San Siro, Gorini (Verdi): "Centrosinistra lacerato, i consiglieri votino con orgoglio e indipendenza" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 19:55

San Siro, Gorini (Verdi): "Centrosinistra lacerato, i consiglieri votino con orgoglio e indipendenza"

Tommaso Gorini critica sia nelmetodo che nel merito la delibera per la vendita di San Siro: "L'assessore Grandi? La legittimità del nostro dissenso è sempre stata riconosciuta". L'intervista

di Niccolò Rubeis

San Siro, Gorini (Verdi): "Centrosinistra lacerato, i consiglieri votino con orgoglio e indipendenza"

La contrarietà è sia nel metodo sia nel merito. E apre risvolti anche politici: "La scelta di andare avanti su San Siro in questo modo sta creando una lacerazione nel centrosinistra" commenta il capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino Tommaso Gorini. "Su una decisione così impattante non ci sarà la maggioranza assoluta. Forse è il caso di fermarsi e riflettere" prosegue l’esponente dei Verdi. "La votazione in Aula può essere finalmente l'occasione per dimostrare orgoglio e indipendenza" secondo Gorini. Il sindaco Sala ha già fatto sapere che andrà avanti anche se non arriverà il via libera alla delibera da parte del Consiglio comunale. "Questo - afferma - dovrebbe spingere i consiglieri a votare secondo coscienza e seguendo l'interesse pubblico". L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO

Gorini, partiamo dal metodo. 
Sicuramente siamo molto perplessi sulle modalità scelte e sulla compressione dei tempi che non ha una motivazione legale e segue solo la prospettiva dei privati, ossia le squadre, che hanno presentato un'offerta che scade il 30 settembre. Già questa idea che dobbiamo correre per approvare questa delibera ci sembra un ribaltamento di quella che doveva essere la prospettiva. 

Non salva nulla nel progetto che arriverà in Consiglio?
Ci siamo sempre battuti per la conservazione dell'attuale San Siro, non tanto per nostalgia ma perché siamo di fronte a un manufatto perfettamente funzionante, che oggi garantisce un'entrata stabile al comune. Non vediamo perché dovremmo privarci di questo, andando ad abbattere lo stadio e alienando un bene pubblico. Sarebbe un danno enorme dal punto di vista ambientale, perché ovviamente costruire uno stadio nuovo più altre edificazioni porterà a un aumento della Co2 in quell'area. Accanto allo stadio ci sarà una forte edificazione edilizia. Ci si fa belli dicendo che è stata fatta una battaglia per mantenere l'indice edificatorio entro lo 0.35, ma ci si dimentica di dire lo stadio non fa cubatura. Il volume dell'impianto non fa parte dello 035, ma esiste. E quindi l'impatto del costruito sarà molto maggiore di quello che viene rivendicato. 

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Le compensazioni ambientali?
Sono insufficienti. Si parla di 50mila metri quadri di verde profondo che esistono già con il parco dei capitani. Si tratta di verde non filtrante in soletta che sarà comunque inferiore rispetto a quello che viene definito sulla carta, visto che a quel 50% ci si arriverà anche con aiuole e tetti verdi. Questa trasformazione, poi, si inserisce in un contesto di forte pressione immobiliare. Lo spostamento dello stadio verso via Tesio farà contenti soltanto i futuri acquirenti dei nuovi palazzi del Trotto che aumenteranno di valore. 

Soddisfatto della contrarietà espressa in giunta dall'assessora Grandi? 
Una scelta coerente e legittima. La nostra contrarietà è una cosa che abbiamo sempre esplicitamente rivendicato, sin dal momento in cui sono partite le interlocuzioni con quello che allora era il candidato sindaco. La legittimità del nostro dissenso è sempre stata riconosciuta. 

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Domani il suo collega dei Verdi Carlo Monguzzi organizza una manifestazione contro l'abbattimento di San Siro. Spesso tra di voi sono emerse delle divergenze. 
Non so se parteciperò anche io, è il mio quartiere e si tratta di questioni che ho sempre seguito. Dall'altro lato, però, i due promotori (Carlo Monguzzi ed Enrico Fedrighini, ndr) non mi vedono molto di buon occhio… Ma condivido le istanze e la difesa contro la speculazione. Su La Maura sono stato in prima linea anche con un ordine del giorno per chiedere che rimanesse un parco. 

Come andrà a finire la votazione su San Siro?
Pare sfondata la soglia della maggioranza assoluta che a questo punto non sembra più esserci. Già solo per questo bisognerebbe fermarsi e riflettere. Anche perché si stanno moltiplicando gli appelli, e non solo dai 'verdi talebani' come li definisce Gabriele Albertini. Ci sono anche voci più moderate che si chiedono se questo sia il percorso giusto. Scendere sotto la soglia dei 25 consiglieri vuol dire esporsi al rischio di un appoggio esterno da parte delle opposizioni. 

Nel bene o nel male, la deve risolvere il centrosinistra?
Per noi è importante che questa decisione - che sia un sì o un no - sia presa all'interno del perimetro della maggioranza. Qualche distinguo sicuramente ci sarà nel centrodestra, ma noi dobbiamo guardare in casa nostra. La maggioranza teorica è di 32 consiglieri e quindi molto abbondante. Se non si riesce a trovare una quadra bisognerebbe soltanto riconoscere che non ci sono gli estremi per andare avanti.

Su questo voto si inizieranno a delineare anche i futuri assetti politici in vista delle prossime comunali? 
Penso che, se vogliamo che Milano rimanga in mano al centrosinistra, sia fondamentale avere i numeri per poter governare e mantenere quindi un perimetro. Certo, deve esserci un cambio di passo vero e non solo a parole. Andare avanti così su San Siro sta lacerando il centrosinistra. Pensiamo, per esempio, al fatto di forzare in questo modo sulla delibera, che non è emendabile, comprimendo tutti i tempi. 

Sala andrà avanti a prescindere. Che ne pensa?
Credo che sia giusto. Anche perché questa decisione di vendere San Siro non faceva parte del programma di coalizione che lo ha eletto. Anzi, nel 2021 si è accuratamente evitato di parlare di San Siro… Vincolare questa decisione al prosieguo della consiliatura sarebbe una forzatura. Ma proprio per questo, durante la votazione in Consiglio comunale, tutti avranno l'occasione di dimostrare finalmente un po' di orgoglio e indipendenza. 

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