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Milano
Processo Ruby, teste in lacrime: "Rovinata da Arcore, subii violenze"
Chiara Danese

Processo Ruby, teste in lacrime: "Rovinata da Arcore, subii violenze"

Per la terza volta, a distanza di anni, Chiara Danese, teste dell'accusa nei processi Ruby, torna a parlare delle serate ad Arcore nell'ultimo capitolo della saga giudiziaria nata dalle rivelazioni della giovane marocchina, ribadendo "le violenze fisiche e psicologiche subite" nel 2010 a casa di Silvio Berlusconi. E scoppia a piangere quando il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano le chiede come viva adesso: "Questa situazione mi ha rovinato la vita, anche perche' la gente si e' fatta un'idea di me basandosi sui titoli dei giornali. Nel mio paesino sono stata etichettata come escort, sono stata vittima di bullismo, non potevo uscire di casa. Sono andata in depressione, ho sofferto di anoressia - e' questo il passaggio in cui si commuove al punto che i giudici le domandano se desideri prendere fiato (lei prosegue) - Ho sofferto tanto, sono in cura e prendo farmaci per affrontare questa situazione. Per me cercare un lavoro normale e' difficile perche', vivendo in una piccola realta', la gente non dimentica, si e' fatta un'idea, un' etichetta che e' difficile da togliere". "Ho ripreso a studiare per cercare di avere un mestiere - continua - la mia famiglia mi aiuta molto, anche economicamente, e ora vedo un po' di luce". "Lei e' giovanissima - la sprona Siciliano - avra' una vita meravigliosa". Danese, parte civile nei primi due processi Ruby, in questo non e' stata ammessa perche' i giudici della settima sezione penale del Tribunale di Milano hanno ritenuto che il reato di corruzione in atti giudiziari, contestato a Silvio Berlusconi e agli altri imputati, non l'abbia (potenzialmente) danneggiata.

"Una persona normale avrebbe tirato una sberla, ma in situazioni del genere non sai come comportarti. Io non sapevo chi fosse Berlusconi, mi avevano detto che si andava in un pub milanese dove c'erano persone importanti". Lo ha affermato Chiara Danese, testimone dell'accusa nel processo Ruby ter, raccontando che Silvio Berlusconi "quando io e Ambra Battilana (altra teste dell'accusa, ndr) facevamo le scale, lui ci portava con la mano (Danese fa un gesto che fa intendere che l'ex premier toccasse il fondoschiena di lei e Ambra, ndr)". A nove anni di distanza dai fatti, Danese, che ora ha 27 anni e all'epoca era da poco maggiorenne, ricorda, suscitando anche un sorriso nei giudici, che "ho capito che quella era la dimora di Berlusconi solo dopo, non sapevo chi fosse, ero ignorante all'epoca. In quel momento, per me, quella non era una casa, ma un museo. Riconobbi le ragazze di 'Colorado Cafe'', per me erano famose, ma non Berlusconi. Entrando a Villa San Martino, pensai che quello fosse un museo o un locale esclusivo di Milano". Il suo racconto in aula sta ricalcando quanto gia' detto in precedenza, con episodi che sono entrati nella 'storia del processo", a cominciare dalla statuetta di Priapo fatta girare tra le ragazze "che simulavano col fallo un rapporto orale". Danese ha anche ribadito che, quella sera, "lo spettacolo finale fu della Minetti, che entro' vestita, ballo' attorno a un palo e rimase solo con i sandali, nuda. Si avvicino' a Emilio Fede e Silvio Berlusconi e si fece baciare il seno". 

La ragazza ha proseguito: "C'erano a cena la Polanco, le gemelle De Vivo. Mi sentivo un po' importante quella sera. Berlusconi portava un vassoio con degli anelli diversi, alcuni con sopra dei fiori altri con pietre colorate".  Durante la cena "Berlusconi era davanti a noi, Fede era in mezzo a me ed Ambra, durante la cena Berlusconi cantava, raccontava barzellette, le ragazze ridevano e scherzavano con lui. Io non ridevo perché la maggior parte erano sconce, Fede mi dava delle pacche per farmi ridere, noi eravamo le ospiti quella sera e cercavano di coinvolgerci. C'erano delle canzoni dedicate a lui come 'meno male che Silvio c'è'. L'ultima barzelletta era sul 'bunga bunga'". Quando spunta la statua di Priapo "con il fallo che si muoveva, le ragazze simulano il rapporto orale. Io ho iniziato un po' a spaventarmi e mi sono preoccupata. Ho chiesto una camomilla perché non mi sentivo bene dall'agitazione, dalla paura; in tutte le cose sono sempre stata accompagnata da mia madre e li ero sola. Berlusconi baciava in bocca le ragazze, lo chiamavano papi, io l'ho considerato volgare". 

Il dopo cena è "In una sala con luci blu e rosse, con un palo al centro e dei divanetti bianchi intorno al palo, da una parte c'era il deejay. Iniziarono a entrare ragazze vestite da infermierina le stesse che erano a tavola, a ballare in modo provocante anche lì sembrava che erano tutto normale"

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