Cina: solo 15 marchi NEV controlleranno il mercato elettrico entro il 2030 - Affaritaliani.it

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Cina: solo 15 marchi NEV controlleranno il mercato elettrico entro il 2030

Nel 2025, la Cina accelera sull’auto elettrica e intelligente: nuovo modello operativo, IA e leadership nei NEV sfidano l’Occidente in crisi.

Redazione Motori

Nel cuore dell’industria automobilistica mondiale, qualcosa di profondo sta cambiando. Non si tratta solo di nuovi modelli elettrici, di tecnologie emergenti o di guerre commerciali.

È una questione di metodo, di mentalità e di velocità. L’AlixPartners 2025 Global Automotive Outlook lancia un messaggio forte: la Cina non è più soltanto un mercato strategico per la produzione di veicoli elettrici, è il punto di riferimento operativo per il futuro dell’intero settore. Con i suoi NEV (New Energy Vehicle) e un approccio radicalmente diverso allo sviluppo industriale, il Dragone sta riscrivendo le regole della competizione.

Secondo la 22ª edizione dell’Outlook, l’automotive globale è oggi alle prese con un rallentamento strutturale. I costi restano alti, gli investimenti EV in Occidente arrancano e la saturazione del mercato pesa su molti operatori. In questo contesto, i marchi cinesi NEV non solo resistono, ma guidano la trasformazione con quello che AlixPartners definisce “Nuovo Modello Operativo”: una formula che combina efficienza industriale, agilità tecnologica e rapidità decisionale, capace di ridurre del 50% i tempi di sviluppo e del 30% i costi rispetto ai metodi tradizionali.

La strategia si basa su tre pilastri: innovazione continua, localizzazione intelligente e adozione diffusa dell’intelligenza artificiale. I risultati sono concreti. In un ambiente iper-competitivo, le case cinesi hanno dimostrato di saper scalare rapidamente la produzione, accorciare i cicli di sviluppo da cinque anni a poco più di due, e generare valore attraverso un’offerta accessibile e ricca di tecnologia. Oggi si prevede che solo 15 dei 129 marchi NEV attivi in Cina nel 2024 sopravviveranno finanziariamente al 2030, ma questi pochi attori controlleranno il 75% del mercato NEV.

Un altro dato rilevante riguarda l’Europa. Secondo le previsioni AlixPartners, i costruttori cinesi raddoppieranno la loro quota di mercato europea, passando al 10% entro il 2030, e produrranno 800.000 veicoli all’anno nel Vecchio Continente, mentre le case auto europee si preparano a chiudere circa 400.000 unità di capacità produttiva, equivalenti a 1,5 impianti. La crescente localizzazione della produzione cinese in Europa è vista come risposta diretta alle barriere commerciali e all’incertezza geopolitica, ma anche come un’evoluzione del modello globale: i marchi cinesi non esportano più solo auto, esportano metodo, processo e modello industriale.

Il consolidamento del mercato NEV cinese è destinato ad aumentare la pressione sugli OEM occidentali. I cinesi stanno già beneficiando di incentivi non convenzionali – come sconti assicurativi, finanziamenti a tasso zero, bonus post-vendita – per mantenere la competitività senza abbassare ulteriormente i listini. La leadership tecnologica si fa sentire soprattutto nel campo degli ADAS (advanced driver assistance systems), dove la Cina è oggi il principale motore di crescita. AlixPartners prevede che il mercato globale degli ADAS raggiungerà i 50 miliardi di dollari entro il 2030, con una quota cinese del 45%.

Ma il cambiamento non riguarda solo le auto. È in atto una quarta rivoluzione industriale, dove l’AI applicata alla produzione sta trasformando lo sviluppo di prodotto, la progettazione e i test. Grazie all’adozione di strumenti intelligenti, è possibile tagliare fino a otto mesi da un ciclo di sviluppo tradizionale quinquennale e ridurre del 20% i costi di verifica e convalida. Questo accorcia significativamente il divario tra i cicli produttivi asiatici e occidentali. Un terzo del gap, secondo AlixPartners, è già stato colmato.

L’impatto geopolitico non è da sottovalutare. Le nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti sui veicoli cinesi potrebbero costare all’industria circa 30 miliardi di dollari entro il 2026, spingendo molte aziende americane a riconsiderare le catene di fornitura e a delocalizzare fuori dalla Cina. Ma intanto i cinesi non stanno fermi: stanno crescendo con joint venture locali, partnership strategiche e piattaforme condivise, portando il loro modello operativo laddove le tariffe non arrivano.

«La Cina è il mercato NEV più competitivo al mondo – spiega Stephen Dyer, Asia Leader Automotive & Industrial Practice di AlixPartners – con guerre dei prezzi, innovazione rapida e nuovi entranti che ridefiniscono continuamente gli standard. Ma solo chi saprà costruire marchi forti, investire in tecnologie chiave e adattarsi a mercati globali continuerà a prosperare». A fare la differenza, dunque, non sarà solo la scala industriale ma la capacità di trasformare la pressione competitiva in vantaggio strutturale.

In questo scenario, anche l’Europa è chiamata a rispondere. La potatura dei portafogli produttivi è già iniziata: secondo l’Outlook, oltre 18 miliardi di dollari di asset saranno dismessi nei prossimi anni da fornitori europei alla ricerca di maggiore efficienza. Ma senza una risposta strategica chiara, il rischio è quello di un arretramento strutturale.

L’analisi di AlixPartners non è solo una fotografia impietosa del presente. È una chiamata all’azione per OEM e fornitori, affinché adottino modelli agili, automatizzati, basati sull’intelligenza artificiale, capaci di rispondere ai cambiamenti di mercato in tempo reale. Solo così sarà possibile competere con chi oggi lancia un’auto in metà tempo, con metà budget, ma con un impatto doppio sul consumatore.