Amato e gli altri, fatti fuori dai fuoricorso
Avrebbe ragionassimo, Amato, di provare amarezza.
Lui con il suo curriculum accademico ed istituzionale, messo da parte per far largo ad un esercito di studenti fuori corso. Quello che sfugge al nostro è che, al tempo delle crescenti metropoli ipertrofiche di uomini ed oggetti, l'università produce, in modo semi-marcio, cultura obsoleta.
Allora la moltitudine dei fuori corso, rappresenta un sintomo ma anche un soggetto. Paradossalmente, la loro impreparazione, è già una liberazione dalla cultura precedente che Amato rappresenta così perfettamente. Una cultura che, come la biancheria sporca, va tolta il più presto possibile, senza accanimento ma con quel tanto di igienica nausea.
Intanto il governo si ripete identicamente, sostituendo un sottoposto alla finanza internazionale, con un altro sottoposto. Così gli Amato, i Tremonti, i Monti, le Bonino o i Letta, sono la stessa persona, un gender che trasforma via via l'aspetto esteriore, mai la sostanza.
E il gender governativo? Ecco la formula: una manciata di donne, un po' di giovani e colore. Un aspetto, democraticamente avanzato. Adesso può iniziare lo show del risanamento.
La marea dei pesci, senza arte né parte, che occupa la superficie acquea del parlamento, toglie qualche spazio ai vecchi pesci, che devono incominciare a contentarsi di stare sul fondo, nel fango.
Guido Oldani
Tribunale della poesia