Indra punta su Iveco Defence Vehicles: sfida miliardaria per la supremazia europea nella Difesa - Affaritaliani.it

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Indra punta su Iveco Defence Vehicles: sfida miliardaria per la supremazia europea nella Difesa

Il gruppo spagnolo Indra presenta un'offerta per acquisire IDV, la divisione militare di Iveco: in corsa anche Leonardo-Rheinmetall e Bain Capital.

Redazione Motori

In un momento cruciale per l’equilibrio geopolitico e industriale dell’Europa, la spagnola Indra ha mosso una delle pedine più significative della sua recente storia:

secondo quanto riportato da elEconomista.es, ha presentato un’offerta indicativa non vincolante per acquisire Iveco Defence Vehicles (IDV), la divisione militare del gruppo italiano Iveco, controllato da Exor, la holding della famiglia Agnelli.

Una mossa che potrebbe ridisegnare le gerarchie nel panorama europeo della difesa terrestre e accelerare la trasformazione di Indra in un operatore industriale completo, capace di produrre non solo software e sistemi radar, ma anche piattaforme terrestri corazzate e mezzi blindati, rafforzando il suo peso nei tavoli strategici di Bruxelles e delle capitali europee.

La posta in gioco

Il dossier IDV è tra i più appetibili sul tavolo europeo. La società, con sede a Bolzano, è specializzata in veicoli blindati, tattici, anfibi e logistici per impieghi civili e militari. È un partner solido per eserciti come quelli di Italia, Germania, Brasile, Stati Uniti e Spagna, dove produce, tra gli altri, il Centauro 8x8 VRCC per il Reggimento di Cavalleria di Huesca, veicolo simbolo delle capacità operative moderne.

Ma non è solo questione di portfolio: IDV vanta entrate annuali superiori al miliardo di euro e un portafoglio ordini da 4 miliardi, numeri che certificano il valore industriale e commerciale dell’azienda in un settore sempre più nevralgico.

A fronte di tali prospettive, secondo le fonti riportate dal giornale spagnolo, il valore stimato di IDV si aggira attorno a 1 miliardo di euro, cifra che Indra sarebbe pronta a investire per compiere un salto dimensionale e strategico senza precedenti.

Una sfida europea

Quella che si gioca attorno a IDV non è una semplice operazione finanziaria. Si tratta di una partita industriale a tutto campo che coinvolge i principali player del continente e alcuni fondi globali.

Nella short list dei potenziali acquirenti figurano infatti il consorzio Leonardo-Rheinmetall, il fondo Bain Capital, una società australiana non meglio specificata e appunto Indra, già indicata da molti osservatori come uno dei soggetti più motivati e coerenti rispetto al profilo dell'acquisizione.

La joint venture italo-tedesca LRMV (Leonardo Rheinmetall Military Vehicles), nata nel febbraio scorso, ha già assunto la banca d’affari UBS per coordinare l’offensiva e ha dichiarato apertamente il proprio interesse. L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha parlato di un investimento “industriale, non finanziario”, perfettamente allineato con la strategia del gruppo per rafforzare l’autonomia europea nel comparto della difesa.

Ma se Leonardo gioca da insider con solide credenziali industriali e una recente cessione milionaria negli USA (quella della partecipazione in RADA per 340 milioni), anche Indra può contare su un piano di espansione credibile e ambizioso.

La strategia Indra: da system integrator a produttore di mezzi

Indra, guidata dal presidente Ángel Escribano, ha iniziato da tempo a ridisegnare il proprio perimetro operativo. Storicamente specializzata in tecnologia e software, la società ha avviato un percorso per integrare capacità produttive fisiche, puntando su piattaforme, sensori e ora anche mezzi blindati.

L'ingresso in IDV si incastrerebbe perfettamente con questo disegno, rendendola una potenza industriale capace di coprire l’intero ciclo della difesa terrestre, dalla sensoristica fino alla mobilità tattica.

In parallelo, Indra ha affidato a PwC il mandato esplorativo per valutare una possibile fusione con Escribano Mechanical & Engineering (EM&E), azienda iberica della difesa e già secondo azionista di Indra con il 14,3%. L’operazione, qualora concretizzata, rafforzerebbe ulteriormente il polo spagnolo dell’industria militare.

Non è un caso che Indra, che punta a raggiungere 10 miliardi di euro di fatturato entro il 2030 (rispetto ai 5,2 previsti nel 2025), sia oggi considerata dal governo di Madrid un asset strategico da sostenere in chiave europea e transatlantica.

IDV, una perla italiana in mani europee?

Per il gruppo Iveco, controllato da Exor, la cessione di IDV potrebbe rappresentare un’uscita ordinata e redditizia da un settore ad alta specializzazione. Inizialmente si era parlato di uno spin-off in borsa della divisione militare, ma con l’arrivo di offerte concrete e il valore industriale riconosciuto dagli operatori, il gruppo potrebbe preferire una cessione totale del 100% di IDV, soprattutto se la valutazione dovesse confermarsi attorno al miliardo.

Il contesto è favorevole: l’Europa ha finalmente compreso l’urgenza di dotarsi di una difesa integrata e autonoma, capace di far fronte alle crisi alle porte dell’Unione. L’acquisizione di IDV da parte di Indra, o del consorzio Leonardo-Rheinmetall, si inserisce perfettamente in questa cornice.

In gioco non c’è solo un asset industriale, ma una visione strategica europea, capace di trattenere competenze, occupazione e innovazione dentro i confini dell’UE. E se l’operazione andasse in porto con Indra, Madrid guadagnerebbe un tassello chiave nel proprio posizionamento continentale.

La sfida è aperta, le diplomazie sono all’opera. E intanto, da Torino a Madrid, da Berlino a Bruxelles, si osserva con attenzione il destino di IDV, gioiello italiano in cerca di un futuro europeo.

 Iveco Defence Vehicles (IDV)


Sede principale: Bolzano, Italia
Controllata da: IVECO Group (Exor)
Fatturato annuo: >1 miliardo di euro
Portafoglio ordini: 4 miliardi di euro
Prodotti chiave: Centauro 8x8, Superav, Guarani 6x6, LMV 4x4 Guaicurus, veicoli logistici e robotici
Mercati di riferimento: Italia, Spagna, Germania, Brasile, Stati Uniti