Auto e Motori
Crisi Auto, la svolta: il piano di ANFIA e Stellantis per l'Italia
L'Assemblea ANFIA traccia la rotta: basta minimi storici. Patto tra Governo, Stellantis e filiera per un "Piano Italia" che rilanci produzione e innovazione.

C’è un momento preciso in cui la consapevolezza della crisi deve trasformarsi in azione, ed è esattamente quello che si è respirato all'Auditorium della Tecnica a Roma.
L’aria che tirava durante l’Assemblea Pubblica ANFIA 2025 non era quella delle solite cerimonie di rito, ma quella densa di chi sa di trovarsi a un bivio storico. "Il futuro è adesso", recitava il titolo dell'evento, ma per molti imprenditori seduti in platea il presente ha il sapore amaro di un annus horribilis da lasciarsi alle spalle il più in fretta possibile.
Oltre i minimi storici: la necessità di una scossa
Non ha usato mezzi termini Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA, nel descrivere la situazione attuale. I volumi di produzione, sia nazionali che europei, hanno toccato il fondo, scivolando verso minimi storici che fanno tremare i polsi a un comparto che per decenni è stato il motore trainante dell’economia del Vecchio Continente. Eppure, proprio nel momento di massima difficoltà, sembra essersi accesa una scintilla. Non c'è spazio per la rassegnazione quando in gioco c'è la competitività di un intero sistema industriale. La narrazione emersa da Roma è quella di una filiera che non accetta il declino, ma che pretende un cambio di passo radicale.
La vera notizia, quella che va oltre i saluti istituzionali, è la stretta di mano metaforica – e operativa – tra i grandi attori in campo. Vavassori, il Ministro delle Imprese Adolfo Urso e l’Amministratore Delegato di Stellantis, Antonio Filosa, hanno gettato le basi per qualcosa di più concreto delle solite promesse: un piano di lavoro serrato. L’obiettivo è ambizioso e non ammette ritardi: definire nelle prossime settimane le misure di una strategia solida, capace di riportare l'Italia al centro della mappa produttiva europea. L'impegno è di ritrovarsi tra un anno esatto non per contare le ferite, ma per condividere i progressi di un vero e proprio "Piano Italia".
Il triangolo strategico: Governo, Costruttori e Filiera
Il dibattito si è snodato attraverso le complesse dinamiche geopolitiche che stanno ridisegnando gli equilibri mondiali. Non si può parlare di auto oggi senza guardare alla rivoluzione energetica e alle sfide che arrivano da Oriente. Antonio Filosa ha portato sul palco la visione di Stellantis, un colosso che deve muoversi agilmente tra le incertezze del mercato e la necessità di mantenere radici solide. Ma la vera partita si gioca sulla connessione. L'obiettivo dichiarato è una riconnessione forte, quasi viscerale, tra il grande Gruppo e i fornitori italiani. È un passaggio cruciale: lottare insieme per la valorizzazione del "Made in Europe" significa capire che nessuno si salva da solo.
In questo scenario, la voce dell'industria pesante si è fatta sentire forte e chiara con l'intervento di Antonio Gozzi. Lo Special Advisor di Confindustria ha messo sul tavolo temi che spesso restano nelle retrovie ma che sono vitali per la sovranità tecnologica dell'Unione Europea. Acciaio e automotive sono due facce della stessa medaglia: senza una filiera "upstream" forte, l'auto si ferma. Gozzi ha puntato il dito contro le normative attuali, come il CBAM e l'ETS2, sottolineando l'urgenza di riforme che non soffochino le imprese ma le accompagnino nella transizione. È un richiamo al pragmatismo contro l'ideologia, un tema che risuona profondamente tra gli addetti ai lavori.
Scenari globali e la sfida tecnologica
Ma dove sta andando davvero il mercato? A dare profondità all'analisi ci ha pensato Stefano Aversa di AlixPartners, che ha illustrato con lucidità chirurgica gli scenari globali. L’elettrificazione non è più un'opzione futuribile, ma un treno in corsa su cui bisogna salire con le giuste tecnologie. Il focus si è spostato inevitabilmente sul posizionamento dei player cinesi, che rappresentano oggi lo spauracchio e al tempo stesso lo stimolo per l'industria occidentale. Non si tratta solo di costruire motori elettrici, ma di integrare le tecnologie ADAS e di ripensare l'auto come un oggetto tecnologico avanzato.
A chiudere il cerchio ci ha pensato Alec Ross, offrendo una visione prospettica sui driver tecnologici che cambieranno le nostre vite. I semi di questo futuro si intravedono già oggi, ma serve il coraggio di coltivarli. L'Assemblea ANFIA si è chiusa quindi con un messaggio che sa di promessa e di sfida: ripartire dal lavoro fatto in coordinamento con sindacati e Regioni. Non si riparte da zero, ma dai dati di scenario e dalle proposte condivise.
Un patto per l'inversione di tendenza
La conclusione dei lavori ha lasciato una sensazione di urgenza costruttiva. Non c'è tempo per piangersi addosso. L'obiettivo primario è innescare in tempi brevi una forte inversione di tendenza della produzione nazionale. Questo significa fare affidamento sulla realizzazione concreta dei piani produttivi di Stellantis, ma anche sostenere gli investimenti e l'innovazione di tutta la filiera allargata.
Le parole chiave sono chiare: autonomia strategica, sostenibilità reale e non solo di facciata, e soprattutto competitività. L'industria automotive italiana ed europea si trova di fronte a una salita ripida, forse la più dura della sua storia recente. Ma l'impressione, uscendo dall'Auditorium della Tecnica, è che la squadra sia pronta a pedalare. Il "Piano Italia" non è più solo uno slogan, ma un'agenda di lavoro con scadenze precise. Tra un anno vedremo se le intenzioni si saranno trasformate in quelle auto prodotte e vendute che servono come l'ossigeno al sistema Paese. La sfida è lanciata, e il futuro, come detto, è davvero adesso.
