Inchiesta urbanistica, il destino di Catella nelle mani del Riesame: oggi la decisione sugli arresti domiciliari - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 07:45

Inchiesta urbanistica, il destino di Catella nelle mani del Riesame: oggi la decisione sugli arresti domiciliari

Il patron di Coima, accusato di corruzione e falso, chiede la revoca della misura cautelare. La Procura: “Influenza enorme sul Comune”

di Giorgio d'Enrico

Manfredi Catella, noto come il “re del mattone”, attende la decisione del tribunale del Riesame di Milano sul ricorso contro i domiciliari. La Procura insiste: rapporti opachi con politici e funzionari e prove di un patto corruttivo. La difesa nega ogni illecito e punta sull’annullamento della misura.

Milano, il destino di Catella nelle mani del Riesame: oggi la decisione sugli arresti domiciliari

Oggi, venerdì 22 agosto, il tribunale del Riesame di Milano stabilirà se confermare o revocare gli arresti domiciliari di Manfredi Catella, fondatore e presidente di Coima. L’imprenditore è indagato per corruzione e falso nel filone più recente dell’inchiesta sull’urbanistica milanese.

Le mosse della difesa

I legali di Catella hanno chiesto l’annullamento della misura cautelare, sostenendo che il manager non abbia mai commesso illeciti. «Ha assunto responsabilità aziendali in linea con la propria etica – hanno spiegato – ma non può essere attribuita a lui la paternità di reati».

L’accusa: “Il vero sindaco ombra”

La Procura, rappresentata dai pm Marina Petruzzella e Paolo Filippini, si oppone alla scarcerazione. Nella memoria di 58 pagine depositata in udienza, Catella viene descritto come un uomo capace di condizionare direttamente sindaco e assessori, trattati “come dipendenti maldestri”. L’imprenditore, secondo i pm, avrebbe esercitato un potere “padronale e fuori dalla legge” sulle scelte urbanistiche del Comune.

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Il presunto patto corruttivo

Elemento centrale delle accuse è il rapporto con l’architetto Alessandro Scandurra, membro della Commissione Paesaggio. Per la Procura, le parcelle pagate da Coima a Scandurra sarebbero gonfiate e strumentali a mascherare un accordo corruttivo. Alcuni versamenti risalirebbero proprio alle settimane precedenti al via libera al progetto Pirellino.

Le chat del “Pirellino”

Tra le prove spiccano migliaia di messaggi scambiati in chat tra Catella e figure apicali del Comune. In particolare, nella conversazione denominata “Pirellino”, emergerebbero pressioni e strategie per indirizzare bandi e pareri a vantaggio degli interessi immobiliari di Coima.

Gli altri indagati e le scarcerazioni

Finora cinque dei sei arrestati nel filone urbanistica sono tornati liberi: dall’ex assessore Giancarlo Tancredi all’architetto Scandurra, fino al costruttore Andrea Bezziccheri. I giudici hanno ridimensionato l’ipotesi di reato da corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio a corruzione “per esercizio della funzione”. Catella resta l’ultimo ancora ai domiciliari.

Una decisione che pesa sull’inchiesta

La scelta del Riesame è cruciale non solo per il futuro personale di Catella, ma anche per le sorti dell’intera indagine. La Procura, però, ha ribadito che l’inchiesta andrà avanti, forte di nuove carte e intercettazioni, per definire la natura e la portata del presunto “sistema” di favori che avrebbe influenzato lo sviluppo urbanistico di Milano.

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