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Milano, il bocconiano accoltellato per 50 euro resterà invalido. Gli aggressori: "Bro, stacchiamogli i cavi così non parla"
Il VIDEO dell'aggressione. Il 22enne in Corso Como resterà invalido secondo i medici. Le intercettazioni choc: “Speriamo muoia bro, almeno non parla”. Chi sono gli aggressori. Venerdì gli interrogatori

Milano, il bocconiano accoltellato per 50 euro resterà invalido
È vivo per miracolo, ma secondo i medici resterà invalido lo studente di 22 anni della Bocconi aggredito e accoltellato la notte del 12 ottobre sotto il porticato di via Rosales, in zona Corso Como. Secondo l’ordinanza della giudice Chiara Valori, i cinque giovani – tre minorenni ora all’Ipm Beccaria e due maggiorenni, Alessandro Chiani e Ahmed Atia, entrambi 18enni – avrebbero agito per portargli via una banconota da 50 euro.
Le immagini di sorveglianza hanno permesso di ricostruire la sequenza: il gruppo si è avvicinato al giovane, seduto sulla soglia del locale Nippoteka. Uno di loro, in evidente stato di alterazione alcolica, gli ha chiesto di cambiare “dei soldi”, poi gli ha strappato la banconota dalle mani. Quando il 22enne ha tentato di seguirli per recuperare il denaro, è stato raggiunto dal branco: calci, pugni e due coltellate.
Milano, il video della brutale aggressione nei confronti del 22enne bocconiano
La giudice: "Gli aggressori erano pronti ad uccidere"
La giudice scrive: “Il numero e la direzione dei colpi, la zona ove la persona offesa è stata colpita e l’aggressività mostrata evidenziano come... si siano prefigurati la possibilità di attingere parti vitali del corpo, accettando il rischio di uccidere la persona offesa.” A colpire con il coltello, ricostruisce la procura, sarebbe stato uno dei maggiorenni, provocando lesioni polmonari e spinali che hanno causato danni permanenti a una gamba.
Le prove raccolte: “Giacca bianca, scarpe Dior e il coltello”
Le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati hanno permesso agli investigatori di trovare elementi decisivi. In casa di Chiani è stata sequestrata “una giacca bianca in tutto simile a quella indossata dall'accoltellatore, ben visibile nei filmati”, insieme a scarpe Christian Dior nere e pantaloni neri compatibili con quelli usati durante l’aggressione. Atia, nato nel 2007, è indicato come il “palo”. Per lui la giudice segnala precedenti controlli da parte delle forze dell’ordine.
Il padre del 22enne: "Mio figlio vivo per miracolo, Milano è il Bronx"
Oggi a "Dentro la notizia" su Canale 5 ha parlato il padre del 22enne aggredito: "Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, sennò sarebbe morto". "Penso che sia noto a tutti che ormai a Milano non si può più camminare - ha aggiunto -. Io stesso sono stato inseguito. L'altro mio figlio è stato derubato quindi c'è una situazione allucinante, sembriamo nel Bronx"
Le frasi intercettate: “Io sono quello fottuto”, “Speriamo muoia bro, almeno non parla”
La crudeltà del gruppo emerge dalle conversazioni catturate dagli agenti quando i cinque sono stati convocati in Commissariato per la sottoscrizione dei verbali. La giudice riporta che Chiani, consapevole della sua posizione, ha detto: “Io sono quello fottuto". Atia, invece, è apparso più tranquillo, sostenendo di “non aver personalmente mai toccato la persona offesa”, ignorando – osserva la giudice – il suo ruolo di concorrente morale.
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Dalle intercettazioni ambientali dopo le perquisizioni emergono frasi di impressionante violenza: “Eh raga, però io voglio mettere la storia (…) io anche voglio vedere il video, voglio vedere se ho picchiato forte (…) domani schiatta e ti danno omicidio (…) speriamo bro, almeno non parla (…) io gli stacco tutti i cavi.” I cinque commentano tra risate, si danno di gomito e ragionano su come costruire una versione comune: “Se diciamo che eravamo ubriachi e che questo ha detto che aveva il coltello, questa roba ci salva.” Uno di loro arriva a proporre di pubblicare tutto sui social: “Raga io la voglio mettere la storia del foglio, censuro i nomi e scrivo che si vede solo l'articolo.” Nessun pentimento, nessuna consapevolezza. Anzi. Il tono è di vanto: “Non so se si vede il video dove lo scanniamo.”
Pochi giorni prima, uno dei cinque aveva commentato un video TikTok dell’europarlamentare Silvia Sardone sulle aggressioni avvenute a Milano in una sola notte: “La settima non l’hanno ancora scoperta.” Secondo gli investigatori, un’ulteriore conferma dell’assoluta mancanza di rimorso.
Piantedosi: “Recrudescenza della violenza minorile”
Sui fatti è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervistato a “ReStart”: “La violenza minorile fa segnare una recrudescenza in termini di numeri ma anche come efferatezza degli episodi.” Ha poi ricordato il decreto Caivano e le nuove misure di prevenzione: “Abbiamo preso in carico il problema adottando una serie di normative, come l’abbassamento della soglia della capacità dello Stato di intervenire con misure di prevenzione.”
Venerdì gli interrogatori di garanzia
I due maggiorenni restano detenuti a San Vittore, mentre i tre minorenni si trovano nel carcere Beccaria. Gli interrogatori di garanzia davanti ai giudici sono previsti per venerdì 21 novembre.













