Stress alla guida: il 94% degli autisti italiani di veicoli commerciali ne subisce gli effetti - Affaritaliani.it

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Stress alla guida: il 94% degli autisti italiani di veicoli commerciali ne subisce gli effetti

Oltre il 90% degli autisti italiani ritiene che lo stress da lavoro incida negativamente sulla guida. I dati dell'indagine Geotab lanciano un segnale d'allarme.

C’è una linea invisibile che unisce traffico, scadenze e telefonate al volante: è lo stress, il nemico silenzioso dei conducenti professionali.

Lo conferma The Unseen Toll: Driver Stress and Road Safety, il nuovo studio condotto da Geotab, leader globale nelle soluzioni per veicoli connessi, e presentato  a Milano, durante il Geotab Day 2025. Una fotografia dettagliata – e per certi versi inquietante – di come il carico psicologico legato al lavoro stia influenzando la sicurezza sulle nostre strade.

In Italia, la situazione è persino più grave della media europea: il 94% dei conducenti di veicoli commerciali ritiene che lo stress influisca negativamente sulla guida, contro il 91% degli altri Paesi coinvolti nell’indagine. La ricerca ha coinvolto oltre 3.500 autisti in sette nazioni europee: Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna. E i numeri parlano chiaro: il 95% degli intervistati percepisce un aumento del rischio di incidenti rispetto a cinque anni fa; per il 61%, si tratta addirittura di un incremento “significativo”.

Cellulari, velocità e scarsa manutenzione: il mix pericoloso sulle strade italiane

I dati italiani spiccano anche per altri motivi, purtroppo negativi. La distrazione da cellulare è una piaga diffusa: ben il 59% degli intervistati la segnala come uno dei pericoli principali, contro una media europea del 42%. Accanto a questa abitudine pericolosa, si registrano comportamenti scorretti di altri utenti della strada, come l’eccessiva velocità (39%) o l’insofferenza alle regole da parte di biciclette e monopattini elettrici (35%).

A preoccupare è anche lo stato delle infrastrutture: il 70% degli autisti italiani teme che buche e dissesti del manto stradale possano causare incidenti, ben sopra il 64% della media europea. Un dato che suggerisce come, oltre alle pressioni psicologiche, anche la qualità delle strade incida direttamente sul benessere e sulla sicurezza dei professionisti della guida.

Supporto aziendale assente: quasi metà degli autisti italiani si sente abbandonata

La componente più preoccupante, però, riguarda il supporto psicologico e organizzativo che gli autisti ricevono (o meglio, non ricevono). In Italia, il 44% dei conducenti dichiara di non ricevere alcun aiuto da parte dell’azienda in merito a stress e salute mentale. A livello europeo, il dato medio si attesta al 37%, ma in Paesi come la Spagna (50%) e la Francia (48%) le percentuali sono ancora più alte.

Non sorprende, quindi, che quasi la metà degli autisti europei (47%) abbia considerato l’idea di cambiare lavoro nell’ultimo anno. Anche in Italia la stanchezza si fa sentire, ma con una punta d’orgoglio e resilienza: solo il 34% ha pensato concretamente di abbandonare il proprio impiego. Tuttavia, la tendenza è chiara e pericolosa, soprattutto considerando che in Europa mancano già oltre 200.000 conducenti, con una stima di 745.000 posti vacanti entro il 2028 secondo McKinsey.

Il paradosso del tempo: meno ore, più stress

Uno dei nodi centrali emersi dal report riguarda la pressione dei tempi di consegna. La metà degli autisti europei ammette di sentirsi costretta a infrangere i limiti di velocità per rispettare le scadenze. In Italia, il dato è lievemente più basso (39%), ma resta comunque indicativo di un sistema sotto pressione. Spagna, Irlanda e Paesi Bassi sfiorano picchi del 60%.

A incidere in modo trasversale è anche il traffico: il 64% degli intervistati indica congestione e lavori stradali come principali ostacoli al completamento del lavoro. In Spagna, il dato sale al 78%; in Italia, la media è in linea con gli altri Paesi, ma il disagio è comunque palpabile.

Tecnologia e consapevolezza: due armi italiane per uscire dalla crisi

In questo contesto difficile, sorprende positivamente la disponibilità italiana all’innovazione: il 77% degli autisti nel nostro Paese è favorevole all’introduzione di strumenti tecnologici in grado di migliorare la guida – un entusiasmo superiore alla media europea del 69%. Non si tratta solo di efficienza: il messaggio è chiaro. I conducenti vogliono sicurezza, supporto, benessere. E sanno che la tecnologia può essere alleata, non ostacolo.

"Come industria, dobbiamo dare priorità al benessere dei dipendenti, sfruttando i dati e la tecnologia non solo a favore dell'efficienza, ma anche per creare, proattivamente, ambienti di lavoro più sicuri e meno stressanti", ha dichiarato Edward Kulperger, Senior Vice President di Geotab EMEA. “Gli autisti devono affrontare un notevole stress da lavoro correlato, sono testimoni quotidiani di comportamenti pericolosi e spesso si ritrovano incalzati dalle tempistiche; eppure, molti non si sentono supportati”.

Prevenzione, dati e intelligenza artificiale per flotte più sicure

Secondo Geotab, l’integrazione di strumenti telematici avanzati e modelli di intelligenza artificiale può fare la differenza. Analizzando i dati in tempo reale, le aziende possono identificare in anticipo situazioni di rischio, promuovere abitudini di guida più sicure e monitorare gli indicatori di benessere psicofisico degli autisti. Il risultato? Più sicurezza, meno incidenti, risparmi sui costi assicurativi e di manutenzione.