Milano, Ferlini (Circolo Matteotti): "Assessore al futuro, una provocazione perchè la città non si abbandoni alla decrescita" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:04

Milano, Ferlini (Circolo Matteotti): "Assessore al futuro, una provocazione perchè la città non si abbandoni alla decrescita"

Massimo Ferlini del Circolo Matteotti: "I Verdi? Spero facciano parte della futura coalizione, ma l'atteggiamento è importante. Su San Siro il centrodestra ha votato contro la propria storia". L'intervista

di Nicolò Rubeis

Milano, Ferlini (Circolo Matteotti): "Assessore al futuro, una provocazione perchè la città non si abbandoni alla decrescita"

Un assessorato con delega al Futuro, per immaginare la Milano dei prossimi anni senza frenare lo sviluppo della città. "La nostra è una provocazione. Ma c'è chi immagina soluzioni guardando al passato e mi stupisce che lo faccia anche qualcuno della maggioranza" spiega Massimo Ferlini del circolo Matteotti. Da questo punto di vista, i Riformisti sono convinti di essere più credibili anche del centrodestra: "Sullo stadio il risultato ridicolo è che hanno votato contro la loro storia". Da qui al 2027, ci sarà anche da ragionare sulla coalizione: "L'auspicio è che ne faccia parte anche la componente ambientalista" spiega Ferlini davanti alle richieste avanzate in questi giorni dai Verdi: "Il punto è l'atteggiamento con cui si partecipa: se è per dettare condizioni diventa difficile…". L'INTERVISTA 

Ferlini, perché una delega al Futuro?
Ovviamente non esiste il direttore del settore futuro, questa è una provocazione. Siamo partiti dal fatto che, davanti ai problemi che lo sviluppo di Milano ha generato, uno sviluppo comunque da apprezzare e valutare nella sua portata positiva, c'è qualcuno che vuole delle soluzioni guardando al passato. Noi, invece, vogliamo immaginare la Milano da qui al 2050, senza abbandonare quella strada di crescita e di traino dell'economia locale e nazionale. Lo sviluppo della città ha portato a problematiche che ci sono anche in altre aree urbane. Ma il dna di Milano è quello di non abbandonarsi alla decrescita e affrontare i problemi quando ci sono. 

A chi si riferisce quando dice che c'è qualcuno che guarda a soluzioni del passato?
A quelli che fanno proposte per frenare lo sviluppo della città e pensano che i grattacieli siano un male, con una nostalgia della Milano che fu... Ma se uno vive con proposte legate al passato, allora tradisce il dna della città. Mi  riferisco al dibattito che c'è stato nell'ultimo mese. Se uno dice, 'mi piaceva di più quando c'era la nebbia...' vuol dire che stiamo discutendo di due mondi diversi. Che lo abbia fatto qualcuno che si definisce membro della maggioranza mi ha stupito…

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Sull'urbanistica e sul caos che ne è derivato, fin qui Milano ha soltanto subito senza reagire?
Io non credo che siano delle cose subite da Milano. La Fiera di Rho realizzata in tempi record, la nascita di City Life e di Gae Aulenti e gli interventi fatti a Porta Nuova sono il segno dell'internalizzazione raggiunta dalla città ma anche il simbolo della capacità che c'è stata di ridisegnare Milano creando posti di lavoro. Non entro nelle questioni legali, sottolineo soltanto che, adesso, la preoccupazione di tutti dovrebbe essere quella di assicurare una casa a tutte quelle 'famiglie sospese'. E questo richiede anche una modernizzazione delle logiche e delle regole urbanistiche.

Nella coalizione del centrosinistra per il 2027 dovrà esserci ancora la componente più ambientalista?
L'augurio che facciamo noi è che ci sia. L'atteggiamento, però, diventa determinante. Se è per dettare condizioni… In tutte le coalizioni diventa difficile reggere continui strappi. La volontà di imporre agli altri una posizione non può essere accettata. Il mondo ambientalista può dare dei contributi importanti. Ma l'atteggiamento deve essere orientato alla costruzione di un bene comune. 

Cosa ne pensa delle posizioni emerse nel centrodestra sull'urbanistica?
La parola 'riformisti' rischia di essere vuota. Per questo stiamo cercando di avanzare delle idee programmatiche. Dall'altra parte, nel centrodestra, è mancata completamente la capacità di dire 'sfidiamoci sulle idee'. Hanno scelto di contrapporsi in maniera pregiudiziale, col risultato ridicolo che sullo stadio hanno votato contro la loro storia. Se ci sono i riformisti di centrodestra battano un colpo… e magari si facciano anche loro un circolo Matteotti. 

MILANO, I RIFORMISTI E L'IDEA DI UN ASSESSORE AL FUTURO. IL DOCUMENTO

Come dovrà essere il profilo del prossimo candidato sindaco di centrosinistra?
Non penso ai nomi ma voglio anche dire che non ho nessun ostracismo su chi vive di politica. Io credo che il candidato debba avere una visione di Milano molto chiara e impostata sul futuro. E soprattutto deve ragionare tenendo conto che con la Città metropolitana ci sono 3,5 milioni di persone. I ragionamenti urbanistici devono essere anche sovra regionali e guardare a tutte quelle realtà raggiungibili a meno di un'ora dalla città. Paradossalmente, ci metti meno ad andare a Bologna in treno che non dall'altra parte di Milano in macchina. E poi dobbiamo ridare la possibilità di vivere a Milano a tutti quelli che lavorano qui. Il problema della casa deve essere al centro, così come quello degli stipendi.

Ci sarà un referendum sulla riforma della giustizia. Anche alla luce di quello che è successo a Milano, lei che idea si è fatto?
Questo è un tema che non abbiamo discusso collettivamente, quindi la risposta è personale. Ritengo che la separazione delle carriere sia un passaggio indispensabile per la modernizzazione del sistema giudiziario italiano. La riforma, nel modo in cui è stata strutturata, mostra a mio parere alcune lacune. Ma è un passo in avanti. Come diciamo a Milano, 'piutost che nient l'è mej piutost...'.

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