ai convegni dal titolo “Dialoghi sulla rigenerazione urbana” (30 luglio 2018) organizzati da In/Arch Lombardia in collaborazione con Assimpredil Ance. Alla presenza di Pierfrancesco Maran, assessore all'Urbanistica, Paolo Mazzoleni, Presidente dell'Ordine degli Architetti di Milano e docenti del Politecnico. Ognuno per dire la sua. Leopardi che spinge sul rispetto dei tempi nel portare avanti l’Accordo di Programma sugli scali da parte di FSSU “trattando con il Comune nel modo più libero possibile”. Catella – forte di un'iniziale acquisizione del 10 per cento dell’area dello scalo Farini – per ricordare a tutti che la sua partecipazione è finalizzata a fornire un “contributo industriale”. Il consigliere comunale e Presidente della Commissione Antimafia di Palazzo Marino, David Gentili, ha però chiesto chiarimenti a FS su questa vicenda. In una mail inviata all'attuale amministratore delegato di FS Sistemi Urbani, Umberto Lebruto, Gentili domanda se “all'interno del Codice etico o del Piano anticorruzione o nei modelli operativi 231/2007 sia normato il pantouflage (espressione per indicare i funzionari pubblici che finiscono a lavorare in imprese private, gergalmente tradotta con “porte girevoli”, NdR) pratica sanzionata all'articolo 53 del decreto legislativo n.165 del 2001”. “Le chiedo inoltre – prosegue il consigliere – se ritiene che, alla luce di quanto le norme e i codici presenti in azienda prevedono, l'attuale posizione ricoperta da Enrico Leopardi possa essere oggetto di una valutazione da parte di Sistemi Urbani del suo organismo di vigilanza o del responsabile anticorruzione o di altri organismi che ne abbiano titolo”.

Lebruto risponde. E chiarisce. L'ad di FSSU scrive: “Non risulta che, durante il rapporto di lavoro con FS Sistemi Urbani, l’ex dirigente Enrico Leopardi abbia esercitato, per conto della stessa, poteri autoritativi e negoziali nei confronti di Coima Sgr” e che “l’Organismo di Vigilanza ha ritenuto che la circostanza oggetto di segnalazione [...] non corrisponde ad una condotta orientata a (ovvero essere in grado di) determinare benefici o vantaggi per la Società”.

Secondo i suoi ex datori di lavoro Leopardi non ha quindi potuto avvantaggiare Coima e Catella, nemmeno sulla scacchiera degli scali ferroviari. Storia chiusa, dunque, derubricata a polemichetta estiva? Chissà, ma si direbbe di sì. Intanto, solo per la cronaca, l'ingegnere ex dirigente di Sistemi Urbani negli anni si è prodigato in un vero e proprio tour di presentazioni sugli scali milanesi: 18 maggio 2017, Municipio 4 di via Oglio. Per parlarne con la cittadinanza che vive proprio nelle adiacenze di piazzale Lodi, da una parte, e Rogoredo dall'altra. Il 24 ottobre dello stesso anno all'Ordine degli Ingegneri per l'incontro con Comune di Milano, Regione Lombardia e il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane in occasione del convegno “Ex scali ferroviari Milano”. Lui a tenere una lectio su “Processo di attuazione regia pubblica”. A volte ha parlato in sostituzione dell'ingegnere civile Carlo De Vito, dal 2009 Amministratore Delegato di FS Sistemi Urbani e ora Presidente della stessa dal 2017, pezzo da novanta del gruppo per cui presta servizio dal 1977. Nella trattativa con il Comune di Milano è Enrico Leopardi a collaborare alla stesura di documenti allegati all'Accordo di Programma, in particolare sugli aspetti urbanistici, giuridici ed economici. Tanto da meritarsi una citazione in una nota dell'Adp. Come è sempre lui, a maggio 2018, a tenere una “discussion”. Tema? “Riempire i vuoti attraverso gli scali ferroviari”. Dove? A Fondazione Feltrinelli. La piramide di vetro che svetta su viale Pasubio e piazzale Baiamonti. Realizzata da Coima assieme alla famiglia Feltrinelli. A volte il destino si fa intravvedere nelle casualità.

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