Maroni-Pisapia, i fallimenti di un accordo
di Fabio Massa
Quando Maroni arrivò alla guida di Regione Lombardia, da Palazzo Marino partirono una serie di messaggi rassicuranti. Ne scaturì una sorta di "pax" instaurata per fare l'interesse pubblico. Tanto che i giornali titolarono su un patto, un'alleanza, sul cambio di passo tra Formigoni e l'allora segretario federale della Lega Nord. Insomma, il Celeste al Comune non lo filava proprio. Invece Maroni se ne preoccupava a tal punto da elaborare una serie di strategie comuni. Un momento davvero molto interessante. Vediamo che cosa ha prodotto.
1) Fusione tra Atm e Trenord. A luglio dello scorso anno Affaritaliani.it scrisse che non se ne sarebbe fatto nulla. Eppure il tam tam era quasi assordante. Non era una profezia campata per aria (tanto che poi si è verificata, ineluttabilmente). Semplicemente la cosa non si poteva fare. Maroni spingeva a tutti i costi per la fusione. Smentito dall'allora assessore alle Infrastrutture Del Tenno. Smentito (privatamente) dai vertici di Trenord. Sul lato opposto, Pisapia aveva risposto con entusiasmo. Peccato che praticamente chiunque altro tra Palazzo Marino e foro Bonaparte fosse ampiamente scettico. La fusione non s'aveva da fare e infatti non è stata fatta.
2) La Sea. Maroni aveva proposto a Pisapia di entrare nell'azionariato di Sea. E Pisapia aveva risposto con entusiasmo. Anche qui, Affari scrisse che non si poteva fare. Fantasie? No, semplicemente Maroni e Pisapia stavano facendo i conti senza l'oste (F2i). E infatti, dopo un po' di scaramucce e vari titoli sui giornali, non se ne è fatto nulla.
3) Società mista per Aler. Il problema delle case popolari è scottante sia per Milano, che aveva dato in gestione ad Aler il proprio patrimonio immobiliare, sia per Regione Lombardie, alle prese con un carrozzone dai conti in estremo disordine. Quindi, si disse, l'accordo tra Pisapia e Maroni avrebbe potuto far nascere una good company sana, che avrebbe potuto ripartire con nuovi concetti gestionali, più sani ed efficienti. In questo caso, a dire che era una cosa che non si poteva fare, ci aveva pensato direttamente Lombardi, che in un'intervista ad Affari aveva fatto capire chiaramente perché tecnicamente questa cosa non reggeva. Adesso Aler ha disdetto la convenzione e della good company (ma anche della bad company) non se ne vede traccia.
Tre figli della pax maronian-pisapiana nati morti. Ognuno tragga le sue conclusioni.
@FabioAMassa