Autonomia, referendum sempre più vicino: maggioranza preoccupata - Affaritaliani.it

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Autonomia, referendum sempre più vicino: maggioranza preoccupata

di redazione politica

A un soffio la soglia delle 500mila firme. E' stato anche eletto presidente del comitato promotore Giovanni Maria Flick, ex presidente della Consulta

Referendum, quasi raggiunto l'obiettivo delle 500 mila firme per abrogare l'autonomia differenziata

L'obiettivo di raccogliere 500 mila firme a sostegno del referendum per abrogare l’Autonomia è vicino: ieri sera le adesioni hanno superato quota 310 mila, pari al 62% del necessario. I responsabili della campagna referendaria garantiscono che il traguardo sarà raggiunto venerdì o, al più tardi, sabato. Intanto il ritmo delle adesioni al quesito, sostenuto dalla Cgil e da tutti i partiti dell’opposizione, eccetto Azione, è molto elevato. Come riportato dal Corriere della Sera, ieri è stato anche eletto presidente del comitato promotore Giovanni Maria Flick, ex presidente della Consulta. Dal 26 luglio, quando è stato possibile firmare online, le adesioni sono aumentate in modo significativo.

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Gianmauro Dellolio del M5S protesta contro il DDL Autonomia. Anche Renzi ha commentato: "La raccolta delle firme sta volando […] se questo referendum supererà il quorum, per il governo si mette male. E le elezioni anticipate potrebbero non essere un tabù". Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, registra il successo della campagna e lo considera un segnale: "Le oltre trecentomila firme raccolte in quattro giorni dimostrano che il governo dei 'Fratelli di mezza Italia' e della 'Lega dei ricchi' è lontano dalle reali priorità degli italiani".

La raccolta firme prosegue anche nelle piazze e sulle spiagge. La campagna con i banchetti è fondamentale per motivare i cittadini e per la sfida successiva: far partecipare almeno la metà più uno degli elettori al referendum. La campagna sta andando meglio delle aspettative in Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Al Sud, il tema che funziona di più è il rischio del divario tra regioni ricche e meno ricche, mentre al Nord prevale la preoccupazione per l’aumento della burocrazia a danno della competitività delle imprese.