Inchiesta ultra a San Siro, il quadro impietoso delle curve di Milan e Inter nelle motivazioni della sentenza - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:29

Inchiesta ultra a San Siro, il quadro impietoso delle curve di Milan e Inter nelle motivazioni della sentenza

Nelle motivazioni della gup Mongiardo i rapporti tra club e tifoseria organizzata. “Inter in posizione di sudditanza”. Milan, il dominio assoluto di Luca Lucci

Di Giorgio d'Enrico

Inchiesta ultra a San Siro, i giudici: “L’Inter in posizione di sudditanza verso la Curva Nord”

L’Inter si sarebbe trovata in una situazione di “sudditanza” nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo per agevolarli, anche se “obtorto collo”. È quanto emerge dalle motivazioni, quasi 300 pagine, della sentenza con cui la gup di Milano Rossana Mongiardo ha condannato, lo scorso giugno, i leader e i sodali ultrà delle due curve di San Siro, arrestati nel maxi blitz di Polizia e Guardia di Finanza del settembre 2024.

Secondo la giudice, le indagini hanno messo in luce rapporti di subordinazione già emersi nel corso dell’inchiesta e richiamati anche nella requisitoria del pm Paolo Storari. Rapporti che, tuttavia, non hanno portato a indagini nei confronti di dirigenti o dipendenti del club nerazzurro. L’Inter, così come il Milan e la Lega Serie A, si è costituita parte civile nel processo abbreviato, ottenendo risarcimenti per i danni subiti.

L'uso di "forza intimidatrice" da parte della Curva Nord

La gup richiama intercettazioni e testimonianze, ricordando in particolare quanto dichiarato da una delle figure incaricate di mantenere i rapporti tra tifoseria organizzata, società e forze dell’ordine, sentita il 5 maggio 2020, quando ammise di “aver agevolato la Curva in buona fede, ignorando, malgrado il suo ruolo societario, l’esistenza di disposizioni di legge”. Secondo la giudice, la Curva Nord, “pur non facendo ricorso a minacce esplicite”, avrebbe fatto leva sulla propria “forza intimidatrice”, trattandosi di un “sodalizio organizzato e strutturato, formato da pericolosi pregiudicati”.

La sentenza evidenzia come la sopravvivenza economica del gruppo fosse garantita attraverso la violenza, ricostruita nei capi d’imputazione, e come anche alcuni steward siano stati ritenuti “complici” negli ingressi illeciti allo stadio, compresi quelli avvenuti in occasione dei derby.

Il pm Storari aveva sottolineato come i gruppi ultrà, descritti come vere e proprie “milizie private”, abbiano costruito rapporti con le istituzioni deputate alla repressione dei reati e con le società calcistiche, ottenendo così “una sorta di legittimazione” delle loro azioni illegali. Un quadro che, secondo la Procura, ha favorito per anni il radicamento delle due curve nel sistema di San Siro.

Il quadro della curva milanista ed il dominio assoluto di Luca Lucci

Ma è impietoso anche il  quadro impietoso della curva milanista  tratteggiato dalla giudice Rossana Mongiardo. Dagli atti di indagine, si evince in modo incontrovertibile che da molti anni, in modo stabile ed organizzato, la Curva Sud aveva posto in essere, accanto ad attivita' di tifoseria lecita, un insieme di azioni illecite - scrive la magistrata - espressione di un programma criminale indeterminato, finalizzato a mantenere, anche con condotte di estrema violenza, il monopolio della gestione della tifoseria milanista, cosi' da preservare il potere assoluto di questa associazione, senza spartire con altri gli introiti correlati alla passione calcistica, introiti che non sempre venivano realizzati in modo lecito e che sono risultati certamente ingenti". 

Nella curva si stagliava la figura di Luca Lucci: "Dall'esame di tutto il materiale probatorio si rileva, quindi, come le condotte adottate dai diversi membri della Curva Sud e le parole dagli stessi proferite nelle diverse occasioni concorrano a palesare, in modo coerente ed univoco, come le prime fossero tutte funzionali a mantenere il dominio assoluto di Luca Lucci e del suo gruppo sulla tifoseria milanista e ad imporre le proprie decisioni nella gestione dell'attivita' commerciale nello stadio Meazza, delineando, quindi, quale fosse stata la "strategia" dell'associazione.

Le stesse contribuiscono, inoltre, a dimostrare la condivisione di tale strategia da parte, anche e specificamente, degli odierni imputati, che, come gli altri membri del Direttivo, risultano aver partecipato ad una serie di violenze nell'interesse di Luca Lucci e sono apparsi disposti ad effettuarne di nuove nell'ambito di un programma indeterminato di azioni delittuose, unificate dal fine di assicurare il monopolio della tifoseria milanista ed i conseguenti guadagni solo al loro gruppo". In questo scenario "e' apparso evidente come anche l'accordo raggiunto con la Curva Nord fosse ispirato da un'ottica opportunistica, cosi' come i rapporti, solo in apparenza, corretti col Supporter Liaision Officer (il delegato della societa' ai rapporti con la curva, ndr) e le forze dell'ordine". 

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