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Milano
Sala: "Sede Expo, una polemica montata ad arte"
Giuseppe Sala

“Cinque colonne sui giornali perché ho ricevuto gli esponenti della Comunità ebraica in Expo! Ho già riconosciuto che si poteva evitare e si è fatto, in buona fede, solo per conciliare l’incontro con la mia agenda. Credo piuttosto che la polemica montata su questo disguido tradisca invece un notevole nervosismo del centrodestra e dei 5 Stelle. E che venga usata per distrarre i cittadini e i lettori dai conti in ordine che la società che ho avuto l’onore di guidare consegna alle istituzioni nazionali e locali al termine della manifestazione". Così Giuseppe Sala, candidato alle primarie, in una nota. Che prosegue: "Ma il successo di Expo non è un successo personale di Beppe Sala, ma del Paese, e questo gioco al massacro che ha caratterizzato tanta parte del pre-Expo è l’ultima cosa di cui l’Italia e Milano avrebbero bisogno. Proprio le cose che sono accadute durante Expo hanno dimostrato che c’è una Milano, c’è un’Italia, che non si balocca con queste chiacchiere da bar e si rimbocca le maniche per raggiungere l’obiettivo. Ed è a questa città che faccio appello. Infine, credo sia giusto ribadire che sono rimasto in Expo Spa - nonostante le mie dimissioni di novembre - perché me lo ha chiesto il cda, del quale fa parte anche il Comune di Milano. Vengo invitato a non nascondere i numeri di Expo, e contemporaneamente accusato di approfittare della mia posizione. Credo infine che, oggi, servirebbe semplicemente smetterla con queste polemiche che nuocciono all'indiscutibile successo di Expo e a questo momento di aperto confronto politico".

"IL SINDACO MI HA PREGATO DI RESTARE IN EXPO" - Precedentemente intervistato da Radio Popolare, Sala aveva così comentato l'incontro nella sede di Expo con la comunità ebraica: "Certamente è stato un errore e non avverrà più. Ma di fronte agli attacchi di Movimento 5 stelle e centrodestra aveva anche aggiunto: "Io ho dato le dimissioni da amministratore delegato di Expo al 2 gennaio. Il cda e anche i soci tra cui anche il sindaco di Milano mi hanno pregato di fermarmi un mese in più per non lasciare sguarnita la società. Ancora oggi sto firmando una quantità di carte impressionante e ad oggi non c'è ancora indicato un mio sostituto come rappresentante del Comune. Vorrei che la gente capisse che io me ne volevo andare e sono rimasto lì per ragioni di servizio quando è evidente che è contro il mio interesse. In questo momento voglio fare tutt'altro nella vita e vorrei del tempo pieno per occuparmi di questo".

LA NOTA DI PALAZZO MARINO: "SOLO PRESO ATTO DI VOLONTA' DEL CDA" -  Le parole di Sala hanno provocato una replica piuttosto seccata da Palazzo Marino. Ecco la nota: "In relazione ad alcune affermazioni apparse su quotidiani e agenzie di stampa, l’ufficio stampa di Palazzo Marino precisa che in data 4 dicembre 2015 l’amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala ha inviato all’Amministrazione una lettera ufficiale in cui si indicava nel primo gennaio 2016 la data delle sue dimissioni dal CdA e dalla carica di Ad di Expo 2015 SpA". Così una nota della società di Expo. Che prosegue: "Successivamente, il 14 dicembre, lo stesso Sala ha inviato una nuova lettera ufficiale in cui si riferiva la richiesta del CdA di Expo 2015, con allegato il verbale della riunione del 9 dicembre,  allo stesso Sala di rinviare di un mese le sue dimissioni. Nella lettera Sala accetta il rinvio “subordinatamente all’assenza di motivi ostativi da parte dei soci”. Il sindaco Pisapia non ha espresso contrarietà a questa richiesta rinviando così la pubblicazione del bando per la nomina di un nuovo consigliere della Società, bando che era già stato predisposto proprio in seguito alla lettera del 4 dicembre. Il Sindaco non ha pertanto “pregato” il dottor Sala di rimanere nel CdA di Expo 2015 ma ha solo preso atto della volontà del Consiglio di Amministrazione della Società di prorogare l’impegno dell’amministratore delegato anche nel mese di gennaio".

PASSERA: "ANCHE PISAPIA PRENDE LE DISTANZE DA SALA" - "Anche Pisapia prende le distanze da Sala che ha preteso di rimanere in Expo per farsi la campagna elettorale ‪#‎stanabeppesala". Così su facebook Corrado Passera, leader di Italia unica e candidato sindaco di Milano.

BONI (LEGA): "FARSA TUTTA ITALIANA" - Sulla vicenda diversi sono i commenti politici. Così Davide Boni, segretario cittadino della Lega: “Ormai la vicenda della permanenza di Giuseppe Sala a capo di Expo per un altro mese sta assumendo i colori di farsa tutta italiana: l’unico fatto certo è che le parole espresse da Pisapia smentiscono clamorosamente quanto sostenuto dallo stesso amministratore delegato. Questa presa di distanze segna un solco profondo tra il candidato renziano alle primarie del PD e la Giunta milanese e segue solo di qualche giorno la figuraccia racimolata da Sala, quando utilizzò candidamente una sala pubblica di Expo per una riunione politica. Un imbarazzo palpabile che evidenzia i limiti del PD milanese che  per smarcarsi da un candidato troppo impegnato a promuovere se stesso , non esita a scaricarlo senza troppi convenevoli mentre verrebbe da chiedersi chi ha realmente voluto che l’amministratore delegato restasse al suo posto…..”.

MAJORINO: "BILANCIO EXPO, CHIEDO UN INCONTRO CON SALA" - Chiedo a Sala che ci dica quando e come si discute - perché io confesso di non averlo capito leggendo i giornali oggi - dei bilanci di Expo. Perché da una parte vengono forniti dei dati, dall'altra si dice che si devono aspettare dei mesi per una valutazione complessiva. Giuro che è la prima volta che mi si dà un dato e mi si dice che devo aspettare. Dove sono i numeri di Expo?" Così Pierfrancesco Majorino, candidato alle primarie del centrosinistra, a margine della presentazione del suo programma in tema di ambiente. "Giuseppe Sala su questo sia molto più preciso perché l'eredità dell'Expo è anche una discussione trasparente in relazione ai costi e ai ricavi. Poi ovviamente tutti ci auguriamo che non vi siano notizie negative. Non vedo l'ora di poter dire a lui e agli altri avete lavorato bene, però se non ci da i numeri è complicato anche dirlo".

 

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