Omicidio Claris a Bergamo, l’assassino è il fratellastro del killer di Luciano Muttoni - Affaritaliani.it

Milano

Omicidio Claris a Bergamo, l’assassino è il fratellastro del killer di Luciano Muttoni

Jacopo De Simone, 19 anni, è fratello adottivo di Carmine Francesco De Simone: entrambi coinvolti in due delitti a due mesi di distanza

di redazione

Omicidio Claris a Bergamo, l’assassino è il fratellastro del killer di Luciano Muttoni

Jacopo De Simone, il 19enne arrestato per l’omicidio di Riccardo Claris, avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 maggio a Bergamo, è il fratellastro di Carmine Francesco De Simone, già in carcere per l’efferato delitto di Luciano Muttoni, commesso a Valbrembo lo scorso 8 marzo durante una rapina finita nel sangue. Entrambi i ragazzi, seppur non legati da vincoli di sangue, sono cresciuti nella stessa famiglia: una coppia di cancellieri del tribunale che aveva adottato Carmine ed il suo fratello di sangue da piccoli. Poi erano nati Jacopo ed il suo fratello gemello, che vivono ancora con i genitori.

Carmine, oggi 25enne, era diventato nel tempo un soggetto problematico: come ricostruisce MilanoToday, piccoli reati, furti, spaccio e frequentazioni pericolose. I genitori adottivi, nel tentativo di tutelare gli altri figli, avevano deciso di allontanarlo da casa. La sera dell’8 marzo, Carmine e il complice Mario Vetere, 24 anni, di origini polacche e residente in provincia di Monza e Brianza, si sono presentati a casa di Luciano Muttoni, 57 anni, con l’intenzione di rapinarlo. Avevano assunto cocaina. Muttoni, pensionato che affittava stanze della propria abitazione online per integrare il reddito, aveva ospitato Carmine pochi giorni prima del delitto. Proprio quell’incontro era bastato, secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti, per far scattare il movente: uno sguardo considerato “inopportuno” verso la ragazza di De Simone. Da qui la decisione di colpire.

Il 25enne ha confessato di aver aggredito Muttoni dopo che quest’ultimo aveva reagito al tentativo di rapina. A incastrarlo, oltre alla confessione, sono stati diversi elementi: il giubbotto macchiato di sangue, i documenti rubati alla vittima e soprattutto l’arma del delitto, una pistola scacciacani usata per colpire più volte la testa di Muttoni, oltre a una serie di pugni e calci che gli hanno provocato lesioni fatali. Il corpo del pensionato è stato ritrovato solo due giorni dopo, nella sua abitazione di Valbrembo.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO

 

 








A2A