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Milano
Street Art, la provocazione di Cristina Donati Meyer sul lavoro minorile
(dalla pagina Facebook di Cristina Donati Meyer)

Street Art, la provocazione di Cristina Donati Meyer sul lavoro minorile

Nuova provocazione artistico sociale della street artist milanese, Cristina Donati Meyer, che ha celebrato a modo suo la Befana e il proverbiale carbone portato ai bambini. A parti inverse, questa volta: sono i bambini, africani e asiatici, che portano alla Befana, bianca e occidentale, il carbone, il coltan, il cobalto, la mica e altri minerali preziosi estratti grazie al lavoro minorile. L’opera, affissa sul Naviglio Grande a Milano sul ponte che fa angolo con Via Paoli, rappresenta due bambini minatori. L’opera si compone anche di un sacco di carbone, di una calza della Befana gigante e di alcuni telefonini, smart phone e un computer portatile. “Utilizziamo apparecchiature e beni senza chiederci quanto costino socialmente ed ecologicamente e se sono costate il sangue o lo sfruttamento di minori, donne e persone deboli. Come avvenuto per l’olio di palma, una campagna internazionale, alla quale gli artisti non devono essere estranei, può modificare le pessime consuetudini di un capitalismo selvaggio e di un consumismo acefalo. Anche le multinazionali hi tech possono essere piegate, se si muove l’opinione pubblica”, afferma l’artivista Donati Meyer sulla sua pagina Facebook.

Piccoli minatori della Befana: l'opera di Cristina Donati Meyer per denunciare lo scandalo del lavoro minorile

"Nel mondo - continua - sono circa un milione i bambini che attualmente lavorano in cave e miniere. Lo sostiene l’ILO (Organizzazione internazionale del Lavoro). Qualche esempio sulla provenienza di minerali e materie prime essenziali per la nostra tecnologia? Almeno 11mila bambini, dai 5 ai 17 anni, vengono sfruttati in Madagascar per estrarre la mica, un minerale brillante che viene esportato e usato da aziende elettroniche e di cosmetici in tutto il mondo. Il cobalto è essenziale per alimentare le batterie al litio ricaricabili utilizzate in milioni di prodotti venduti ogni anno. La domanda insaziabile di cobalto, guidata dal desiderio di una tecnologia portatile a basso costo, è triplicata negli ultimi cinque anni e si prevede che raddoppierà nuovamente entro la fine del 2020. Più del 60% del cobalto proviene dalla Repubblica democratica del Congo, uno dei più poveri e instabili paesi nel mondo, dove ad estrarre il minerale sono principalmente i bambini. Il coltan, usato nei telefoni cellulari e computer, nelle PlayStation e i videogames, è estratto da manodopera pagata due euro a settimana, costretta a lavorare a rischio della vita. Bambini che scavano sotto l’occhio e il controllo delle milizie che a loro volta impiegano bambini come soldati. 

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