Lupi contestato a Rho, gli espositori: "Vergogna, dimettiti"
"Dimettiti, vergognati": queste le urla rivolte da un piccolo gruppo di imprenditori milanesi al ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, a Milano per la vetrina "Made Expo" assieme al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Il ministro è in questi giorni nella bufera per l'inchiesta di Firenze sulle presunte tangenti relative alle Grandi opere, che lo coinvolge pur non essendo tra gli indagati. A Rho nessun applauso per Lupi, che ha quindi subito la contestazione di alcuni espositori. Quindi, pressato dalle domande dei cronisti, ha detto la sua sui suoi rapporti con l 'imprenditore Stefano Perotti, aggiornato due giorni fa, e sulle voci di presunte pressioni per le sue dimissioni da ministro.
"Non ho fatto nessun gesto sbagliato o irresponsabile - ha spiegato -. Se fosse dimostrato il contrario ne prendero' atto. Non ho mai fatto pressioni per chiedere l'assunzione di mio figlio e quindi non potra' mai esserci un'intercettazione in cui dico 'per cortesia devi assumere mio figlio' perche' non l'ho mai ritenuto una cosa corretta. Mio figlio - ha aggiunto - non aveva necessita' di essere sponsorizzato da parte mia, lui ha scelto di fare ingegneria quando io neanche immaginavo di fare il ministro. E' giusto che io debba dare delle risposte politiche. Ho letto da molte parti osservazioni giustissime sulla politica del ministero e sulla responsabilita' che in questi 18 mesi il mio ministero e la mia azione politica hanno avuto per le infrastrutture, dall'altra anche le domande piu' puntuali che sono emerse come questioni dalle intercettazioni. Renzi non mi ha chiesto nessun gesto spontaneo. Credo sia assolutamente doveroso - ha proseguito - rispondere in parlamento alle legittime e doverose domande che sono sorte dall'inchiesta di Firenze. E' doveroso farlo, cosi' come sono doverose le critiche, ma anche le ragioni, che hanno accompagnato le scelte mie e del mio ministero".
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