Bosch: strategia, innovazione e sostenibilità per tornare a crescere entro il 2030 - Affaritaliani.it

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Bosch: strategia, innovazione e sostenibilità per tornare a crescere entro il 2030

Nonostante un 2024 difficile, Bosch rilancia su tecnologia, innovazione e sostenibilità: obiettivo 7% di margine entro il 2026 e crescita media fino all’8%.

La crescita, oggi, non è più un automatismo. In un’economia globale segnata da incertezze, instabilità geopolitiche e pressione sui mercati asiatici, anche i colossi della tecnologia devono ripensarsi.

È il caso di Bosch, che nel 2024 ha chiuso l’anno con un lieve calo di fatturato, ma con la determinazione di riorientare il proprio futuro su basi solide, puntando su ricerca, sostenibilità e riorganizzazione.

Il Gruppo tedesco ha registrato 90,3 miliardi di euro di ricavi, in calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente, pari allo 0,5% al netto degli effetti valutari. L’utile operativo (EBIT) è sceso da 4,8 a 3,1 miliardi di euro, riducendo il margine al 3,5%. Un risultato che rispecchia le difficoltà strutturali di vari settori industriali, ma che non intacca la visione a lungo termine del gruppo: secondo Stefan Hartung, presidente del consiglio di amministrazione, Bosch mantiene intatti i propri obiettivi ambiziosi, e rilancia la Strategia 2030 con una promessa: posizionarsi entro cinque anni tra i tre maggiori player in ciascuno dei mercati chiave, senza sacrificare indipendenza e sostenibilità.

Obiettivi chiari e crescita media tra il 6 e l’8% entro il 2030

Per rimettere in moto la macchina della crescita, Bosch mira a una crescita media annua compresa tra il 6 e l’8% da qui al 2030, con un tasso d’inflazione fisiologico tra il 2 e il 3%. I primi segnali incoraggianti arrivano già dal primo trimestre 2025, con un +4% sul fatturato rispetto all’anno precedente, sia in valore assoluto che al netto delle fluttuazioni valutarie. L’obiettivo dichiarato è un ritorno al 7% di margine operativo EBIT entro il 2026.

Per riuscirci, Bosch ha annunciato una revisione strutturale in alcune aree, anche con una contrazione dell’organico in Germania ed Europa. Un processo che passa per un confronto serrato con i sindacati, ma che secondo Hartung “non può più essere rimandato”: ogni ritardo nell’adattamento strutturale metterebbe a rischio la competitività dell’intero gruppo. Al centro di questo processo c’è una profonda riflessione su costi, strutture e profittabilità, con focus sui business ad alto valore aggiunto.

Un 2024 difficile, ma con fondamenta solide

Il 2024 non è stato un anno semplice. Bosch ha dovuto fare i conti con la debolezza dei mercati europei e con il rallentamento globale della produzione automobilistica. Il settore Mobility, il più rilevante per il gruppo, ha registrato un fatturato di 55,8 miliardi di euro (-0,7%), pur crescendo leggermente al netto della valuta (+0,2%). Il margine EBIT è sceso al 3,8%.

Il comparto Industrial Technology ha subito il colpo più forte, con un calo del 13% (6,4 miliardi di euro), legato principalmente alla crisi delle costruzioni e alla domanda ridotta nel settore delle macchine da cantiere. Qui, il margine operativo è crollato all’1,2%, dal 9,1% del 2023. Consumer Goods, invece, ha mostrato segni di resilienza, salendo a 20,3 miliardi di euro (+1,6%) con un margine EBIT del 3,5%. Anche Energy and Building Technology ha accusato il colpo, a causa del tracollo nel settore del riscaldamento in Europa: -2,7% di ricavi, con EBIT al 4,9%.

Nonostante queste difficoltà, Bosch ha mantenuto un flusso di cassa positivo per 0,9 miliardi di euro (contro i 2,2 miliardi dell’anno precedente) e ha confermato la propria solidità patrimoniale con una equity ratio del 44,3%. Gli investimenti in ricerca e sviluppo restano alti: 7,8 miliardi di euro, pari all’8,6% dei ricavi, una delle percentuali più elevate del settore a livello globale.

Innovazione come leva competitiva: 250 milioni per le start-up

Una delle leve su cui Bosch punta per rilanciarsi è l’innovazione. Con oltre 6.700 brevetti registrati nel 2024, il gruppo è tra le 100 aziende più innovative al mondo secondo Clarivate. E l’accelerazione sul fronte del venture capital è una conferma: attraverso la sua controllata Bosch Ventures, è stato lanciato un nuovo fondo da 250 milioni di euro dedicato alle start-up ad alto contenuto tecnologico.

L’obiettivo? Sostenere la trasformazione interna dell’azienda, ma anche stimolare l’intero ecosistema industriale. "Le innovazioni sono un importante motore per la crescita economica di un Paese," ha ribadito Hartung, sottolineando che il trasferimento tecnologico tra start-up e divisioni operative sarà cruciale nei prossimi anni.

Focus sulla sostenibilità: emissioni Scope 3 e nuovi target CO2

Nel pieno della trasformazione industriale globale, Bosch conferma il proprio impegno per la sostenibilità, fissando obiettivi stringenti anche in tempi incerti. L’azienda ha annunciato di voler raddoppiare il proprio target di riduzione delle emissioni di CO2 Scope 3 (quelle indirette), passando dal 15 al 30% entro il 2030, rispetto al 2018. Si tratta delle emissioni derivanti dall’uso dei prodotti da parte dei clienti, spesso le più difficili da gestire.

Un traguardo ambizioso, che Hartung ha motivato così: “Il cambiamento climatico non sparisce solo perché l'economia ha altri problemi di cui occuparsi”. Il messaggio è chiaro: la sostenibilità non è una voce accessoria, ma una leva strategica su cui Bosch costruirà il proprio futuro, anche a costo di sacrificare parte della redditività nel breve periodo.

Settori chiave: software, idrogeno e connettività

Nel business Mobility, Bosch continua a investire sul software, l’idrogeno e la guida autonoma. A Shanghai sono stati presentati nuovi sistemi di assistenza alla guida in tre livelli, e un cockpit intelligente con funzionalità AI. Nel 2025 saranno attivati 50 nuovi progetti legati all’elettromobilità, principalmente tra Europa e Cina. Ma la vera scommessa è l’idrogeno: Bosch punta a sviluppare motori a idrogeno per mezzi pesanti e macchinari off-highway. Gli stack Hybrion per l’elettrolisi, presentati alla Fiera di Hannover, sono un passo concreto verso l’obiettivo di fatturare miliardi entro il 2030 da questa tecnologia.

Nel settore Consumer Goods, la spinta arriverà da connettività e batterie: nel 2024 Bosch lancerà circa 90 nuovi utensili elettrici, e il primo elettrodomestico con protocollo Matter, capace di integrarsi con dispositivi di altri brand. La prima fabbrica di elettrodomestici in Africa, in Egitto, produrrà 350.000 forni l’anno per i mercati locali, a conferma della strategia di regionalizzazione.

Industria e costruzioni: la spinta del software

Per la divisione Industrial Technology, Bosch scommette su una maggiore integrazione tra hardware e software. La piattaforma Hydraulic Hub e i servizi digitali mirano ad aumentare l’efficienza manutentiva dei clienti. L’obiettivo è raggiungere un miliardo di euro di fatturato solo dai servizi software entro l’inizio del prossimo decennio. Intanto, Bosch Rexroth continua a sviluppare soluzioni per l’elettrificazione industriale e l’automazione.

Nel business Energy and Building Technology, invece, è attesa una svolta nel 2025 con l’acquisizione del ramo HVAC di Johnson Controls e Hitachi. Un’operazione che, se completata a metà anno, porterà a una crescita di uno o due punti percentuali sul fatturato totale. I nuovi sistemi ibridi a pompa di calore e le tecnologie per la smart building, come la soluzione Wildfire Detection per rilevare incendi tramite IA, sono esempi di come Bosch voglia coniugare business e impatto sociale.

Prospettive 2025: cauto ottimismo e nuove acquisizioni

Guardando al futuro, il Gruppo prevede una crescita modesta tra l’1 e il 3% nel 2025, a causa della debolezza dei mercati principali e dell’incertezza geopolitica. Tuttavia, se le acquisizioni in corso saranno completate nei tempi previsti, il fatturato potrebbe crescere fino al 4-5%. Il margine operativo dovrebbe migliorare rispetto al 2024, anche se sarà ancora condizionato dagli alti investimenti e dai costi di ristrutturazione.

La strategia di regionalizzazione rimane centrale: Bosch vuole essere vicino ai propri clienti, riducendo la dipendenza dalle filiere globali e puntando su una presenza sempre più forte in Asia, India, Africa e America Latina. Anche nel 2024, nonostante le difficoltà in Europa (-4,9%), Bosch ha visto crescere il business nelle Americhe (+4,8%) e in Asia-Pacifico (+0,7%).

 

Scheda tecnica – Bosch Group (Esercizio 2024)
Fatturato globale: 90,3 miliardi di euro
EBIT: 3,1 miliardi di euro
Margine operativo: 3,5%
Dipendenti globali: 417.859 (-2,7%)
Investimenti in R&D: 7,8 miliardi di euro (8,6% dei ricavi)
Equity ratio: 44,3%
Previsione crescita 2025: +1% / +3% (fino al +5% con acquisizioni)