Irene Pivetti, la Corte d'Appello conferma i quattro anni di carcere: la vendita delle tre Ferrari fu autoriciclaggio - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 11:47

Irene Pivetti, la Corte d'Appello conferma i quattro anni di carcere: la vendita delle tre Ferrari fu autoriciclaggio

L'ex presidente della Camera Irene Pivetti condannata per evasione fiscale e autoriciclaggio: al centro la compravendita di tre Ferrari Granturismo. L'ex leghista: "Sono innocente"

Di Giorgio d'Enrico

Irene Pivetti, la Corte d'Appello conferma i quattro anni di carcere

Quattro anni di carcere a Irene Pivetti per evasione fiscale e autoriciclaggio: la Corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna nei confronti dell'ex presidente della Camera. Il processo, vedeva al centro una serie di operazioni commerciali, risalenti al 2016, per circa 10 milioni di euro. Operazioni relative alla compravendita di tre Ferrari Granturismo che, stando alle indagini del pm Giovanni Tarzia e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, sarebbe servita per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. 

Pivetti: "Sono innocente, la verità verrà fuori"

"La verità verrà fuori, sono tranquilla, la verità è che io sono innocente". Così a caldo Irene Pivetti. "Mi sarei aspettata un esito diverso, ora sono molto curiosa di vedere le motivazioni, ma sono anche molto tranquilla, perché la verità prima o poi verrà fuori, non sono preoccupata". "La verità è che io sono innocente, come ho sempre detto e anche dimostrato nelle carte di questo processo. Davvero - ha concluso - non so come mai è stata confermata la sentenza, ce lo spiegheranno le motivazioni".

La complessa operazione di compravendita delle tre Ferrari e del marchio Isolani

Confermate anche le condanne a due anni, con pena sospesa e non menzione, per il pilota di rally ed ex campione di Granturismo Leonardo 'Leo' Isolani e per la moglie Manuela Mascoli. E' stata confermata pure la conseguente confisca di oltre 3,4 milioni di euro, soldi congelati già nel corso delle indagini a carico dell'ex esponente leghista. 

Nell'inchiesta, ricostruisce Ansa, è stato ipotizzato un ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al fisco (aveva un debito di 5 milioni) alcuni beni, tra cui le tre Ferrari. Le auto sarebbero state al centro di una finta vendita, nel 2016, al gruppo cinese Daohe per essere trasferite in Spagna. L'unico "bene effettivamente ceduto, ovvero passato" ai cinesi, stando all'imputazione, sarebbe stato "il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari". 

Se lo scopo di "Isolani e Mascoli" era quello "di dissimulare la proprietà dei beni e sottrarli" al fisco, "l'obiettivo perseguito da Pivetti" sarebbe stato "di acquistare il logo Isolani-Ferrari per cederlo a un prezzo dieci volte superiore al gruppo Dahoe, senza comparire in prima persona". Per la Procura, l'ex parlamentare avrebbe comprato il marchio per 1,2 milioni di euro per rivenderlo alla società cinese a "10 milioni". Pivetti, si legge nella sentenza di primo grado, "dopo aver realizzato un meccanismo particolarmente capzioso, pur di scongiurare il rischio che le somme conseguenti alla realizzazione delle operazioni commerciali con il contraente cinese fossero soggette a tassazione, ha portato avanti il suo proposito criminoso per lungo tempo"

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