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Il Parlamento Europeo ha formalizzato il ritardo della MiFID II, posticipando la data di attuazione da gennaio 2017 a gennaio 2018, a causa delle sfide "eccezionali" che società quotate e autorità di regolamentazione devono affrontare nell’adempimento di nuove regole come l'obbligo di rivelare in anticipo agli investitori tutte le spese relative a un prodotto, una diversa definizione di indipendenza per il Regno Unito e più severe norme sui materiali promozionali.

Per la complessità obiettivamente riscontrabile in materia, il Parlamento aveva già stabilito un periodo di adozione di 30 mesi, invece dei soliti 18-24 mesi. Ma nonostante questa concessione, il Parlamento ha dovuto infine dichiarare (traduzione letterale) che “le sfide sono di tale portata che le infrastrutture di dati essenziali non saranno in vigore in tempo per il 3 gennaio 2017".

Ad esempio per l’infrastruttura IT sarà necessario collegare i feed di dati tra l'Autorità bancaria europea, i regolatori locali e più di 300 piattaforme di trading in tutta l'Unione Europea. Anzi, una nota da Parlamento ha precisato che la maggior parte dei sistemi informatici avrebbe bisogno di essere "ridisegnata da zero, sulla base di nuovi parametri".

Senza un'infrastruttura di dati appropriata non sarebbe possibile applicare un certo numero di regole del mercato ai sensi della MiFID II, inclusi i requisiti della segnalazione di tutte le operazioni, la trasparenza, i dati dei derivati ​​su merci e la regolamentazione microstrutturale.

Anche se alcune norme della MiFID II non sarebbero influenzate dalla mancanza di infrastrutture di dati, come ad esempio la protezione degli investitori e le norme di comportamento, il Parlamento ha tenuto conto del fatto che un’introduzione scaglionata delle nuove norme potrebbe causare confusione e costi inutili.

A dire il vero, Steven Maijoor, presidente dell’ESMA, ha detto: “Una dilazione di 12 mesi nell’applicazione della MiFID II potrebbe non essere ancora sufficiente per consentire all'industria della finanza di essere pronta”.

In effetti la nuova normativa MiFID II rivede le regole per azioni, obbligazioni, materie prime e derivati ​​per 28 Paesi europei, in base a una proposta dei Paesi Bassi, che detengono la presidenza di turno dell'UE. Nella proposta comunque è stata prevista l’esclusione da obblighi di trasparenza per taluni prodotti derivati ​.

La proposta olandese cerca di "trovare un giusto equilibrio" tra il punto di vista dei 28 paesi dell'Unione Europea, mentre si preparano per negoziare con il Parlamento Europeo su una versione finale del disegno di legge. L'obiettivo iniziale della dilazione era quello di dare a banche e altre società finanziarie tempo per costruire sistemi di segnalazione dei dati e altre tecnologie per soddisfare i nuovi requisiti. Ma il ritardo proposto ha anche aperto la porta alle lobbies di settore per ottenere regole più morbide.

Ad esempio l'International Swaps and Derivatives Association, di cui fanno parte Goldman Sachs Group Inc. e Barclays Plc., ha dichiarato che in alcuni casi lo spin off (il cosiddetto carve-out, che ha lo scopo di ottenere risorse finanziarie dal mercato attraverso il conferimento di un ramo aziendale) è necessario per gestire i rischi e ridurre i costi, anche se il prezzo indicato per la transazione del pacchetto è in genere inferiore al prezzo combinato dei componenti quando fossero trasferiti singolarmente.

La proposta di altre esenzioni è già stata avanzata per un gran numero di operazioni in strumenti derivati. La proposta olandese prevede una deroga per i pacchetti in cui almeno un componente non ha un mercato liquido. Tuttavia, la proposta ribadisce che l'esclusione non si applica ai pacchetti standardizzati, spesso scambiati proprio grazie a un mercato liquido.

Paolo Brambilla

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