Milano
Milano, Bussolati (Pd) indica la rotta al centrosinistra: "Pragmatismo e attenzione ai bisogni dei cittadini"
Il consigliere regionale Pietro Bussolati avverte: "Consiglieri e amministrazioni sono eletti non per quello che pensano del Medio Oriente ma per le risposte ai bisogni dei cittadini". L'intervista

Milano, Bussolati (Pd) indica la rotta al centrosinistra: "Pragmatismo e attenzione ai bisogni dei cittadini"
Far ripartire la città, mettere al centro la sicurezza dei quartieri e rafforzare il piano casa in particolar modo per i lavoratori dei servizi essenziali. Il consigliere regionale Pietro Bussolati, esponente milanese del Pd, invita tutti ad andare "oltre le etichette" e a concentrarsi "con pragmatismo" sulle cose che ci sono da fare: "Ricordo che i consiglieri comunali e le amministrazioni sono eletti non per quello che pensano del Medio Oriente ma per come sanno lavorare per dare risposta ai bisogni dei cittadini" spiega Bussolati. In vista di un possibile rimpasto di giunta a Palazzo Marino, secondo il consigliere dem "servono persone di generazioni diverse, con fame e voglia di incidere nel dibattito". Anche perché "penso che i prossimi 18 mesi siano i primi della prossima amministrazione". Poi ci sarà da pensare al candidato del centrosinistra: "Io continuo a ritenere le primarie la strada maestra". L'INTERVISTA
Bussolati, per i Riformisti il Pd milanese è sempre più schiacciato su posizioni massimaliste. È così?
Andiamo oltre le etichette, concentriamoci con pragmatismo sulle cose da fare. Le sfide sono: far ripartire la città che, per effetto delle inchieste, rischia di perdere opportunità e necessita un rilancio, sfruttare le Olimpiadi come grande momento di rilancio sportivo e culturale lasciando in eredità progettualità per l’impiantistica di base, rafforzare il piano casa in particolar modo per lavoratori dei servizi essenziali, giovani e giovani coppie rafforzando le politiche già messe in atto, fare regia con l’area metropolitana e la Regione per le infrastrutture che ricolleghino i territori della Grande Milano. Per farlo servono le idee di tutti. Ricordo che i consiglieri comunali e le amministrazioni sono eletti non per quello che pensando del Medio Oriente ma per come sanno lavorare per dare risposta ai bisogni dei cittadini milanesi e su questo verremo valutati. Siamo reduci dalla vittoria corale su San Siro e credo che le componenti riformiste e democratiche siano state protagoniste.
I Riformisti del Pd che ruolo avranno alle prossime comunali?
C’è bisogno che la sicurezza nei quartieri sia al centro della nostra azione, di rilanciare il progetto di Milano metropolitana con autonomie reali, come accade in tutte le grandi città europee e di politiche di welfare attivo per la genitorialità con il sostegno del terzo settore. Parliamo di temi su cui i riformisti sono protagonisti.
Quale sarà il percorso per individuare il candidato?
Non posso che dire che nel 2016 ho avuto la fortuna di guidare il Pd metropolitano milanese e ho sempre lavorato per tenere unito il centrosinistra nonostante le fratture che c’erano a livello nazionale. Allora organizzammo primarie con oltre 60mila votanti: continuo a ritenerle la strada maestra. Non si deve avere paura della partecipazione quando si è forti nelle idee ma è un tema che non si pone oggi dove invece mi pare che la priorità sia il rilancio dell’azione dell’amministrazione dopo un’estate travagliata e il successo su San Siro.
Giusto tenere dentro tutti, anche la componente più ambientalista?
Quando i Verdi milanesi hanno prodotto uno studio sugli studentati della città, io l’ho trovato un documento forte ed interessante e ho apprezzato il loro lavoro perché utile a provare a formulare risposte nuove alla città. Quando li ho visti incitare alla piazza contro l’amministrazione sulla guerra in Medio Oriente li ho sentiti distanti da qualsiasi progettualità di governo. Credo che sui temi della città tutte le componenti del centrosinistra possano trovare oggi sintesi efficaci come hanno fatto negli ultimi 15 anni.
Cosa pensa del possibile rimpasto di giunta?
Io penso che i prossimi 18 mesi siano i primi della prossima amministrazione e che Beppe Sala possa dare un importante contributo di generosità al centrosinistra sia a livello nazionale che locale dimostrando che possiamo valorizzare le differenze nella coalizione tramite un lavoro comune e decisioni prese insieme. Nelle forme che la coalizione e il mio partito troverà con il sindaco, credo si debba avere il coraggio di reagire alle complessità di questa estate abbandonando la tentazione di chiudersi nel bunker ma rimettendo la discussione sul futuro della città al centro della giunta. Servono persone di generazioni diverse, con fame e voglia di incidere nel dibattito e serve scrivere una pagina nuova fuori dal conformismo. Con il conformismo non si vince.
Sarebbe stato sbagliato interrompere il gemellaggio con Tel Aviv? Che ne pensa di quello con Gaza?
Rompere il gemellaggio con Tel Aviv sarebbe stato un errore perché si sarebbe rotto il rapporto con la città più anti governativa che esista. Se ci si fosse ascoltati di più da subito, si sarebbe evitato di arrivare così tardi a prendere una decisione che oserei dire normale per il Pd di Milano. Tutto ciò che va nella direzione di portare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza martoriata da una guerra che finalmente vive una stagione di tregua è da sostenere ed è importante.
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