Milano
Milano, Pd e maggioranza con Sala, pioggia di attacchi da M5S, Lega e FdI. Le reazioni al consiglio
Dopo l’intervento del sindaco in aula, il Pd e la maggioranza confermano il sostegno a Sala ma chiedono discontinuità. Intanto piovono attacchi da M5S, Lega e FdI. E la sinistra ecologista invoca un cambio di modello

Dopo il discorso di Giuseppe Sala in Consiglio comunale sul caso urbanistica, il centrosinistra conferma il sostegno ma apre alla discontinuità. La capogruppo Pd Beatrice Uguccioni rilancia l’azione di governo, i Verdi e Sinistra Italiana chiedono più trasparenza. Fuoco incrociato da M5S, Lega e centrodestra: Violi parla di “città in mano alla speculazione”, Sardone accusa “agonia politica”. Tajani e Renzi difendono il garantismo.
Sala, il Pd fa quadrato: “Andiamo avanti, insieme per davvero”
Consiglio comunale incentrato sulle vicende urbanistiche, il Partito Democratico ha accolto l’appello del sindaco Giuseppe Sala a continuare il mandato “con coraggio” fino al 2027. "Sindaco, andiamo avanti, insieme, insieme per davvero", ha dichiarato la capogruppo Beatrice Uguccioni. "Il Partito Democratico c’è, a testa alta, coeso. Rilanciamo l’azione amministrativa su casa, welfare, trasporto pubblico e urbanistica, magari tornando ad ascoltarci un po' di più. Riconoscendo i problemi, rinnovando come è nel nostro dna".
Il segretario milanese Alessandro Capelli ha aggiunto: "Con lo sguardo rivolto al futuro e la consapevolezza delle grandi sfide che aspettano il centrosinistra nei prossimi 18 mesi. Siamo orgogliosi delle tantissime cose che abbiamo realizzato a Milano dal 2011, ma sappiamo anche che, in un mondo profondamente mutato, dobbiamo continuare a insistere per dare alla città quei segnali di cambiamento che la rendano accessibile a tutte e tutti. Il Partito Democratico lavorerà insieme alle altre forze politiche del centrosinistra per ricompattare la coalizione sociale e civica del centrosinistra milanese", mentre il capogruppo Pd in Regione Lombardia Pierfrancesco Majorino ha parlato di "discorso bello e sincero" da parte del sindaco.
A sostenere Sala anche i Riformisti. Giulia Pastorella (Azione) ha detto chiaramente: "Costruire torri e studentati non è un crimine e nemmeno farlo con un privato. Il crimine vero è tentare di fermare il processo essendo ostaggio di procure e forze massimaliste che questo progresso non lo vogliono. No ai dietrofront, andiamo avanti. E ora non perdiamo l’opportunità di San Siro".
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Ma la maggioranza chiede segni di discontinuità
La linea della fedeltà non è però cieca. Marco Fumagalli, della lista civica, ha riconosciuto: "Eravamo convinti che non avrebbe mollato. Ma sono necessari segni di discontinuità, anche forti, anche contraddicendo parzialmente certi percorsi. Urbanistica, mobilità e verde sono tre assessorati fondamentali. Il piano casa deve essere importante in vista della prossima sindacatura".
Più severo il capogruppo dei Verdi, Tommaso Gorini, che ha chiesto di “fare un passo avanti”: "Non si può fare finta che non abbiamo letto ciò che abbiamo letto. Ci sono stati personaggi, per esempio Boeri, che hanno cercato di fare lobby sul sindaco per interessi privati. Fare lobby non è un reato, ma oggi gli interessi privati non sono più quelli della borghesia cittadina, ma quelli di fondi e aziende che se ne fregano dei cittadini. Abbiamo bisogno di mettere un confine tra interesse pubblico e quello privato".
Sinistra Italiana: “Milano, serve una nuova fase politica”
Duro anche il pensiero di Giuseppe Roccisano (Sinistra Italiana), che ha chiesto un cambio di rotta anche sul destino dello stadio San Siro: "Serve avviare una nuova fase, di rilancio, su nuovi obiettivi di equità, uguaglianza e partecipazione alla vita amministrativa. Dal sindaco Sala non abbiamo ascoltato parole di cambiamento. È il modello Milano che è in discussione e ha dimostrato di non reggere le contraddizioni attuali".
I 5 Stelle attaccano: “Sala non cambia strada”
Il Movimento 5 Stelle ha invece bocciato senza appello il discorso del sindaco. Per la senatrice Elena Sironi, "Mi aspettavo altro. Non dico un passo indietro, ma almeno una riflessione, una rielaborazione della visione di città. E invece nulla. Sala non sembra intenzionato a cambiare direzione. Milano non è una città a misura d’uomo, e pare che non lo sarà nemmeno in futuro".
Dario Violi, coordinatore regionale M5S, ha parlato di "città in mano alla speculazione". E ha aggiunto: "Era il momento di cambiare passo, non di ripetere che a Milano ci sono giovani e famiglie. Il ceto medio è in difficoltà, e su questo il sindaco non ha detto nulla di nuovo".
Il centrodestra insiste con le dimissioni e il ritorno al voto
Durissimi gli attacchi da Lega e Fratelli d’Italia. Per Silvia Sardone, vice segretario della Lega, "il sindaco, in versione attak alla poltrona, ha voluto imporre a Milano una lenta agonia. I disastri di questa giunta si moltiplicano giorno dopo giorno. Hanno dato il benservito a Tancredi, ma pensano di chiuderla così, con tanti saluti ai cittadini".
Per Alessandro Verri, capogruppo leghista, "il sindaco Sala, vista la sua ingenuità politica, sarà da oggi tenuto in scacco dal Pd. Non uno slancio, non un progetto per questi due anni. Sala non lo sa ma la sinistra lo ha già liquidato".
Carlo Fidanza, capodelegazione FdI al Parlamento europeo, ha scritto: "Sala rimane disperatamente aggrappato alla poltrona, protetto da una maggioranza tenuta insieme solo dalla paura del voto. Milano non merita di rimanere ostaggio di una sinistra in agonia". In aula lo scontro più duro è stato quello ingaggiato da Sala con il consigliere di FdI Enrico Marcora, che negli scorsi giorni aveva diffuso sui social una immagine generata con l'Intelligenza artificiale del sindaco con la tenuta da galeotto.
Alessandro De Chirico (Forza Italia) ha invece puntato il dito contro il Pd stesso: "Il Partito Democratico chiede un cambio di passo come se per 14 anni non avessero sostenuto i sindaci Pisapia e Sala. Il modello Milano ha prodotto le anomalie che la Procura contesta".
Renzi e Tajani difendono il principio del garantismo
Matteo Renzi ha dichiarato: "Un Paese civile è un Paese in cui le sentenze si fanno nelle aule giudiziarie e il garantismo si applica a tutti, avversari e amici. Noi siamo dalla parte della giustizia, non del giustizialismo. Per questo diciamo a Beppe Sala: vai avanti".
Anche il vicepremier Antonio Tajani ha preso posizione: "Sala non deve dimettersi perché ha avuto un avviso di garanzia. Il problema è come viene amministrata Milano, ma non possiamo permettere che a causa di inchieste giudiziarie si fermi la crescita della capitale economica del Paese".
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