Se la salute diventa un lusso: un milanese su dieci non si cura
“Quando c’è la salute c’è tutto” recita un detto popolare che risuona ancor più vero nell’attuale periodo di crisi economica in cui sempre meno milanesi riescono a destinare parte delle proprie risorse economiche alla cura e alla prevenzione della propria salute. La metà dei meneghini infatti (49%) ha razionalizzato negli ultimi 12 mesi le spese per la salute. Il 37% fa solo le visite indispensabili quando ne ha davvero bisogno, mentre il 12% dichiara apertamente di effettuare meno controlli per motivi economici. È quanto segnala la nuova ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, la compagnia del Gruppo Unipol specializzata in assistenza sanitaria, attenta alle tematiche della salute degli italiani. Ad ulteriore conferma di come l’attenzione alle spese coinvolga anche la salute, il dato secondo cui quasi un abitante di Milano su quattro (22%) abbia diminuito la frequenza con cui si rivolge alla sanità privata – notoriamente più costosa di quella pubblica – e ben il 67% degli intervistati dichiara che ciò è dovuto a questioni economiche. Quando si rivolge alla sanità privata, più della metà dei milanesi (55%) lo fa perché i tempi di attesa nel pubblico sono troppo lunghi e non sempre ci si può permettere di aspettare troppo per curare la propria patologia.
Questa nuova fotografia conferma quanto già evidenziato da altre ricerca di UniSalute realizzate negli ultimi anni: i tagli alle spese che da qualche anno i milanesi – e gli italiani in generale - sono costretti a fare riguardano anche le cure mediche. Questa tendenza ormai consolidata conferma pertanto come nei prossimi anni la sanità dovrà inevitabilmente essere sempre più sostenuta da forme di assistenza integrativa che supplisca alla contrazione dei redditi delle famiglie permettendo loro di garantirsi prestazioni sanitarie immediate e di qualità.