Milano
Urbanistica Milano, il Riesame: "Non è stato dimostrato un accordo illecito tra Catella e Scandurra"
Rese le note le motivazioni con cui i giudici del Riesame hanno revocato i domiciliari per il ceo di Coima: "Non è provato il patto corruttivo"

Urbanistica Milano, il Riesame: "Non è stato dimostrato un accordo illecito tra Catella e Scandurra"
Prima la stroncatura della convalida delle misure cautelari nei confronti dell'architetto Alessandro Scandurra da parte del gip. Poi quella che è apparsa come una adesione almeno in parte alle tesi dei pm rispetto alle accuse nei confronti di Giuseppe Marinoni e Giancarlo Tancredi. Ora, la bocciatura degli atti delle indagini a carico di Manfredi Catella, che "non hanno dimostrato" la sussistenza dell'accordo corruttivo tra il ceo di Coima e lo stesso Scandurra. Sono state rese note le motivazioni del tribunale del Riesame in merito alla revoca della misura degli arresti domiciliari nei confronti di Catella disposta dal gip Mattia Fiorentini alla fine dello scorso luglio accusandolo di corruzione per il caso del 'Pirellino'. E le parole dei giudici tornano a evidenziare quelle che sarebbero le lacune e le debolezze dell'impianto accusatorio nella maxi-indagine sull'urbanistica milanese
Il Riesame: "Non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false"
Il collegio, che il 23 agosto ha rimesso in libertà Catella, ha spiegato che "nel caso di specie le risultanze in atti non hanno dimostrato che tra Scandurra e Catella si sia formato e fosse operativo" nel corso dei due mandati in cui l'architetto è stato componente della Commissione, dal 2019-2021 e dal 2021-2014, "un accordo i cui termini (...) implicavano un pregiudizievole esercizio in favore del privato Catella dei poteri attribuiti al pubblico ufficiale beneficiato tramite incarichi di progettazione".
Incarichi per i quali ha ricevuto compensi leciti, anche perchè "non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false". "Non pare adeguatamente ricercata - si legge nel provvedimento - la genesi del patto corruttivo ritenuto dal gip con un percorso logico inverso". Per il Riesame "non ha proceduto all'accertamento preliminare del patto corruttivo (...) per poi derivare da tali elementi la vendita della funzione pubblica e l'atto contrario ai doveri d'ufficio ma, muovendo dal supposto atto illegittimo, è giunto a ritenere automaticamente configurata l'esistenza del patto illecito: il rapporto economico diviene automaticamente prova del dovere di astensione e la sua violazione diventa prova dell'accordo corruttivo".
Le remunerazioni di Coima a Scandurra "non sono indebite"
Per il Tribunale le remunerazioni da parte di Coima a Scandurra non sono indebite. "Non sussistono concrete e pregnanti evidenze - prosegue l'atto depositato stamani - sulla base delle quali ritenere che gli incarichi di progettazione siano stati affidati a Scandurra in ragione della sua funzione pubblica e non dell'attività di libero professionista. Tra l'altro, sottolinea il collegio, "in nessuno dei messaggi rinvenuti e trascritti scambiati tra i soggetti coinvolti nella vicenda in esame, ivi compreso Catella, si coglie alcun riferimento all'esistenza di un patto corruttivo, né si palesa alcuna sollecitazione da parte dei privati affinchè Scandurra si adoperasse positivamente coltivando adeguatamente il loro interesse".
Catella: "Confermata l'insussistenza delle accuse"
"Desideriamo ringraziare tutti coloro che ci hanno ampiamente confortato con la propria fiducia e supporto ancor prima di poter disporre di una pronuncia chiarificatrice come quella ad oggi disponibile in merito all'insussistenza delle accuse ipotizzate e alla nostra estraneità rispetto alle medesime". Lo scrive Manfredi Catella, Ceo di Coima, in una comunicazione agli stakeholder. In particolare, i giudici, segnala Catella, hanno "deciso di esprimersi sul merito della vicenda, escludendo la configurabilità nella stessa degli elementi costitutivi di un patto corruttivo e assumendo una posizione critica rispetto all'impianto accusatorio della Procura e alla conclusione del Gip (che pure aveva ridimensionato significativamente l'ampiezza della contestazione) ritenendoli congetturali e sprovvisti di concrete evidenze".
L'ordinanza depositata, aggiunge Catella, "consolida le motivazioni di rigetto delle tesi della Procura milanese espresse sempre dal Tribunale del Riesame, in una composizione di tre diversi giudici, lo scorso 16 settembre in relazione a un'accusa complementare, dove pure il collegio giudicante aveva concluso in merito all'eccessiva semplificazione argomentativa e l'assenza di evidenze di colpevolezza". L'esperienza "vissuta", spiega ancora il numero uno della sgr, "ha contribuito a rafforzare la squadra di Coima che adesso può continuare a lavorare con la serenità di poter guardare avanti con sempre maggiore determinazione ed entusiasmo per le prossime imprese insieme ai nostri partner".
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