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Milano

Ultimo aggiornamento: 15:02

Torture al carcere minorile Beccaria, indagati anche don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio

Nell’inchiesta della Procura di Milano sui maltrattamenti ai minori nel carcere Beccaria compaiono anche l’ex e l’attuale cappellano. L’accusa: non aver denunciato le violenze di cui erano a conoscenza

Di Giorgio d'Enrico

Torture al Beccaria, indagati anche don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio

Emergono nuovi sviluppi nell’inchiesta sulle presunte torture e violenze subite da giovani detenuti all’interno dell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano. Tra gli indagati figurano anche due figure di primo piano del mondo ecclesiastico milanese: don Gino Rigoldi, storico cappellano dell’istituto per oltre cinquant’anni, e il suo successore, don Claudio Burgio. Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di omessa denuncia.

Secondo quanto riportato da La Repubblica e confermato da fonti giudiziarie, i due sacerdoti sarebbero stati a conoscenza di episodi di violenza e maltrattamenti ma non li avrebbero segnalati alle autorità competenti. Le loro posizioni – spiegano fonti della Procura – sono comunque destinate a essere stralciate rispetto a quelle dei 42 principali indagati, per i quali è già stato fissato l’incidente probatorio che prenderà il via il 30 ottobre.

L’inchiesta e il maxi incidente probatorio

L’indagine, coordinata dalle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena con la supervisione della procuratrice aggiunta Letizia Mannella, ruota attorno a presunti pestaggi, torture, umiliazioni e abusi fisici e psicologici avvenuti all’interno del carcere minorile. Gli episodi, documentati in una informativa di oltre 900 pagine della Squadra Mobile di Milano, coinvolgerebbero agenti della Polizia penitenziaria, ex direttrici, medici e infermieri, accusati a vario titolo di torture, maltrattamenti aggravati, lesioni, falso e, in un caso, violenza sessuale.

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Nel corso dell’incidente probatorio verranno ascoltati 33 giovani detenuti, le presunte vittime, per cristallizzare le loro testimonianze davanti a un giudice in vista del processo. Le accuse più gravi riguardano un gruppo di agenti sospettati di pestaggi sistematici e vessazioni nei confronti dei ragazzi affidati alla struttura.

Cosa viene contestato a don Rigoldi e don Burgio

A don Rigoldi e don Burgio non vengono contestate le stesse responsabilità degli ex vertici dell’istituto – tra cui le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti – accusate di non aver impedito “condotte reiterate, violente e umilianti” commesse dagli agenti. I due cappellani, invece, rispondono dell’ipotesi di non aver denunciato episodi di cui sarebbero stati a conoscenza, una posizione ritenuta più sfumata dagli inquirenti.

Per questo motivo, la Procura non ha incluso i sacerdoti nei maxi accertamenti testimoniali dell’incidente probatorio, e non è escluso che nelle prossime settimane possa arrivare una richiesta di archiviazione nei loro confronti.

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