Milano
Leoncavallo, Sala: "Via San Dionigi è il migliore spazio che abbiamo, i diretti interessati lo sanno"
Il sindaco di Milano difende la scelta dell’area di via San Dionigi come possibile sede per il futuro del Leoncavallo. Ma il centro sociale conferma il proprio no e coltiva un sogno: tornare in via Watteau

iuseppe Sala ribadisce che l’area di via San Dionigi resta l’unica soluzione sul tavolo per il futuro del Leoncavallo, dopo lo sgombero dall’ex cartiera di via Watteau. “Io non bado alle parole, vedremo i fatti”, ha dichiarato il sindaco. Dal centro sociale, però, arriva un no secco: Daniele Farina parla di “missione impossibile” per i costi milionari di bonifica e ristrutturazione. Mentre si fa strada l'idea di un accordo con i Cabassi per via Watteau
Sala: “Leoncavallo, non abbiamo altri spazi”
A margine della commemorazione dell’11 settembre, il sindaco Giuseppe Sala ha risposto ai dubbi del Leoncavallo sull’area di via San Dionigi: “Io non bado alle parole, vedremo i fatti. Noi presenteremo la richiesta di manifestazione di interessi e vedremo chi risponderà. Quello è uno spazio che, a nostro giudizio, e perché ne abbiamo discusso con i potenziali interessati, è il meglio che oggi abbiamo. Non abbiamo altri spazi, per cui bisognerà ragionare su quello, vedremo cosa succederà”.
La bocciatura da parte del Leoncavallo
Dal centro sociale è arrivata però una chiusura netta. In una nota, l’area è stata definita “malsana, forse avvelenata”, “non all’altezza della storia del Leoncavallo” e “una barriera economica insormontabile per chiunque”. A ribadire il concetto è stato Daniele Farina, storico esponente del Leonka: “San Dionigi è una missione impossibile, per noi e per chiunque. Solo per rimuovere l’amianto, ristrutturare il tetto e rifare l’impianto elettrico servono 1,5 milioni di euro. In realtà converrebbe demolire tutto e ricostruire, ma i costi sarebbero comunque altissimi”.
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Oltre al problema dei costi, Farina ha sottolineato la presenza di aree sotto sequestro per reati ambientali: “È una zona inquinata, c’è un problema di salute pubblica e potrebbero servire ulteriori bonifiche”. L’avviso pubblico del Comune prevede un diritto di superficie per 90 anni con possibilità di scontare gli investimenti dal canone, ma per gli attivisti si tratta di un orizzonte insostenibile: “Tra 90 anni saremo tutti morti. È una formula impraticabile per rientrare dal debito in tempi congrui”.
Il futuro del centro sociale e il sogno: tornare in via Watteau
Resta dunque incerto il futuro del Leoncavallo, sgomberato lo scorso 21 agosto dall’ex cartiera di via Watteau. Gli attivisti annunciano per l’autunno la continuità delle attività culturali, da La Terra Trema alla Festa della Semina e del Raccolto, in forma itinerante e con iniziative di solidarietà per sostenere la “cassa di resistenza”. Non manca, però, un sogno: tornare proprio in via Watteau, magari con l’accordo dei fratelli Cabassi, proprietari dell’immobile.
L’Archivio Fausto e Iaio sotto tutela
Un primo segnale in questa direzione arriva dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia, che ha avviato il procedimento per dichiarare di interesse storico l’Archivio Fausto e Iaio, custodito per cinquant’anni al Leoncavallo. Nella comunicazione all’associazione Mamme del Leoncavallo si sottolinea “il concreto rischio che il compendio possa essere disperso o smembrato in seguito a eventuali trasferimenti del centro sociale, compromettendone le caratteristiche di unicità e coerenza documentaria”.