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Morti bianche, i sindacati a Milano: "Introdurre reato di omicidio sul lavoro"

Morti bianche, i sindacati a Milano: "Introdurre reato di omicidio sul lavoro"

(WWW.IMPRESE-LAVORO.COM) Presidio dei sindacati in piazza del Duomo di Milano per dire "basta ai morti sul lavoro" e per sensibilizzare la cittadinanza, chiedendo azioni concrete a Regione Lombardia. E nel corso della manifestazione è comparso anche un manichino vestito da operaio, con caschetto in testa e imbracatura, appeso all'impalcatura del Duomo.

Spiega la nota di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil: "Dal 2014 ad oggi in Lombardia sono morte 52 persone in cantiere, mentre lavoravano. Di queste solo il 40% erano dipendenti di una impresa, il 27% erano lavoratori autonomi o piccoli imprenditori. L’8% erano irregolari ma del 13% non si è riusciti ad accertare che contratto avessero. Di questi, il 33% erano cinquantenni e il 30% sessantenni. Una ecatombe di persone non più giovani !!! E che forse in cantiere avrebbero diritto ad una specifica attenzione sul fronte della prevenzione. Oltre che di un’attenzione specifica da parte dello Stato (e del Governo) sulla possibilità di andare in pensione prima".

I sindacati chiedono che la Regione impogna per legge il “badge” obbligatorio per chi lavora in cantiere,  formazione obbligatoria delle 16 ore prevista dal CCNL dell’edilizia per chiunque entri per la prima volta a lavorare in cantiere, l’interdizione a lavorare per un anno alle imprese che hanno registrato un infortunio mortale. Al Parlamento la richiesta è di introdurre il reato di "omicidio sul lavoro". Alla Regione Lombardia le richieste sono di un “badge” obbligatorio per chi lavora in cantiere; formazione obbligatoria delle 16 ore prevista dal CCNL dell’edilizia per chiunque entri per la prima volta a lavorare in cantiere;’interdizione a lavorare per un anno alle imprese che hanno registrato un infortunio mortale.

Uil Lombardia: "In Lombardia dal 2014 ad oggi 52 morti nelle costruzioni"

Con una nota, Uil Lombardia, afferma: "Durante il presidio gli interventi dal palco hanno narrato le storie di coloro che sono morti in cantiere durante il lavoro. Con questo si è voluto rendere loro omaggio, ma anche trasmettere all’opinione pubblica, alle nostre controparti con cui sottoscriviamo CCNL e integrativi, e alle aziende del settore, le ragioni per le quali nel 2018 si continua a morire sul lavoro. Ricordarlo, comprendendolo e analizzandone le cause, serve ad interrogare e ad auspicare dei passi in avanti da parte di tutti i soggetti che operano nella filiera delle costruzioni. Dal palco si sono anche riportati i dati del Registro degli Infortuni Mortali della Regione Lombardia. Questa la fotografia che ne emerge: dal 2014 ad oggi si sono verificati 52 infortuni mortali nelle costruzioni in Lombardia. Le dinamiche sono le stesse di sempre: nel 46% dei casi si tratta di cadute dall’alto, nel 35% di schiacciamento da parte di macchine di cantiere o di materiali. Per quanto riguarda le tipologie di contratti di lavoro, di questi 52 lavoratori, i dipendenti a tempo indeterminato erano il 40%; ma il 27% erano lavoratori autonomi o piccoli imprenditori, l’8% risultavano irregolari e del 13% non si è riusciti a ricostruire che tipo di rapporto di lavoro avessero al momento dell’infortunio mortale. Infine, le persone coinvolte negli infortuni mortali esaminati erano per l’81% italiani e per il 19% cittadini stranieri e la loro età era particolarmente alta: il 33% erano cinquantenni e il 30% sessantenni e oltre (2 persone risultavano avere oltre 70 anni). Oltre a raccontare come si muore, abbiamo voluto mostrare durante il presidio, con la collaborazione della Veneranda Fabbrica del Duomo, anche come si può lavorare in sicurezza sulle impalcature, per ricordare che la sicurezza è possibile".

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