Milano
Stadio, la vendita è compiuta: il campo largo a Milano è morto
Con la vittoria su San Siro, Sala torna alle sue origini di liberale. Le contraddizioni di Lega e FdI e il campanello d'allarme per Schlein: sotto la Madonnina il campo largo non esiste più. Commento

Stadio, la vendita è compiuta: il campo largo a Milano è morto
Lo stadio è venduto. Ora è delle squadre, che possono farci quello che vogliono nei limiti del contratto che il consiglio comunale ha approvato, in notturna, lunedì. La madre di tutte le battaglie, per gli ambientalisti, è perduta. La madre di tutte le battaglie, per Beppe Sala, è vinta. Ma le conseguenze ci sono, e sono tante. Sul fronte del centrodestra Forza Italia si è smarcata dagli alleati, scegliendo la via della responsabilità, ed è uscita dall'aula ben sapendo che questo avrebbe spianato la strada all'approvazione della delibera.
La Lega continua ad essere pasdaran ma dovrà spiegare perché Matteo Salvini in tutta Italia continua a dare addosso agli ambientalisti del no a tutto, Ponte sullo Stretto in primis, e invece a Milano ha comunque votato contro il nuovo stadio insieme a loro. Perché Matteo Salvini si è sempre dichiarato garantista (giustamente) e invece a Milano sono arrivate le richieste di dimissioni appena la Procura ha iscritto il sindaco nel registro degli indagati. Vista la mala parata, si sarebbe potuta ricollocare sulla linea di Forza Italia. E uguale avrebbe potuto fare Fratelli d'Italia. Sarebbe bastato proporre due emendamenti "accettabili" e tutto sarebbe filato liscio: avrebbero pure potuto cantare vittoria.
Sala è tornato a casa: riformista in campo amministrativo, radicale nei diritti
E Beppe Sala? E' tornato a casa, finalmente. Una casa nella quale non c'è spazio per altri che non siano riformisti, moderati, interessati allo sviluppo. E' ancora il capo dei Verdi europei in Italia? Ne dubito fortemente. Come dubito fortemente che lo sia mai stato, perché l'ambientalismo come lo intende lui, in un modo - appunto - europeo, non è come lo intendono nella Penisola. Potrebbe farsi capo dei moderati, però. Sarebbe di più nelle sue corde: riformista in campo amministrativo, radicale nel campo dei diritti. Liberale, insomma. Finalmente. Niente pugni chiusi alla Monguzzi. Finalmente.
Il messaggio per Schlein: il campo largo sotto la Madonnina non c'è più
Altra annotazione: per Schlein è una gran brutta notizia, che fa il paio con Acquaroli nelle Marche. Perché si dice spesso che Milano è il laboratorio d'Italia, in campo politico (a volte pure con esiti diciamo non esaltanti, vedasi il fascismo). E se è vero questo, è vero anche che il campo largo semplicemente sotto la Madonnina, almeno fin quando ci sarà Sala al governo, è un argomento chiuso e finito.
PS. Ultima annotazione polemica: a quando l'iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura che il fascicolo lo ha già aperto da un pezzo? Si attendono news da via Freguglia…
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