Milano
Salva Milano, il leghista Piscina: "Un commissario? Lo proposi io tre anni fa, l'iniziativa di Forza Italia oggi fa venire dei dubbi"
Il segretario milanese della Lega sul Salva Milano bis proposto da FI: "Oggi l'unica soluzione è un cambio di amministrazione. Tajani? Il dubbio che stiano cercando alleanze sorge..." L'intervista

Samuele Piscina
Salva Milano, il leghista Piscina: "Un commissario? Lo proposi io tre anni fa, l'iniziativa di Forza Italia oggi fa venire dei dubbi"
Per Samuele Piscina, segretario provinciale e consigliere comunale della Lega a Milano, l’ipotesi di un commissario per il “Salva Milano” non basta più: “Io la proposta l’avevo presentata tre anni fa, oggi l’unica soluzione è il cambio di amministrazione”. Secondo l’esponente del Carroccio, l’attuale giunta di centrosinistra, sostenuta nel caso San Siro da Forza Italia, è il vero ostacolo a una svolta per la città: “Finché non cambiano giunta e persone negli uffici, Milano resterà ferma”.
Sul caso San Siro, Piscina attacca la maggioranza: "L’area è stata svenduta a un prezzo impossibile da trovare a Milano, senza opere fondamentali per il quartiere". E allarga la critica anche alla gestione del dissenso, accusando Palazzo Marino di "accondiscendenza verso i centri sociali". L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO.
Consigliere, il ministro Tajani ha rilanciando l'ipotesi di un commissario per il Salva Milano. A suo avviso, è la strada del commissario è quella giusta?
Io la proposta del commissariamento l’avevo presentata ormai tre anni fa, quando c’erano i presupposti per commissariare, quando non c’era ancora un’indagine sul Comune di Milano stesso. Oggi vedo diversi esponenti, ex esponenti e membri degli uffici sotto indagine. Mi sembra abbastanza chiaro che ormai non basti il commissario per sbloccare la situazione: l’unico modo è che ci sia un cambiamento di amministrazione. Penso che la magistratura andrà avanti e vedrà dei presupposti seri fintanto che ci sarà questa amministrazione, fintanto che ci saranno queste persone negli uffici e fintanto che la cosa pubblica milanese sarà gestita dal centrosinistra. Questo mi sembra chiaro. Sala aveva la possibilità di far cadere se stesso e andare a nuove elezioni, invece ha preferito salvare la propria maggioranza. E oggi siamo ancora fermi.
Quindi perché Tajani propone adesso l’idea di un commissario?
Il dubbio è lecito. Anche alla luce del salvataggio di Ilaria Salis, arrivato senza dubbio con i voti del PPE, a Parlamento Europeo e, soprattutto, dopo il voto sullo stadio, dove Sala si è salvato solo grazie all’uscita dall’aula da parte di Forza Italia, mi sembra evidente che qualcosa non torna. Il dubbio che qualcuno stia cercando alleanze diverse può anche sorgere, altrimenti non mi spiego questo atteggiamento.
A proposito di stadio, il consigliere di Forza Italia, Gianluca Comazzi, vi ha attaccato dicendo che avevate la stessa posizione dei Verdi e dell’estrema sinistra. Come replica?
Forza Italia aveva la stessa posizione del PD. E quindi di cosa stiamo parlando? Mi sembra ridicolo questo rimpallo. C’è chi ha salvato Sala e chi invece ha votato contro una delibera che la stessa Forza Italia aveva dichiarato “indecente”, che non dava risposte ai cittadini, con rischi di infiltrazioni mafiose e senza affrontare le questioni legate al territorio. Noi coerentemente abbiamo votato contro, provando a far cadere la delibera. Loro, uscendo dall’aula, hanno salvato il sindaco Sala e la maggioranza di centrosinistra. Questa è la differenza: da una parte chi ha provato a difendere i cittadini, dall’altra chi ha salvato la sinistra. E ricordo che fino a poche ore prima del voto in aula Forza Italia aveva dichiarato, sia in Parlamento a noi opposizioni sia sui giornali, che avrebbe votato contro. Poi ha cambiato idea.
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Commissario o no, c’è margine per un’azione concreta del centrodestra a Milano, che non siano le elezioni? Mi spiego meglio, è opportuno che un partito del centrodestra tratti con il centrosinistra?
No, è evidente. Lo dicono le carte della magistratura: il grande problema oggi è il reiterarsi di quella politica portata avanti da anni dal centrosinistra. Sarà così finché non cambierà la giunta e non cambieranno le persone negli uffici. Pertanto, fintanto che ci sarà questa maggioranza, e questo Forza Italia continua a non volerlo capire, sarà impossibile invertire la rotta.
Entriamo nel merito di San Siro, motivo di scontro nel cdx. La vendita è ormai un fatto, che succede adesso? La Lega ha accettato l’idea di una Milano senza il Meazza?
La vendita andrà in porto entro un mese al massimo, quindi sarà difficile tornare indietro. Per noi non è mai stato un problema valutare l’abbattimento o il riutilizzo: eravamo aperti a ogni ipotesi, purché le due squadre restassero a Milano. Ma con presupposti seri. Invece l’area è stata svenduta a una cifra impossibile da trovare a Milano. La sinistra, insieme a Forza Italia, ha svenduto quell’area. Noi avevamo chiesto opere importanti per i cittadini, per riqualificare non solo lo stadio e le aree circostanti, ma tutto il quartiere: da piazza Selinunte alle case popolari. Avevamo chiesto anche una viabilità alternativa sotterranea, da piazzale Lotto fino allo stadio, per togliere traffico dalle strade e permettere ai residenti di riposare nei giorni di manifestazione. Queste erano necessità fondamentali, che dovevano entrare in delibera. Ma non sono state inserite per volontà della sinistra e di Forza Italia.
E sulle manifestazioni di cui Milano è stata recentemente teatro? La Statale è stata occupata, Lega Giovani ha preso posizione. A Milano c’è un problema di gestione del dissenso in città?
Manifestare è un diritto sacrosanto della Costituzione. Ma bisogna farlo senza danneggiare la città e senza creare disagi ai cittadini. A Milano invece la sinistra è troppo accondiscendente con chi devasta o crea problemi. I centri sociali, ad esempio, sono stati più volte aiutati da questa amministrazione: prima il Lambretta, a cui è stato dato uno stabile senza bando, poi il Leoncavallo, per cui si voleva assegnare un altro spazio comunale a Porto di Mare. Stando zitti, non condannando certe azioni, si finisce per legittimarle. Una giunta seria non starebbe mai in silenzio di fronte a simili fatti.
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