Nel regno di Infrastrutture Lombarde, tra benefit e audit. Inside
di Fabio Massa
Che cosa ha portato alle dimissioni di Antonio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture Lombarde e grand commis dell'era formigoniana, anticipate da Affaritaliani.it? Sempre Affari ha visionato l'audit interno che avrebbe portato il dirigente a lasciare l'azienda. Effettuato dalla Sireg, il dossier ha il titolo "Contenimento della spesa pubblica: trattamenti retributivi, ivi inclusi i fringe benefit".
La prima analisi riguarda gli stipendi: "La forbice (tra quel che dovrebbe essere e quel che è, ndr) è superiore al 40 per cento nel caso della dirigenza ed è di circa il 70 per cento nel caso dei quadri. Tale impostazione tendenziale si riflette e si amplifica anche sulle posizioni apicali della Società: per il direttore generale, infatti, si rileva al momento una forbice di circa il 100 per cento rispetto alla corrispondente figura, Segretario Generale, presso la Giunta Regionale". Insomma, audit alla mano, Rognoni guadagna troppo. Anche se la società contesta: "In sede di contraddittorio la società ha asserito l'irrilevanza e la non pertinenza delle informazioni attinenti alla dinamica salariale".
Ma non è finita. Anzi, è solo cominciata. A partire dalle utenze cellulari: "Dall'analisi e dai verbali risulta che i cellulari aziendali, assegnati a 49 dipendenti, per un totale di 132 utenze voci e dati, per uso esclusivamente aziendale". Peccato che non ci siano restrizioni. E che 49 dipendenti intestatari di utenze pagate sono il 54,3% del totale. Praticamente uno su due ha il cellulare pagato dalla collettività. Ma, sempre secondo l'audit, "la società ha ritenuto congruo il numero dei cellulari".
Poi c'è il problema di un immobile a disposizione di tre dipendenti. Chi sono? Non si sa. Si sa che "per un periodo di circa 56 mesi non è dato evincere il grado di utilizzo dell'immobile né risultano predisposte procedure atte a registrare la presenza dell'ospite, indispensabili anche al fine di verificare la convenienza della soluzione foresteria - 13200 euro all'anno - rispetto a possibili alternative come locazioni temporanee, albergo, ecc...". Tradotto: non si sa chi ci fosse in quell'appartamento e perché.
La terza scheda riepilogativa riguarda le autovetture in fringe benefit. La società che svolge l'audit scrive, nero su bianco, "la società ha infine sostenuto che il dg ha usufruito dell'autoveicolo in fringe benefit solo 'dal primo quadrimestre 2013'. E ancora: comunque non è stato possibile verificare la bontà di tali affermazioni, dal momento che la società non dispone di strumenti idonei a tracciare l'uso dei veicoli aziendali".
Poi c'è il problema del "patto di stabilità" e del "bonus una tantum". A 13 dipendenti infatti, sarebbe stato chiesto di sottoscrivere un accordo in base al quale non avrebbero lasciato l'azienda. In cambio, un "premio" del 20 per cento in più della retribuzione annuale lorda. In tempi di crisi, mica bruscolini.
@FabioAMassa